lllllllll

oggi è un bel giorno per morire

27 dicembre 2010

E' ARRIVATO.......

E’ arrivato…
no, no, che cosa avete capito, non il carnet, quello……mah!, chissà.
 è arrivato il natale, e noi siamo ancora qua, questo è il secondo natale che passiamo in Giappone.
Unica nota positiva di questo periodo è l’incontro con due amici,  conosciuti tramite mia sorella Patrizia, e visti solo grazie a Skype.
Maurizio e Kayoko sono i loro nomi, come si può capire, lui, Maurizio, è italiano e lei, Kayoko, giapponese.

Maurizio e Kaioko vivevano in Italia, a Montecarlo, un paese in provincia di Lucca, e qui vive anche un altro Maurizio sposato con una giapponese di nome Kiyoko, tre maurizio che si incontrano …una coincidenza un po’…ma questa è un’altra storia e ne parleremo un’altra volta, era solo una curiosità, per dire il caso.
Patrizia, mia sorella, e Mario suo marito, collaborano con Emergency, sapete quell’organizzazione umanitaria italiana di medici fondata, da Gino Strada,  per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà.
Patrizia scrive monologhi teatrali, e Mario in qualità di attore li interpreta e li porta in giro nei vari teatri, e il ricavato serve a finanziare l’associazione.
Ad uno di questi spettacoli Patrizia Mario Maurizio e Kayoko si sono conosciuti, poi gli interressi comuni,  Kaiyko  e Maurizio anche loro collaborano con Emergency, stanno organizzando una succursale in Giappone, si sono dicevo conosciuti e sono diventati amici.

 Ma tornando a noi, circa un anno fa mia sorella me li presenta tramite email, e tempo dopo ci conosciamo con skype, e anche loro si sono appassionati al nostro viaggio.
Il caso vuole che dopo 15 anni di Italia Maurizio e Kayoko si trasferiscono in Giappone, precisamente a Sasayama,  quasi 75 km da Osaka, dove noi siamo bloccati da quasi 2 mesi causa burocrazia o burocrati italiani,…. fate voi.
Ottima occasione per poterci incontrare e conoscere di persona, nessun problema, ci contattiamo, e la loro casa diventa anche la nostra.
Lasciamo l’ostello di Osaka e via verso Sasayama, abbiamo un invito a pranzo.
Quando arriviamo l’accoglienza è…è come se ci conoscessimo da tempo, con Maurizio a parte il nome condivido diversi interessi.

Entrate, fa freddo, questa è la vostra stanza, di qua la sala, li c’è il bagno, lo studio e la c’è la nostra camera, e questa è la cucina, fate come a casa vostra, ma non toccate la stufa a legna…………….
che cosaaa….no, sto scherzando, è una battuta, dovete sapere che Maurizio si è portato dall’Italia una di quelle stufe economiche, credo si chiamino così, a legna e ci tiene moltissimo, la ”cura”, la coccola,  e allora a volte lo prendiamo un pò  in giro.
Ma devo dire che ha fatto benissimo, la stufa contribuisce anche lei a dare alla casa quella atmosfera calda e familiare che si respira, e poi il pesce con patate ci viene buonissimo.

Eravamo all’invito a pranzo, Kayoko è un ottima cuoca, spaghetti con pomodoro, olio di oliva portato dall’Italia,  pecorino parmigiano di 36 mesi, e spek, mortadella, salsiccia e pane, pane fatto in casa, dopo più di un anno di sushi ci sembra un sogno fantastico.
Ah visto che siamo in argomento: anche la colazione è di quelle fatte in casa, pane caldo e marmellata di agrumi, ma non di quella comprata al supermercato, ma fatta da Maurizio con gli agrumi che lui ha raccolto da tre alberi del suo giardino, e poi cotta  udite udite, cotta sulla stufa a legna, meglio di così.

Passiamo 2 giorni tranquilli a casa loro, un giro a Sasayama, poi passeggiamo nel bosco con il cane Aiko, aiuto anche Maurizio a tagliare la legna, aperitivo sotto le stelle davanti a un bel fuoco in compagnia di un bicchiere di vino,
 due giorni interessanti, e poi il Mauri ha un sacco di storie da raccontare, di quelle che non smetterei mai di ascoltare.
Maurizio e Kayko sono preoccupati per noi, ora fa freddo dormire in tenda non è confortevole, un mese in hotel costa un sacco di soldi.
 Loro i primi di gennaio tornano in Italia per lavoro e allora Kayoko telefona a una loro amica, una signora giapponese che vive a Kobe, vuole chiederle se conosce qualcuno che può avere una sistemazione a buon prezzo per noi, ma non fa in tempo a finire la spiegazione che dall’altro capo del telefono Hitomi, cosi si chiama la loro amica dice: io ho una casa vuota, è di mia madre ma ormai sta in ospedale, sono felice di darla ai tuoi amici:             incredibile, ci da appuntamento per il giorno dopo, che bello, abbiamo un appartamento dove passare questo tempo di attese.

