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oggi è un bel giorno per morire

31 agosto 2012

Visa run

Domenica 26 mattina ore 6, fatta colazione e caricato la moto si parte, direzione  Vientiane  la capitale del Laos. Il perché ritorniamo in Laos l’ho raccontato la puntata precedente, abbiamo bisogno di stare più tempo in Thailandia e per questo ci occorre il visa e questo lo rilasciano solo fuori dalla Thailandia, gioco forza ci tocca uscire e poi rientrare, semplice no…solo 1400 kilometri o poco più andata e ritorno.
Alle 6,45 siamo già in strada, voglio muovermi presto con il fresco e non voglio correre, ho intenzione di fare parecchie soste per far riposare la gomma posteriore che è in pessime condizioni, almeno questo era nei nostri intenti.
 140 kilometri dopo però la moto comincia a ondeggiare. Sappiamo già cosa può essere, mi fermo guardiamo la ruota e altri due grossi pezzi di battistrada se ne sono andati, questa gomma non ci può portare avanti e indietro, dobbiamo cambiarla… e in fretta.
Che fare,  oggi è domenica e i negozi sono chiusi, ci fermiamo, aspettiamo domani l’apertura e …se poi non la troviamo.  A Bangkok siamo sicuri che c’è, l’abbiamo vista.
Dai poche menate si torna indietro…perché sorridi, vuoi forse dirmi.. io l’avevo detto. Vedrai che ci arriviamo, non ti preoccupare non è pericoloso.
Ripercorriamo con un ondeggiamento a volte rumoroso, è per via del battistrada che staccandosi va a sbattere sull’asfalto, la stessa strada.
Alle 8 sotto una pioggia battente rientriamo in Bangkok, individuato il negozio troviamo una pensione a soli 50 metri , domani appena apre voglio essere il primo, poi andiamo a cena in un ristorante di strada sotto la pensione.

Lunedì ore 8,30 eccola qua la nostra nuova ruota, una Continental tkc 80, è la prima volta che montiamo questo copertone , vedremo come si comporta.

Maciniamo kilometri e alle 18 ci fermiamo a 150 kilometri dalla frontiera, è tutto fango ma qua dove abbiamo sistemato la tenda anche se ricomincia a piovere credo non ci siano problemi, il fondo è di ghiaia e dovrebbe drenare, ci sono buone possibilità di dormire all’asciutto.

Martedì mattina arriviamo alla frontiera, sbrighiamo tutte le formalità rapidamente.  Per shizuyo una cosa indolore, lei cittadina giapponese non ha bisogno di visa, entra gratis, io devo pagare 35 dollari.
Alle 11 siamo all’ambasciata Thailandese, compiliamo i moduli attacchiamo le foto consegniamo e andiamo a pagare, 2000 baht e ritiriamo il numero di prenotazione per domani alle 13, fatto, per oggi abbiamo finito.
Adesso andiamo a pranzo, quanto è caro però, e poi cerchiamo un posto per la notte.
Costeggiamo il Mekong per 30 kilometri prima di trovare un posticino niente male proprio sulle sue sponde. Un ottima cena e a dormire.









