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oggi è un bel giorno per morire

30 dicembre 2014

Il tempo passa

Eccomi qua, non ve lo aspettavate e invece ogni tanto ritorno, una cosa breve così tanto per tenervi aggiornati. 
È passato quasi un anno dall’ultimo post, come è andato il nostro anno, direi bene, a noi è piaciuto.  La sfortuna che a volte ci si è abbattuta addosso si è rivelata fonte di nuove  stimolanti  formative esperienze, è stata una grande fortuna avere avuto sfortuna..

Come sapete eravamo venuti in Giappone per seppellire il padre di shizu, poi altri problemi familiari ci hanno trattenuto. Le cose vanno come devono andare, non puoi programmarle.

Vi racconto brevemente questi mesi: arrivati in Giappone  in aprile.. o giù di lì mi sembra, ma non ricordo la data,  comunque seppelliamo il padre di shizu. 
Sono passati  4 anni dall’ultima nostra visita, così decidiamo di prenderci un paio di settimane di relax, visitare gli amici  e tracciare, si fa per dire, la nostra prossima rotta, questa volta in compagnia del sidecar ural.
Il tempo passa ma shizu temporeggia, io vorrei già essere lontano ma come successo in altre occasioni mi metto da parte e aspetto un suo segnale.  Shizu non parla molto, ma il suo atteggiamento, che per onesta devo dire a volte mi fa imbestialire, non lascia dubbio, non è ancora pronta.
Nell’attesa sistemiamo l’appartamento di un’amica di famiglia, una vecchia casa a due piani ora in condizioni pessime, entra acqua dai muri, dal pavimento, dal soffitto, è sporca e ammuffita, l’impianto idraulico fatiscente, insomma un disastro.

Abbiamo fatto tutto io e shizu, in una stanza abbiamo posato il parquet, alla nostra maniera con  tavole di vecchi pallet comprati usati, tutto intorno il perimetro, e al centro abbiamo messo i tatami, nell’altra costruito una cabina armadio e posato un finto parquet, posizionato una porta, messo la carta da parati su alcune pareti, risistemato la scala di legno interna, posato piastrelle di linoleum sul pavimento della cucina , sistemato l’impianto idraulico, posato le mattonelle sostituito la vecchia cucina e adattato due vecchi mobili. 
Nel bagno abbiamo montato due finestre, rifatto l’impianto idraulico sotto traccia e piastrellato. 
Siamo passati al  garage con la sistemazione di una parete, rivisto l’ingresso con un separé in alluminio e legno, anche questo fatto da noi, e  posato le piastrelle su un nuovo pavimento, questa volta con la pendenza giusta e poi, poi tante altre cosettine.  
Ci siamo appoggiati solo per  la gettata di cemento della soletta del tetto/terrazzo  e l’abbattimento di due casotti in cemento armato a un impresa di demolizioni, e per la tinteggiatura della pareti esterne a una ditta di ponteggi, qui trovate una carrellata di foto before after molto esplicative.























Il lavoro è stato faticoso e shizu non ne poteva più, non tanto per lo sforzo fisico ma per via del rapporto con la padrona di casa. 
Takako la sorella di shizu ci aveva in qualche modo avvertito definendo questa persona un “gaichù” tradotto vuol dire insetto dannoso.  E si, Takako la conosce davvero bene, bhè… tutta esperienza. 
Finito il lavoro ci trasferiamo, a già… non ve lo avevo detto ma eravamo ospiti nella casa che stavamo ristrutturando. Come dicevo shizu non ne poteva più di questa donna, decisione presa, ci trasferiamo, con vero dolore per le nostre finanze, in un residence, un mese 1200 euro, e aggiungo anche che da quel lavoro non abbiamo guadagnato niente, anzi, abbiamo consumato due paia di scarpe due pantaloni, 4 magliette ecc.ecc..  e accumulato un sacco di stress.  
Volevamo prenderci un mese per rilassarci e invece dopo aver accompagnato Takako dal dottore per continui e insistenti dolori alla schiena gli diagnosticano un tumore in fase terminale.
Ora siamo qua, a fare i badanti a ciclo continuo. Abbiamo trovato un appartamento adatto alle condizioni di Takako e abbastanza grande, ma non troppo caro, per starci in 3 e vicino anche all’ospedale della madre, eh si, c’è anche la madre che è fissa in un ospedale, ma per lei il lavoro è poco, praticamente zero, solo il pensiero.

Alla fine quello che volevo dirvi è che siamo contenti, forse davvero tutto accade per un motivo… forse si, noi la pensiamo così.  Siamo contenti anche dei nostri incidenti, del polso rotto di shizu, della mia gamba malconcia, delle lungaggini burocratiche con l’ufficio aci per immatricolare la ural e di tutte le altre  “sfortune”, come vi dicevo prima. 
Se tutto questo non fosse successo, noi ora forse eravamo già dall’altra parte del mondo, magari in Alaska o in qualche sperduta landa delle Pampas argentine, e non qua a tenere compagnia a Takako in questo suo viaggio.  
Anche se a volte è difficile doloroso e ci fa piangere, qualche volta anche ridere,  noi non vorremmo stare in nessun altro posto del mondo.
Arriverà il giorno che non ce ne saranno più di giorni e allora… di tutte le cose che non abbiamo fatto, di tutti i nostri sogni, delle carezze non date, delle parole che non abbiamo detto cosa ne sarà. Alla fine ricchi o poveri grandi e piccoli la vita passa per tutti, non torna mai indietro, impariamo a dare importanza al tempo che abbiamo, perché non avremo sconti, non ci sono bonus, il tempo passa, scorre via inesorabile come l’acqua di un ruscello, anche adesso.

Parlo parlo e quasi mi dimenticavo di farvi i nostri migliori

                                                         Auguri per un Felice 2015.

Il mio discorso di fine anno l’ho fatto, ecco… ora vi lascio, alla prossima bella gente.



Questa è per una persona che amo: ..alla fine è molto facile, una volta che ti butti non ti resta altro che imparare a volare..by by cippy-k