Maurizio e Kayoko ci raccontano un pò di Hitomi, come e dove si sono conosciuti, ci dicono che  stravede per l’Italia, ama tutto del bel paese,  anche gli italiani….che storia.
Il giorno dopo andiamo a Kobe, 70 km, abbiamo un appuntamento a casa di Hitomi, per conoscere lei e il marito, caspiterina che casa.
Accoglienza calorosa con qualche parola in italiano, Hitomi è simpaticissima, una vitalità sconvolgente, è buffa quando vuole parlare l’italiano e non ricorda le parole, allora sta “minuti” a pensare tutta in agitazione, concentratissima e non permette di aiutarla, vuole ricordare da sola, che sagoma.
Hitomi aveva già preparato dolci frutta caffe è un ottima zuppa, dopo le presentazioni, il pranzo e le mille domande, andiamo tutti dall’altra parte della città a vedere il “nostro” appartamento.
È una bella zona, tranquilla, l’appartamento è… come dire, lo avevo immaginato più…insomma…io pensavo…capperi, questo non è un appartamento, sorpresa sorprendente è una villetta di due piani, con tanto di giardino con alberi in stile Jap.
Visita guidata per la casa, un the e qualche chiacchera attorno al tavolo, poi Hitomi e il marito ci salutano, e mi ricordano che domani mattina alle 9 verrà il tecnico del gas per riallacciarlo.
  Rimaniamo con Maurizio e Kayoko , tutti noi 4 ancora piacevolmente sconvolti della gentilezza e disponibilità di Hitomi.
Maurizio mi aiuta a scaricare la poderosa e poi andiamo a prendere un caffè in un ristorante di un loro amico, anche lui innamorato dell’Italia, soprattutto della toscana.
il ristorante fa cucina italiana, ooooh…….  ora non ricordo il nome, però il tipo è simpaticissimo, anche lui motociclista, possedeva una vespa,  è entusiasta del nostro viaggio: ma ora si è fatto tardi, è gia buio, ci gustiamo il caffè e poi ci salutiamo, Maurizio e Kayoko ritornano a Sasayama e noi nella nostra nuova casa.

La mattina del 24 alle 9 in punto con giacca e cravatta si presenta biglietto da visita in mano l’omino del gas, e dopo le classiche frasi di rito (tipicamente giapponesi) passa subito al lavoro, prima fuori dove c’è la caldaia poi entra in casa e controlla il funzionamento della cucina, la tenuta dei tubi , l’acqua calda di vasca doccia etc etc .
Tutto ok, ci consegna un numero imprecisato di fogli utili e altri inutili, ci spiega a mo di nastro registrato (tipicamente giapponese) cosa fare in caso riscontrassimo un malfunzionamento o odore di gas, chiede se abbiamo domande da fare (ancora tipicamente giapponese) e poi continuando a inchinarsi procedendo all’indietro va via, ore 9,20 abbiamo il gas.
Più tardi ci telefona Maurizio per sapere come è andata la prima notte:
uhm… la prima notte,  non gli ho raccontato tutto, che diamine un po’ di discrezione, comunque bene, anzi  benissimo .

Nel pomeriggio Hitomi viene a farci visita e ci porta una stufa a gas, nuova nuova, ancora imballata, lei dice che l’ha comprata tempo fa…, mah!  io ho qualche dubbio, in ogni caso, arigato.

La sera del 26 siamo andati a cena con Hitomi e il marito, è venuta a prenderci con la sua macchina, una benz, cosi i giapponesi chiamano la mercedes.
Ci hanno portato in un ristorante di yakiniku, finalmente ho mangiato il famoso manzo di Kobe, l’ho mangiato sia cotto che crudo, poi anche la lingua e tante altre cosette.
Per concludere la serata siamo stati sulle colline  a vedere il panorama, sotto di noi Kobe illuminata dava al posto un’atmosfera romantica, quassù ci vengono le coppiette a sbaciucchiarsi e ad attaccare i lucchetti dell’amore, anche se con il freddo che faceva ci vuole una bella fantasia per avere certi pensieri; ma si sa l’amore scalda il cuore, ma noi avevamo troppo freddo e ce ne siamo andati.
Bellissimo posto, ci ritorneremo.