 Mercoledì piove e non sappiamo cosa fare sino alle 13, girovaghiamo lentamente di qua e di la, vediamo i nuovi lavori che fanno sulle rive del Mekong, una nuova Vientiane, con grattacieli luccicanti, mega shopping piscine parcheggi e non so che altro, insomma l’ennesimo scempio in nome di un primato, di un progresso alquanto discutibile.  Poi visitiamo un monastero dove un gruppo di monaci con il fisico da lottatore di strada  abbondantemente tattuato stanno facendo lavori di muratura.  Abbiamo una fame da lupi ma qua in Laos costa tutto esattamente il doppio che in Tailandia  così aspettiamo, mangeremo dopo che abbiamo ritirato i passaporti, la frontiera è a meno di 20 kilometri.
All’una esatta abbiamo i nostri passaporti, via di corsa verso la frontiera ma che sfortuna,  piove fortissimo, dobbiamo fermarci. Troviamo  riparo sotto una pensilina dell’autobus e aspettiamo, passeranno due ore prima di poter riprendere il viaggio.
Alla frontiera ci arriviamo bagnati nelle nostre tute antipioggia. Mi avvicino allo sportello, il doganiere  controlla i passaporti, sembra tutto ok mi manda da un collega a compilare un documento per la moto e quando ritorno con il foglio compilato mi chiede 200Baht.
Ho i soldi in mano sto per pagare quando shizu, era dietro a me che scattava foto, mi fa:- cosa fai-, mi ha detto che devo pagare, - e perché, non abbiamo mai pagato- scusi per cosa sono questi 200 Baht…
Il doganiere, un tipo sulla cinquantina, stretto nella sua uniforme di ordinanza, l’età lo ha ingrassato, porta gli occhiali con una montatura di quelle che proprio non si vogliono far notare…grossa e di un bianco brillante, capelli leccati e sorride mentre mastica a bocca aperta una gomma, sembrava simpatico, un po’ strano ma… comunque non sapendo cosa rispondere si incazza e  mi grida in malo modo che se voglio passare con la moto devo pagare, in caso contrario  posso anche ritornare in Laos, mi chiude lo sportello in faccia e si mette a leggere una rivista.
Rimango di sasso, che l’uniforme così stretta gli crei problemi di circolazione?…
Scusa ma io a questo non do una lira dico rivolgendomi a shizu.
Apro lo finestrella mi fiondo dentro con il busto e strappandogli la rivista gli dico, mostrandogli i visti sul passaporto, che questa è la terza volta che entro in Thailandia in questo mese e non mi avevano mai fatto pagare niente, lui indietreggia sino a sbattere contro la parete e continua a dirmi che se voglio passare devo pagare e mi invita a uscire. Sparami perché da qua non me ne vado…se non paghi non passi e continuiamo così sino a quando arriva anche un collega che mi dice di abbassare la voce e di andare via. Voglio parlare con un capo, dov’é dov’é il boss…
Per farla breve, rintraccio il boss e dopo spiegato il fatto mi accompagna allo sportello, ma niente la stessa storia e il tipo ancora più in..fastidio e stizzito aggiunge, questi sono turisti sono ricchi guarda la moto che hanno, 200 Baht, non sono niente per loro.
Allora spieghiamo, 200 Baht sono 5 euro, non sono molti  anche se in Thailandia noi ci facciamo 7 pasti, avrei potuto dargliele ma ormai eravamo andati troppo avanti.
Capito che quest’altro personaggio non era proprio il Boss, vado alla polizia che mi indirizza all’ufficio giusto, qua raccontiamo la storia, non sanno come spiegare l’accaduto ma un tipo grosso fa una telefonata, pochi secondi dopo arriva una ragazza, mi dicono di seguirla, ci accompagna allo sportello, strappano il documento che ci avevano fatto ne compilano un’altro, guarda lo stesso delle volte precedenti, mettono il timbro sui passaporti scuse e Welcome in Thailand.

Saliamo in moto e andiamo via di corsa, sono le 5 piove e siamo affamati, non abbiamo pranzato nulla, ci fermiamo dopo 30 kilometri a bordo strada sotto una tettoia, siamo bagnati fradici, ma non fa freddo, cuciniamo una zuppa e ci sistemiamo per la notte, dormiremo sulle panche .

