lllllllll

oggi è un bel giorno per morire

07 marzo 2010

HASTA LA VICTORIA, SIEMPRE........

domenica 7, il giorno della maratona, sveglia all’alba, colazione con riso e  the, poi in moto verso Naha, è la città di partenza, dista 20 kilometri.

Arriviamo, quanta gente, che confusione, ordinata ma confusione, io sono pronto, sono nato pronto, sono le mie ginocchia che purtroppo non rispondono in maniera positiva .
Vado subito a una bancarella dove vendono e sistemano in posizione corretta.. sapete… quei cerotti che, alleviano la fatica, che aiutano il muscolo, cosi dicono, proviamo.

Un poco di stretching, poi mi piazzo nella mia casella mentre Shizuyo scatta le ultime foto di me con i miei pantaloni da gara rattoppati di fresco per l’occasione.

Sono le nove puntualissimi si parte tra spari e botti, il fiume di gente comincia ad avanzare, siamo in più di 13000, ho tempo per fare anche un saluto alla tv, in diretta, poi saprò che Shizu ha ricevuto alcune telefonate di gente che mi ha riconosciuto.

Vado tranquillo, al cartello dei cinque km passo in 30 esatti, mi sta bene, seguo con questo passo, per me una camminata veloce, ai 10 passo in un’ora, perfetto penso, sto bene, nessuna fatica pulsazioni come alla partenza, dovrei chiudere in 4 ore o poco più, per me un successo.

Siamo in tanti ma si corre bene, tutto intorno per tutto il percorso  la gente che suona i tamburi, che canta che balla, altri che ti offrono acqua, zucchero, frutta, sale, massaggi, ghiaccio, ma la cosa più bella sono le mani della gente protese a salutarti, i sorrisi, gli applausi e il classico incitamento “ganbatte, ganbatte,” forza forza, spettacolare.

I km passano tranquilli e già assaporo l’arrivo, il cartello dei 18 km, ohh, due ore esatte, perfetto….ahhh!!! che ca…., il ginocchio sinistro, improvvisamente con un dolore che arriva dritto al cervello, cede, butto la mano a terra e riesco a stare in piedi, proseguo, sembra passato.
 Ho detto bene, sembra, poche centinaia di metri e anche il ginocchio destro molla, sbando e scontro un ragazzo, per fortuna, cosi riesco a rimanere in piedi, continuo, provo a ridurre il passo, cerco di non sollevare troppo i piedi dal suolo, arrivo praticamente camminando al chack point elettronico dei 20 km in 2 ore e 17, voglio continuare, sto camminando illudendomi di correre quando vengo sfilato dall’uomo fungo inseguito dall’uomo melanzana, la cosa mi dà da pensare, ma per poco, qualche secondo dopo, quando anche l’uomo scatola mi sorpassa e credo viaggiasse a 2 km l’ora, capisco che per me è finita.

Continuo, cerco di fare mio il dolore, è già mio veramente, utilizzando una tecnica appresa in qualche film su i ninja, provo a incanalare il dolore trasformandolo in forza a mio favore, nei film sembrava cosi facile e cosi dannatamente….eroico……per la cronaca, non ha funzionato.

Continuo, trascinando i piedi con le ginocchia ormai rigide, e anche minnie e hello kitty mi passano.
Intanto la gente continua ad incitarci, ganbatte ganbatte, 21, 24, 26, 28 km, la mia maratona prosegue con una camminata claudicante e sofferente.

Al ventinovesimo km il percorso entra nella base americana, altra gente, ma lo stesso entusiasmo,go! Go! ok boy! beautiful day, go go! Ok!  Hallo, gimme five!

Dentro la base vengo passato da babbo natale completo di capello e barba finta, e da un coniglio rosa, è stato il colpo finale, come una bastonata sulle ginocchia.

32 km siamo fuori dalla base, e anche dalla classifica della maratona.

Il traffico è stato riaperto, e ci sono per chi vuole gli autobus che ti riportano indietro, io vorrei continuare, ma dovrei passare in mezzo al traffico, sui marciapiedi schivando la gente, scalini e quant’altro, noo, finisco qua, vorrei sedermi ma non posso, non piegano  le ginocchia, sto ancora pensando di continuare questa agonia quando, arriva l’autobus, salgo, si parte e con lui anche il mio sogno.

Sarà per la prossima, da qualche altra parte del mondo.