 Perbacco, mi stavo dimenticando, vi do gli ultimi aggiornamenti sul carnet de passage: la fideiussione è arrivata, (200 kilometri, da Vinovo a Chiavari, e solo 9 giorni!!!, un record per le poste italiane!!!) consegnata all’ufficio ACI di Genova, e vai!,
 ma il giorno dopo… brutta notizia, da Roma rispondono che non va bene, io non so proprio più che fare, ho eseguito alla lettera tutto quello che mi hanno richiesto via email,  e anche l’impiegato dell’ufficio di Genova si è attenuto alle istruzioni dell’email: contatto nuovamente Roma, la sig. Marisa Grillo e mi dice:
 - manca ancora-...
…..ma scusi dove è scritto?
..- ehh.. ma sa era sottinteso-
....sottintesoooooo!!!!!!
ognuno faccia i commenti che vuole;  io… ma va&%$$£?!!!!…e ho detto tutto.

Non so se questa è una buona notizia, il giorno 3 gennaio ho un appuntamento telefonico con il dott. Paolo Diamante,  capo supremo dell’ufficio relazioni internazionali ACI di Roma, come sempre vi terrò informati, fino ad allora godetevi le feste.


volevo mettere un paio di foto della casa, ma oggi non riesco a caricarle, sono collegato così di straforo e c'è poco segnale, la prossima.

16 dicembre 2010

aggiornamento carnet de passages

 lunedì 6 telefono all’ACI di Genova, mi risponde il sig.Pedemonte,(credo, così ho capito) dice che il responsabile dell’ufficio il sig.,,,,,,e fuori sede tutta la settimana, e che lui della nostra vicenda non sa niente e che non è a conoscenza di nessuna email dalla sede centrale di Roma.!!!
Mi chiede i dati, il numero del carnet e dice che chiamerà lui Roma, e di richiamarlo domani.
Domani..domani..sempre domani, che palle.
OK, non dispero, chiamo subito Roma, colgo l’occasione per ringraziare la sig.Marisa per aver sbloccato la nostra situazione e la prego di contattare lei la sede di Genova, spiegando quello che mi avevano detto qualche ora prima, la sig Marisa mi assicura che contatterà al più presto i colleghi di Genova.
Fiduciosi andiamo a dormire, qua è mezzanotte, aspettiamo domani.

Martedì 7: ore 9,20 italiane, chiamo l’ACI di Genova, SI, confermano, è tutto apposto, hanno ricevuto la mail da Roma con l’autorizzazione a ritornare la polizza fideiussoria e a emettere un nuovo carnet, si intende dopo aver stipulato una nuova fideiussione.
Saluto e ringrazio.
Ore 9,30, telefono all’agenzia Italiana assicurazioni di Vinovo, conosciuta tramite il forum mototurismo.it, tutti ne parlano molto bene, della professionalità e della cortesia, parlo con Ilaria, alla quale avevo in precedenza inviato i documenti della moto.
Ilaria mi dice che è tutto fatto, io per accelerare i tempi avevo già inviato il pagamento tramite bonifico, però, c’è un però: dobbiamo aspettare altri 2 giorni perché il responsabile che deve firmare il mio documento rientrerà giovedì.
Ok, non possiamo fare altrimenti, e poi ormai abbiamo tutto, sono più tranquillo, Shizuyo ancora non è sicura, dice che tutte le volte che un ufficio in italia ci ha detto, tutto ok non c’è da preoccuparsi, le cose poi non sono andate esattamente così…
No no,…io mi sentooo……….o.. a pensarci bene, non so, forse mi voglio convincere che è tutto apposto…staremo a vedere.

Giovedì 9, la storia infinita
Apro la posta elettronica….
CHE COOSSAAAAAA…………!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

URGENTE, Pratiche carnet
Ci sono problemi a riguardo dell'emissione della polizza da lei richiesta, la preghiamo di contattarci in agenzia..
L'agente R. Melis
  

Che cosa è mai successo?
Non era tutto apposto?
Ho anche già pagato
Chi sta complottando contro di noi?

Sono le 11 in Italia, chiamo l’assicurazione, mi rispondono che il sig. Melis non c’è, di richiamare alle 16,30.
Shizuyo non è per niente sorpresa, ride mentre dice te lo avevo detto.
Aspetto e intanto penso, che problema.???
Forse…. gli indirizzi tra il libretto della moto e la carta di identità che non coincidono…..
Forse…. la revisione della poderosa è scaduta….
Forse…..non ho l’assicurazione….
Forse..forse…forse…
Ore 16,30 chiamo…..-Aspetti un attimo, il sig. Melis è occupato-..
si, ho capito, ma mi avete detto di chiamare ora, vorrei sapere che cosa è successo alla mia pratica….
-aspetti…….(mi mettono in attesa)…..ah guardi, ora il sig.Melis non può ma mi ha detto di riferirle questo, la polizza è aumentata, ora costa 400 euro, ma visto che sul preventivo noi avevamo scritto ancora il vecchio importo, ci siamo sbagliati, i 200 euro mancanti ce li mettiamo noi- 
mi scusi, non capisco bene, io ora cosa devo fare?…
-niente, niente, sulla pratica vedrà scritto 400 euro ma lei ha pagato solo 200, va bene così..-
D’accordo, avete già spedito..
-no, la spediamo domani-
allora sto tranquillo, aspetto..
-si, si,( risatina) va bene-
grazie
-grazie a lei buonagiornata-

Dobbiamo aspettare, ancora aspettare.