Anche domenica ci era successa una storia per un certo verso simile a quella di oggi con il doganiere, ma la cosa si era svolta e risolta in modo allegro, anche un poco pericoloso, e con pacca finale sulle spalle da parte di un poliziotto.
Stavamo rientrando a Bangkok, causa copertone che andava a pezzi, pioveva a dirotto e il traffico quando piove sapete come diventa, poi se ci aggiungi anche una città straniera …e ho detto tutto. 
Un paio d’ore gira a destra vai a sinistra sotto sopra ai ponti di qua di la, ci siamo già passati.. non ne potevamo più, quando ci ritroviamo dentro lo svincolo per l’autostrada, le autostrade in Thailandia sono proibite alle moto, che fare, ma se la prendiamo ci porta dritti dritti senza fatica nel centro di Bangkok, una bella fortuna, dai piove non ci fa caso nessuno. E così andiamo avanti, vai vai vai arriviamo davanti ai caselli,  con lo sguardo cerco quello che credo più…quando una moto della polizia si affianca e urla che non possiamo entrare, davvero, non sapevamo niente, -ci sono i cartelli-, e ho capito ma non li ho visti, piove è notte.. -ora sono 1000Baht di multa-…cosa!!!..  e si mette a parlare con la radio, -telecamere telecamere- fa indicando verso l’alto.
-1000 Baht multa multa-…1000Baht  non li abbiamo,  e va avanti così per un po’, sempre sotto l’acqua e con lui che mi chiedeva i soldi e poi parlava alla radio, -allora 100Baht-  accipicchia che bello sconto…non hai capito non ci sono soldi, nienteee.  Ancora una chiacchierata con la radio poi si accende una sigaretta, meglio dire ci ha provato, diluvia,-dammi 100Baht-…ah ah, ci rifai.. non ci sono soldi mi dispiace, tutto questo scambio sempre in maniera molto divertente.  Il Police  fa un’altra chiamata radio poi mi dice –ok-, mi da una pacca, era più un pugno, ancora mi fa male la spalla e dice -dove devi andare… ma è dall’altra parte,- ho capito, e adesso dove vado, -seguimi-…seguirti e dove…shizu qua sono tutti matti.
Lo seguiamo tutto in senso contrario, poi arrivati quasi in fondo alla rampa si immette utilizzando un’uscita prima in una strada a senso unico e percorsi un centinaio di metri  sempre in senso contrario entriamo passando fra degli sparti traffico di cemento in un’altro senso unico, si ferma parcheggia in mezzo alla strada bloccando, secondo lui, il traffico ma non se lo fila nessuno, io e shizu eravamo morti dalle risate, alla fine riusciamo a passare, di lui non sappiamo più nulla, lo abbiamo perso di vista in mezzo al traffico strombazzante.













Visa run: consiste nel raggiungere il paese straniero confinante, attraversarne il confine ed immediatamente tornare in Thailandia