 Decidiamo di passare il weekend verso Kyoto, in collina a Kyotanbachou, fa molto freddo, cerchiamo un posto dove mettere la tenda, ma sono tutti posti molto umidi, finalmente troviamo un angolo che ci pare perfetto, è la fermata dell’autobus, è sistemata su una collinetta   che sovrasta un gruppetto di case, c’è anche un casetta in legno per l’attesa, dove la mattina faremo colazione, la tenda l’abbiamo sistemata tra la casetta e il piccolo cimitero, un posto tranquillo.

Dopo un’ottima cena a base di zuppa, riso e un grandissimo hamburger fatto da me andiamo in tenda, fa freddissimo, ma a pezzi e bocconi riusciamo a dormire.
 La mattina ci alziamo presto, la tenda è zuppa, facciamo colazione nella casetta di legno, poi smontiamo e ripieghiamo la tenda ancora bagnata, vogliamo andare in un paesino vicino, distante solo 15 km.
In questo paese una rivista motoristica, la BIKEJIN sta facendo un servizio fotografico, ne  approfittiamo, ci fanno compilare una scheda con i dati riguardanti la moto e il nostro equipaggiamento, poi un sacco di domande sul viaggio, e infine anche tante foto da ogni angolazione.
Anche se fa freddissimo ci sono molti motociclisti, a tutti raccontiamo del nostro viaggiare, è stato bello, molto simpatico, chissà, forse pubblicheranno qualche nostra foto…
È ormai tardo pomeriggio  quando sotto una pioggerellina salutiamo tutti e andiamo,  dobbiamo trovare un posto asciutto per accamparci, lo troveremo un’ora più tardi, sotto un ponte del fiume Kanzaki.
Il posto è tranquillo e asciutto, è anche illuminato dai palazzi che si affacciano sulle sue sponde  che come di norma qua in Giappone sono perennemente illuminati
Anche oggi che è domenica ci alziamo presto, vogliamo andare a vedere un mercatino di moto e accessori usati e non che si tiene a Maishima sports island, un’isoletta che si trova a owest di Osaka, che casino arrivarci, e che delusione una volta arrivati, niente di eccezionale, poche cose carissime e dozzinali.




Ma tutto sommato non è stata male, abbiamo incontrato quello che a noi piace di più:
 mentre ancora stavamo digerendo questa delusione si avvicina un signore, ci chiede se può fotografare la moto, certo, poi le domande, le tante domande, e la sorpresa e l’invidia, quella buona, per il nostro viaggio.
Il tipo lavora nel settore motociclistico, neanche a lui è piaciuto questo mercatino, tra le altre cose importa dall’italia i caschi osbse, ci regala…non so come si chiamano, quei sacchetti che diventano caldi e ti attacchi addosso, capito…!!!  : poi il solito scambio di mail e l’offerta di aiutarci, qualsiasi cosa in caso di necessita non esitate a contattarmi, cosi dice.
 Il giorno dopo sul sito di Shizuyo vengono visualizzate tutte le pagine, dalla stessa persona, è lui, che affascinato dal viaggio vuole leggerlo tutto di un fiato, ci invia una mail scusandosi per domenica, di non aver potuto fare di più , aveva un appuntamento, doveva andare via ma che poi è ritornato a vedere se ancora eravamo li, e poi dice: qua in Giappone abbiamo un modo di dire, ichigo ichie , volevo almeno invitarvi a pranzo, scusate tanto, buon viaggio

Ichigo ichie: significa, occasione o incontro che accade una sola volta nella vita.
                       
Dopo il mercatino, come vi ho detto delusi si, ma con un amico in più ora, andiamo a fare un giro per questa piccolissima isoletta, c’è un inceneritore di spazzatura da un bel design, che abbiamo fotografato da tutti i lati, poi siamo stati a guardare dei pensionati che giocavano con i loro aereomodellini radiocomandati, quanto ridere, c’era uno che non riusciva a far decollare il suo aereo, prima  il muso striscia terra e rompe l’elica, sostituita riprova, si rompe il carrello e di nuovo con il muso a terra, non è proprio giornata.
Ma si sta mettendo su un vento freddo, andiamo a cercare un posto per la tenda, entriamo ad Osaka , andiamo sulle sponde del fiume, non ricordo il nome, fa freddo e il ponte è già occupato dai senza tetto, in questo caso loro un tetto lo hanno.
 Noi…. noi ci sistemiamo all’aperto, vicino a una panchina, dove consumeremo la nostra cena, sicuramente avete indovinato, zuppa e riso bianco.

Sono le 8,30 abbiamo finito di cenare, siamo in tenda, questa parte del fiume è buia, niente palazzi a illuminare questa freddissima serata.
Sento un rumore, una voce che ci chiama, chi sarà? la polizia? ci vorranno mandare via?!.
 Usciamo, eeeeee… è un signore, ci saluta,  ci chiede scusa del disturbo, e dice : 
- vi ho visto prima montare la tenda, io ero a spasso con il mio cane,  sono arrivato a casa e stavo sempre pensando a voi, oggi fa molto freddo, ero preoccupato, così ho pensato di portarvi un po’ di cose-
 ci consegna una borsa con frutta e dolci, poi  una mappa stradale con itinerari per mototurismo, (a lui piacciono molto le moto) e anche due copertine nuove e leggerissime di pile, con Shizuyo stavamo giusto parlando di comprare una coperta, che coincidenza vero.!
Rimane ancora un po’, vuole saper del viaggio, poi scambio di biglietti, lui è il direttore di un ufficio postale di Osaka, ci ricorda di fare attenzione, e di scrivergli, ancora si scusa e continua a ripeterci “kioskette” state attenti, poi ci saluta.
Incredibile, sono gli incontri come questo che ci scaldano, anche se devo dire che le copertine hanno aiutato non poco.
Lunedì abbiamo incontrato il sig.Takai, della Hoegh autoliners, la compagnia marittima che trasporta auto usate in Australia e New zealand e che si occuperà di portare la poderosa a Brismane in Australia.
Ci spiega cosa serve, dice che dobbiamo fare una lista di tutte le cose che sono sulla moto, e questa lista deve essere allegata al carnet, poi ci porta a vedere la nave, ci fa vedere le procedure di controllo e di lavaggio, in australia sono molto severi, trovano sempre qualcosa che non va.
La nave parte il 13 gennaio, ma dobbiamo consegnare tutta la documentazione una settimana prima, sarebbe un disastro non riuscirci, ora abbiamo il quadro completo, manca solo il carnet.
Piove, ci mettiamo le tute e andiamo in hotel, sempre il solito, è il più economico ed è simpatico.
Apro la posta ma niente,ancora nessuna email da Rita, mia sorella ,è li da lei che hanno spedito la fideiussione, poi Rita si occuperà di andare all’ACI e fare un nuovo carnet e poi spedirlo  qua in Giappone.
Penso,è  lunedì….sicuramente arriva domani.
Martedì bighelloniamo per Osaka, andiamo in un negozio dove vendono accessori per campeggio, alla nostra borsa stagna della tucano si è staccato il fondo, che schifo era solo incollato per appena un centimetro, volevamo comprarne un'altra, (dipende dal prezzo)ma non ne abbiamo trovato.
Tornati in hotel chiamo Rita, ancora niente, la posta non è arrivata.
Mercoledi15 riparzione della borsa stagna tucano con il fantastico nastro americano già usato per rattoppare il catino della tenda che si era bruciato, ho fatto un ottimo lavoro.










Preoccupato chiamo Ilaria dell’assicurazione, si si, abbiamo spedito a tua sorella il giorno venerdì 10……sai, la posta in questo periodo…va bene, aspettiamo.
Oggi è giovedì 16, sono le 14 ora italiana e ancora non sappiamo niente...fa sempre più freddo Shizuyo non sta  molto bene, questa storia la preoccupa.
Come finirà..............

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06 dicembre 2010

.....che forse ce l'abbiamo fatta........