24 agosto 2012

bazzecole quisquilie pinzillacchere


Bluefin la Guesthouse che avevamo prenotato è simpatica, posizionata in una zona tranquilla, lontano dal caotico e rumoroso traffico del centro di Bangkok,  anche gli ospiti sono tranquilli.  C’è una svizzera una spagnola una tedesca due australiani, un tedesco un inglese e una cinese, poi naturalmente noi due a completare l’elenco.
Sembrava tutto facile e rapido, ma con noi…chissà, sarà che mi piace improvvisare, sarà la goliardia che tuttavia non passa, sarà questo mio  eterno… mia madre a proposito mi direbbe…o no, è meglio lasciar perdere le parole di mia madre, sta di fatto che… abbiamo ancora un problema, di poco conto, piccolo piccolo, bazzecole, quisquilie, pinzillacchere.
Vi ricordate che, mi sembra il giorno 18 luglio, la prendo un po’ larga così tanto per rinfrescarvi la memoria,   siamo entrati in Thailandia  e dopo una settimana  in Bangkok.      È così, la cosa sembrava facile e rapida, una settimana era il tempo previsto per espletare tutte le formalità.  Dovevamo solo andare dallo spedizioniere inscatolare la moto e volare assieme a lei verso Katmandu la capitale del Nepal.
A noi non piace per niente spostarci in questo modo, ma non c’è nessun’altra possibilità purtroppo, le uniche due frontiere Cina e Myanmar non permettono l’importazione e la guida di veicoli stranieri sul loro territorio.
E così il martedì 24 ci presentiamo dallo spedizioniere e Kittima il nostro contatto ci dice che la cosa non si può fare, il timbro sul carnet non serve, anzi in questa occasione è un problema.   Per la spedizione serve il foglio di importazione, lo rilasciano solo in frontiera. Ma a noi hanno timbrato il carnet, che si fa adesso.      Ci consiglia di andare in Cambogia, dista solo 300 kilometri, 70 dollari di visa, poi rientrare facendoci fare questo foglio.
Per la serie non sfidare il destino ma assecondalo semmai, decidiamo così di non andare subito in Cambogia, una toccata e fuga no, non va bene, ma di  fare un giro un poco più grande.    Un giro per la Thailandia passando a ridosso della frontiera con il Myanmar e  entrare poi in Laos dalla frontiera più a nord. Ridiscenderlo tutto seguendo il corso del fiume Mekong  sino a Savannakhet poi svoltare prendere per Lao Bao ed entrare in Vietnam, zigzagare di qua e di la per poi entrare in Cambogia.  
L’idea era quella di percorrere solo esclusivamente le strade sterrate e i piccoli sentieri, ma questa è la stagione delle piogge e come avete visto non è stato possibile.  Il nostro percorso è cambiato, siamo stati costretti a scendere dritti su strade asfaltate per tanti kilometri, con dispiacere abbiamo abbandonato l’idea di zigzagare in fuoristrada per il Vietnam, siamo entrati in Cambogia, fatto il nostro giro e, arrivati alla frontiera ci siamo fatti compilare il foglio di importazione e siamo  entrati per la seconda volta in Thailandia, ma questa volta solo con il timbro valido 15 giorni, visto che abbiamo tutti i documenti e a Kittima serve solo una settimana per fare la spedizione.  Il Vietnam sarà per la prossima volta.
Sembra che tutto comunque sia andato bene direte voi…beh c’è ancora una cosa, arrivati a Bangkok mi accorgo che al mio passaporto sono rimaste solo 2 pagine libere, troppo poche per avere altri visa, alcuni paesi, ma tu guarda la fortuna, vogliono almeno due pagine libere continue.   La cosa non ci ha preoccupato più di tanto, tempo fa anche shizu aveva rifatto il passaporto e la sua ambasciata glielo ha rilasciato in 4 giorni, che problema c’è, il nostro permesso è di 15 giorni, quindi tempo più che sufficiente.
Magari fossi  giapponese, sono stato all’ambasciata italiana e il tempo per il rilascio di un nuovo passaporto è… dipende, comunque minimo 3 o 4 settimane… tah tah tah tan…terrore.
Come 3-4 settimane e adesso che si fa?!!   Dalla Thailandia non si può richiedere il visa, bisogna per forza uscire entrare in un altro paese e da li, presso l’ambasciata Thailandese,  prendere il visa.
A disposizione abbiamo Cambogia Laos e Malesia, un bel terzetto, il triangolo no, non lo avevo consideratolo…magari ci proverò la geometria non è un reato...scusate canticchiavo una vecchia canzone.   Torniamo seri,  decidiamo per il Laos, precisamente andremo a Vientiane la capitale che è proprio la città di frontiera.
Se tutto va bene, tempo una settimana siamo di rientro a Bangkok, il visa è di 60 giorni possiamo fare le cose con calma.
Nel frattempo martedì ho presentato la domanda di nuovo passaporto alla mia ambasciata e ora non ci resta che attendere, il ferragosto è passato quindi dovrebbe essere …tutto apposto.
A pensarci bene però siamo stati ancora una volta fortunati, in Nepal è ancora stagione dei monsoni, pioggia pioggia sempre pioggia, questa  termina a settembre, ma tu guarda… vuoi vedere che troviamo il bel tempo.
Domani facciamo un giro a Chatuchak, uno dei più grandi mercato all’aperto del mondo, ci servono delle scarpe nuove, sai come si dice… basta a salute e un par de scarpe nove  poi girà tutto er monno…  Domenica mattina se n’annamo...di nuovo in strada, aho  Vientiane ci aspetta. 

22 agosto 2012

i nostri primi 100 mila kilometri


E fateci gli auguri.   Notizia fresca fresca, questo viaggio ieri o oggi, ora non ricordo bene ha segnato i suoi primi  100 mila kilometri3 anni 3 mesi e 27 paesi attraversati...che ne dite…andiamo avanti.