E’già dicembre, il tempo vola e noi siamo ancora in terra giapponese.
Come siamo messi con la storia del carnet?, in dirittura di arrivo, almeno così sembra.
Ricordate, eravamo rimasti al giorno 23, quando la sig. Marisa dell’ACI mi dice che non ha mai avuto contatti con la Jaf, che si era sbagliata!!!!!!!??????!!!!!!!!!!
Il 24 chiamiamo Tokio e parliamo con il responsabile relazioni internazionali, il  sig.Minami, chiediamo scusa,  dicendo che negli uffici dell’ACI c’è stata un po’ di confusione, si erano sbagliati, non hanno mai inviato nessuna richiesta di info su di noi.
Preghiamo il sig. Minami  di fare lui una richiesta all’ACI per saper che cosa vogliono, lui accetta, ci aiuterà, la cosa le sembra molto strana, ma vuole andare in fondo a questa storia.
Due ore dopo ci invia una mail dicendo che ha inviato la richiesta sia alla sig. Marisa  Grillo, che al direttore Dott. Diamante, e che appena saprà qualcosa ci avvisa.
Incrociamo le dita, ma dobbiamo ancora aspettare.
Facciamo due calcoli, siamo a mercoledì, oggi stesso l’ACI  riceverà la mail, giovedì la leggera, poi venerdì, sabato, domenica, se ne riparla lunedì, maaa, si sa, nessuna decisione viene presa di lunedì,  quindi abbiamo ancora una settima di attesa, decidiamo allora di andare a fare un giro nella provincia di Wakayama,
Giovedì 25 lasciamo Osaka, l’intenzione è quella di costeggiare il mare sino alla punta sud, dove c’è una piccola isola collegata con un ponte, poi risalire percorrendo strade interne  attraversando le montagne.
Percorriamo la 42 una strada costiera, belle spiagge alternate da tratti di scogliere su un lato e dall’altro campi  e campi di mican, mandarini, dolcissimi e senza semi.
Ci accampiamo su una spiaggia con acqua corrente e bagni puliti e forniti di tutto.
La mattina del 26 continuiamo a percorrere la 42 , ci fermiamo a Senjojiki, la spiaggia dei mille tatami, un promontorio di roccia erosa dal mare e dal vento, che appunto assomiglia a mille tatami  e da il nome al posto, molto suggestivo.

La sera monto il campo su una piccola spiaggia, facciamo un gran fuoco e ceniamo davanti al tramonto, rimarremo con lo sguardo attaccato al fuoco per più di 4 ore, ipnotizzati dalle fiamme.

Poi siamo stati a Taiji, il paese delle balene, qui pescano e mangiano carne di balena, ci sono molti ristorantini e negozi che vendono souvenir ricavati dalla lavorazione delle ossa di balena, un posto turistico.

E ancora un pomeriggio in un onsen, anche con vasca all’aperto: abbiamo visitato il tempio di Myohouzan Amidadera e dormito nei suoi boschi a 749 metri, freddino, ma anche questa sera abbiamo cenato davanti a un caldo fuoco.
Siamo stati alle cascate più alte del Giappone, Nacinoootaki, con un salto di 133 metri, niente di interessante, o meglio, per noi, posto super turistico, si paga per guardare, non ci è piaciuto, però ci aveva lasciato con la voglia di cascate e allora siamo andati in giro a cercarle, e ce ne sono tante, e anche molto belle,  solitarie, tutte per noi: ai piedi di una di queste abbiamo fatto il campo, stupendo, ma che freddo e che umidità, la notte non si riusciva a dormire, avevamo anche i sacchi a pelo bagnati, ghiacciati, la temperatura è scesa a 2 gradi…brrrrrrrrrrr



Abbiamo girato in lungo e in largo sulle montagne percorrendo vecchie strade dismesse usate ora solamente dalla forestale per il controllo dei boschi e dei torrenti, molte le incontravamo chiuse o franate,  ma che goduria tutte quelle curve, però ho anche portato alla “frutta” una gomma posteriore ormai finita.



Rimasti in zona rossa con la benzina in mezzo alle montagne ci imbattiamo in un boscaiolo che dopo averci offerto del caffè caldo ci fa il pieno di benzina, 15 litri, e non vuole niente, insistiamo per pagare la benzina ma dice di no, come possiamo sdebitarci dico, lui con il sorriso dice  - aiutate un'altra persona e io sono apposto così - ………meraviglioso…………..
Ecco quello che cerchiamo:
ci saluta ci fa mille raccomandazioni e ci spiega le strade che non dobbiamo prendere, queste finiscono nel nulla, dice.
La sera del 30 troviamo un posto carino, si monta la tenda facciamo il fuoco, preparo la cena , insomma tutto come sempre, alle 7 arriva un poliziotto che ci dice che dobbiamo andare via, che il fuoco e pericoloso,    dico se vuoi spengo il fuoco e cosi faccio, ma di qua non me ne vado, lui insiste, dice che lo hanno chiamato, che qua hanno visto degli orsi, dobbiamo andare via,     dico agli orsi ci penso io, non ti preoccupare,       lui via, via, dovete andare via dice,      arrestami, non me ne vado,      allora ci chiede i passaporti, poi la patente e registra tutto, Shizu è un pò preoccupata, gli dico traduci bene, digli che di qua non ce ne andiamo, e facendo il gesto dei polsi incrociati gli dico che deve arrestarci e farci dormire in centrale, e deve anche darci  la cena, Shizu non vuole tradurre.
D’accordo, d’accordo, ce ne andiamo, però tra un paio d’ore, la cena è sul fuoco e non ho intenzione di buttarla, rimaniamo che lui ritornerà per controllare, e ci indica un fiume a un 8 km, con le solite sponde, dove possiamo campeggiare.
Ceniamo con tranquillità, lavo le pentole impachettiamo tutto e con un buio più nero del nero ci mettiamo in cammino, arriviamo al  paese e al fiume, ma siamo in un piccolo paese e non è illuminato, scendo giù per il fiume percorro un viottolo, poi un piccolo ponte e con la coda dell’occhio vedo un masso alla mia sinistra, per evitarlo sposto il peso dall’altro lato, ma non mi  accorgo che dal terreno esce un palo di ferro, lo prendo con la borsa destra, una botta micidiale, ci manca poco che finiamo in acqua, pochi metri dopo quando il terreno lo permette fermo e controlliamo, che casino, la borsa è piegata e aperta, il telaio storto,  già ero incazzato con il poliziotto e ora questa, va bé andiamo avanti, ci fermiamo sotto un albero , il prato è bello, montiamo la tenda, fa freddissimo e tira un vento altrettanto freddo, per scaldare un pò Shizu accedo il trangia in tenda ignorando completamente il consiglio di Shizuyo che mi aveva detto che non gli sembrava una bella idea, e volete sapere come è andata, nel muovermi do un calcio al fornello che butta fuori alcol che si incendia  sul pavimento, ci butto subito sopra una mano ma il danno è fatto, un buco grande come una cartolina, e che c…. di serata, non importa, ora andiamo a dormire. 

La mattina ci alziamo presto, sono le sei quando preparo la colazione, la giornata e bella, c’e il sole, smontiamo le valige e cerco di addrizzarle, il lavoro viene che è una bellezza, alle 10 siamo di nuovo in strada, dobbiamo arrivare alla prima città, Hashimoto, la gomma posteriore è finita , e quando dico finita intendo finita finita, ci sono 100 km e sono sicuro che ce la può fare, ma non ci arriveremo mai, a poco meno di 15 km  dalla meta, la ruota non regge, è a terra, poi scoprirò che sarà uno stupidissimo chiodo a bucare la camera, il copertone ci avrebbe portato a destinazione, come dai miei calcoli.



Il posto dove la ruota ha detto basta sono solo un gruppetto di case sparse, niente negozi, niente , solo un ruscello ma senza prati ai suoi lati, c’è un signore molto gentile che si offre di telefonare all’unica officina moto della città, quella in cui dovevano arrivare.
Parlo con il meccanico, la  gomma non c’è, ma può ordinarla,  il meccanico  dopo mezzora è da noi con tre cataloghi, bridgestone, dunlop e michelin,  scelgo il michelin, davanti a me ordina ruote e camera, dice che arriveranno domani pomeriggio, aspettiamo.
Ora andiamo alla ricerca di un posto per la tenda, non abbiamo, a parte il riso, niente da mangiare e vi ho detto, niente negozi, stasera sarà una cena piccolina.
Vedo uno spiazzo al lato di un garage, la casa affianco è illuminata, allora bussiamo e chiediamo se si può mettere la tenda li, visto che siamo rimasti appiedati, la nostra moto si è rotta, così diciamo al signore che ci apre la porta.
 Lui risponde che non è il suo il terreno e ci consiglia di andare in un piccolo parco, a un centinaio di metri, dice c’è anche un lampione, ok grazie .
Ci incamminiamo, troviamo subito il piccolo parco giochi per bimbi e mentre Shizuyo monta la tenda tra l’altalena e il dondolo, io torno alla moto a prendere il fornello e le altre cose.
Mentre sono li a trafficare dentro le valige, vedo arrivare il signore che ci ha indirizzato al parco, guarda la moto e vede che la ruota è proprio finita, ma allora mi dice, non vi potete proprio muovere, dico no, per ora no, dice fa freddo la notte, ieri meno 2, lo so, ma noi abbiamo la tenda, e qua non mi sembra di vedere hotel, o qualcosa di simile.

    Raggiungiamo Shizuyo che mi stava aspettando, il signore ci invita a dormire a casa sua, dico grazie ma abbiamo già montato la tenda, dice no no, farà molto freddo, non va bene, poi ho la casa grande, non ci penso più di tanto, ok, andata, rapidi come non mai smontiamo  e con il suo aiuto trasportiamo tutto a casa sua, una bella stanza con tatami e coperta elettrica, ci offre anche la cena, non poteva andare meglio,
e dice di rimanere sino a quando non riparo la moto.