19 agosto 2012


Che nottatina, uhm…umidiccia per così dire.
Il tempo non è sereno ma per ora non piove, fatta colazione e ripiegata la tenda  con abbondante fango ci mettiamo in movimento.
La toppa fatta al copertone sta reggendo ancora ma non possiamo andare così in eterno, si sta strappando anche in altre parti, a Bangkok lo cambio.
Ci fermiamo a pranzo in un ristorante per camionisti, qua si mangia sempre bene e si spende il giusto.
Poi come sempre un salto al super  per comprare frutta e pane, ed ecco che  ricomincia a piovere, proprio come ieri, fortissima.
Alle 6 ancora continua, non possiamo aspettare oltre ci mettiamo le tute antiacqua e andiamo, il piano è che  se troviamo un posto riparato, tipo tettoia  o giù di li, si monta la tenda in caso contrario si cerca un hotel.
Alle 8  bagnati fradici  e ancora sotto la pioggia optiamo per il Venezia resort, il primo , l’unico che ci si è presentato davanti.
Scusi avete camere, mi allunga un foglio. 500 baht per un giorno 300 per 2 ore…ah ah..ci risiamo, un hotel del sesso, ok, shizu che si fa,- va bene ci fermiamo è tardi-. E pensare che siamo solo a pochi kilometri dal centro.
Una doccia e a cena in un ristorante su ruote, un carretto con un grande pentolone, appena dietro l’angolo, che bontà di  zuppa, una zuppa di pollo con verdure, abbondante e super economica. 
 domenica19
 che buona dormita, il letto era davvero comodo. Facciamo colazione e con calma, non c’è nessuna fretta, la camera è per un giorno, 24 ore, possiamo stare sino a sera, aspettiamo che asciughino le ultime cose carichiamo la pode e andiamo.
Alle 3 scortati da un poliziotto motorizzato, al quale avevo chiesto indicazioni sulla strada da fare e lui non sapendo parlare inglese preferisce accompagnarci, arriviamo alla “guest house” che avevamo prenotato.

17 agosto 2012

Welcome to Thailandia 2


Mi sveglio presto, come sempre, sistemo preparo la colazione e shizu non si accorge di nulla, ieri si è stancata tanto, aspetto ancora poi: ehi shizu sveglia che è tardi dobbiamo andare a ritirare la ruota, ieri avevo ordinato una nuova gomma e ci hanno garantito che sarebbe arrivata oggi, dai su che la colazione è pronta sveglia…

Fatta colazione e caricato la moto andiamo, arriviamo all’officina ma brutta sorpresa, la ruota non c’è e mi dicono che non la possono avere.   Destino shizu… destino, ma non fa niente, nessun problema continuiamo così, anzi ci mettiamo su un’altra bella pezza, questa volta fatta con camera d’aria. 


Arriviamo alla frontiera di Poipet/Aranyaprathet alle 2.   Un Far West, Hotel Spa massaggi e anche un grande casinò di nome e di fatto. Tanta confusione e rumore, tanta gente da una parte e dall’altra, chi spinge carretti e chi ne guida di strani, furgoni della polizia stracarichi che riportano a casa gli immigrati clandestini. Strano posto la terra di nessuno.
Questa volta il caro doganiere ci spilla, dopo una lunga trattativa con forte abbraccio finale da parte del simpatico ma furbacchione doganiere, 260 baht, prima ne voleva 360, per l’assicurazione contro terzi.  Dopo ci regala due bottiglie d’acqua fresche e con due pacche sulle spalle, le mie, ci augura buon viaggio e ci saluta indirizzandoci a un altro ufficio.
Qua ci facciamo fare il foglio di importazione semplificata, foglio indispensabile se vogliamo spedire la moto fuori dalla Thailandia. Questo foglio, che l’altra volta non avevamo, è il principale motivo di questo nostro... giretto fuori porta.
Grazie e… Welcome to Thailandia… questa l’ho gia sentita.
Alle 5 siamo fuori e mezz’ora dopo troviamo un posto che sembra perfetto per la tenda.
Montiamo il campo cuciniamo e appena finita la cena il cielo si apre e scarica su di noi una quantità immane di acqua, in 10 minuti la tenda è una piscina, il terreno è diventato fango,  alcuni picchetti sono saltati con il risultato che la copertura non è più tesa e l’acqua gocciola…no, scorre anche da sopra. Natura… avventura… dai non ci pensare shizu che domani siamo a Bangkok e se tutto va bene…- non dirlo, non dirlo-.