La mattina ci porta anche la colazione e ci ricorda di restare tranquilli, fate come a casa vostra, ci vediamo stasera.
Aspettiamo le 9 e Shizuyo chiama il sig Minami, la JAF, per saper cosa hanno fatto con l’ACI, e amara sorpresa l’ACI ancora non ha risposta ne alle due mail ne al fax che il sig. Minami ha inviato,….ma come, oggi è il 2 di dicembre, sono passati 9 giorni da quando l’ACI ha ricevuto la mail, perché non rispondono??!!!….
ora è notte in Italia, devo aspettare la sera per chiamare, Shizuyo è visibilmente triste, non capisce questo sistema, il sistema italiano, vorrei spiegarglielo, ma a pensarci bene non si può, è così.

Nel pomeriggio alle 4 una buona notizia, chiama il meccanico, le ruote sono arrivate, ve le porto, certo, se puoi ci fa piacere, arriva e si offre di aiutarmi a cambiarle,  perfetto, smontiamo e rimontiamo, la poderosa è di nuovo in piedi, magnifica, per la cronaca ho montato le michelin sirac, chissà , proviamo, quello che mi interessa in un pneumatico è la durata, alla tenuta su asciutto o bagnato, insomma al grip ci penso io, il metzeler  tourance l’ho sostituito dopo 23000km, speriamo……


In casa c’è anche wi-fi, dopo cena ne approfittiamo per collegarci e vedere se almeno a me l’ACI ha inviato qualcosa…………….NIENTE…….allora riordino le idee, faccio un esercizio di meditazione e chiamo la sig. Marisa dell’ACI,  che al sentire  la mia voce esorta con la classica frase,
-         guardi stavo giusto ora inviando la mail all’ufficio della JAF per autorizzare l’emissione di un carnet –
-         …..signora, guardi che qua il carnet non me lo fanno, 
-         - ma io avevo capito che forse glielo facevano in Giappone-, 
-         no, qua non lo fanno a una moto straniera, poi mi scusi il problema che avevate per emettere un nuovo carnet era capire se io avevo pagato la tassa di importazione e che la dogana giapponese intendesse appurato questo mio carnet, mi sembra che sia tutto ok, quindi che cosa ancora dobbiamo fare, ….silenzio…….
-         - mi dica- fa la signora,
-         mi dica, io ho detto, dica lei,…….scusi, potrei avere il numero del dott diamante,….
-         - e eee  guardi il dottor diamante è spesso fuori, scriva un mail per prenotare un appuntamento, telefonico-
-         rimango  calmo, va bene, mando subito la richiesta, ci aggiorniamo, buona giornata signora.
Shizu è sempre più perplessa, ma non dice niente, andiamo a dormire.
La mattina mi collego e che strano, una bella sorpresa, l’ACI mi ha mandato un mail, e per conoscenza anche all’ACI di Genova, dove è depositata la mia fideiussione, con scritto testuali parole:

 Gentile sig. Pasqui buongiorno,
 con riferimento ai nostri colloqui telefonici la volevo informare che (anche alla luce della collaborazione del JAF e le Dogane giapponesi)  il dr. Diamante ha autorizzato quanto segue:
 - scarico del Carnet Ccd xxxxxx (già in nostre mani) e restituzione, a persona da Lei delegata, dell'originale della polizza fideiussoria relativa
- emissione di un nuovo carnet, a persona da Lei delegata, garantito da una nuova polizza. Il valore del motoveicolo da indicare sul nuovo CPD è di € 1.000.00=, mentre l'importo della fideiussione dovrà essere di € 3.000,00=
 Cordiali saluti…
………………………...che forse ce l’abbiamo fatta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Shizuyo ora è sorridente, ha voglia di andare, dopo la colazione  la doccia e le raccomandazioni, salutiamo i nostri salvatori  con la promessa un giorno di ripassare, carichiamo la poderosa e via.
Arriviamo a Hashimoto, la città del meccanico, passiamo a salutarlo, è molto contento, vuol saper di più sul nostro viaggio, ci offre caffè e ci regala un’altra camera d’aria, 2 falsamaglia per la catena, e altre cose, vuole darci di più ma dico grazie, basta cosi, mi sentivo un pò a disagio di tanta generosità, però bello, scambio di mail e ciao, a presto.
I km per Osaka sono solo 60, ma ci vorranno più di tre ore, complice sulla dirittura di arrivo della  pioggia con forte vento.
Sono le 3 quando arriviamo ad Osaka, andiamo subito all’ostello, poi telefono all’ACI di Genova, ma oggi all’ufficio carnet de passages non c’è nessuno, mi dicono di richiamare lunedì,…..che dite, la storia si ripete….vi terrò informati, a presto.
                                                                                                    
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