16 agosto 2012

Angkor Wat


Ieri dopo la visita al museo del genocidioS-21 ci siamo messi in strada direzione Siem Reap dove siamo arrivati la sera ormai col buio.  Siamo venuti a Siem Reap, tanto per non farci mancare nulla, per visitare il famosissimo sito archeologico di Angkor Wat, credo sia il più vasto sito religioso al mondo.
Angkor Wat  è il luogo più vistato della Cambogia ed è diventato il suo simbolo tanto che appare anche sulla sua bandiera.
Il posto è impressionante gigantesco, noi ne abbiamo girato solo una piccola parte, normalmente i turisti comprano il biglietto di 3 giorni o addirittura quello di una settimana, noi abbiamo fatto quello giornaliero, da un tempio all’altro ci spostavamo con il tuk-tuk, una moto che traina un carrozzino, famosissimi anche loro qua in Cambogia, poi dentro e su e giù per le scalinate dei templi a piedi  e la sera non riuscivamo più a camminare.
Ci sarebbe piaciuto entrare con la nostra moto, ma uno sbirro leggermente antipatico ci ha impedito il passaggio e alle nostre insistenze e proteste ha risposto chiamando la cavalleria che quasi prontamente è arrivata, nelle vesti del comandante della stazione di polizia che si trova affianco al chek point, spiegandoci i motivi di tale decisione. Ma il vero motivo è un altro, stranamente se noleggio una moto non ci sono problemi.   Non ho più voglia e non ho nemmeno le carte in regola per discutere così decidiamo di provare anche questa nuova esperienza e ci facciamo scorazzare con il mitico tuk-tuk , 15 dollari per l’intera giornata, carissimo come tutto d'altronde qua intorno.















15 agosto 2012

Toul Sleng S-21


Oggi siamo stati al museo del genocidio,Toul Sleng S-21 cosi si chiama, questo posto un tempo era una scuola che l’esercito comunista dei Khmer Rossi ha trasformato in prigione, con stanze per interrogatori per esperimenti e per le torture. Qua dal 1975 al 1979 gli anni in cui i Khmer Rossi  erano al potere sono state torturate e poi giustiziate  quasi 20.000 persone, in Cambogia in questi anni il regime di  Pol Pot ha fatto 2 milioni di morti.
 Questi li chiamano i posti della memoria, per non dimenticare…quanti ce ne sono in giro per il mondo e quanti ancora…











13 agosto 2012

Phnom Pen


Buongiorno…Cambogia.   Come primo lavoro…-rattoppi la tenda-…no, rattoppo la gomma.
Non è un’operazione da”gente normale” ma che ci volete fare…
Per ora, visto che a portata di mano non ho altro, gli incollo questo pezzo di pelle e vediamo come si comporta, poi appena incontro un gommista taglio da un vecchio copertone un inserto e gi incollo anche questo e se non dovesse bastare prendo chiodi e martello e se ancora…shizu non sono braccine corte, dai questa ruota è ancora nuova non riesco a buttarla via, su non essere negativa e se proprio non va…magari la compro, dico magari.
Che spettacolo di lavoretto, sembra nuova, andiamo e 150 kilometri dopo entriamo a Phnom Pen.
Troviamo subito una guest house perché shizu  vuole farsi una doccia, dice che si sente addosso le formiche, poi cerchiamo qualcosa da mangiare e facciamo un giro nelle strade attorno all’hotel.
Phnom Pen è una città in movimento, tanta gente tanto rumore e tanti i turisti, la sera si vedono troppe ragazzine truccate con minigonna e tacchi entrare nei locali o night o nei bar stile occidentale. Per strada e negli hotel ci sono volantini e adesivi attaccati alle pareti  con un numero di telefono da chiamare in caso si vedano comportamenti sospetti…
Il giorno dopo lo abbiamo passato in relax, controllato l’email e cercato informazioni, tra una settimana dobbiamo essere a Bangkok,  le cose da fare  e i documenti per spedire la moto sono tanti, dobbiamo avere tutto pronto anche perché questa volta entriamo in Thailandia con un permesso di soli 15 giorni.
Siamo stati al Museo nazionale e al Royal Palace, peccato che quest’ultimo era chiuso, forse era ora di pranzo…mha!, poi visita al Central market un grande edificio in stile Art Deco dove si trova di tutto ma la parte più bella e interessante, per noi, è quella alimentare. E  per finire, tanti passi su e giù per il lungofiume e appena 3 secondi prima della pioggia, e che pioggia, siamo rientrati in hotel.