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oggi è un bel giorno per morire

26 marzo 2012

Dili- Timor Est 60 giorni dopo...


Ancora a Dili..ma che ci fate…vi piace così tanto?…direte voi.
Già, ancora a Dili,  non è che ci piace particolarmente, è che come sapete questo era l’unico paese, che con un po’ di fantasia, ci avrebbe fatto  entrare anche senza Carnet .
Qua i nostri piani prevedevano una sosta giusto il tempo per riavere un nuovo Carnet, ma si sa come sono andate queste cose.
Come ho raccontato nel post precedente sembrava tutto risolto, dopo aver parlato con il Dott. Paolo Diamante il grande capo dell’ACI  di Roma, il quale ci aveva concesso, proprio come favore personale per permetterci di poter rientrare in italia,  un nuovo Carnet a patto di fare una nuova fideiussione, ora solo mancava trovare una compagnia di assicurazioni che emettesse questa benedetta fideiussione.
La compagnia da noi utilizzata l’anno precedente ora non si occupa più di fideiussioni, allora bombardo letteralmente di mail un numero spropositato di agenzie in tutta italia isole comprese, risultato…-no, noi non facciamo questo tipo di pratiche…no con i privati niente fideiussioni…no..ci dispiace-…le risposte erano tutte più o meno simili.
Ho chiesto anche aiuto a altri amici viaggiatori, Fabrizio,  Massimiliano,  Ture.. ma anche da queste agenzie consigliate dai miei amici la risposta è stata  sempre la stessa…- no, da quest’anno non facciamo più questo tipo di pratiche-.    Solo una, la Coface del sig. Bianchi dopo una settimana di tentennamenti ha accettato, ma pretendeva che mia sorella andasse a firmare di persona a Teramo…questa della firma è davvero una cosa strana.
Che fare? Roma dall’alto del suo colle nella sua grande magnanimità ci aveva concesso un’altra possibilità e noi adesso non riusciamo a fare sta c..avolo di fideiussione.
Mia sorella Rita mossa a compassione chiede aiuto alla sua banca, interminabile sia la lista di documenti che le chiedono e a parte il costo il tempo necessario per espletare la pratica, niente di sicuro ma le dicono che ci sono buone possibilità che ci concedano la fideiussione sotto  la sua garanzia.
Nel frattempo io continua a cercare in rete altre soluzioni, visito siti stranieri e capito sulla pagina del Touring Club Svizzero,  e sorpresa loro rilasciano il Carnet anche ai non residenti in svizzera.
Fanno le pratiche online e lo spediscono in tutto il mondo, anche sulla luna non appena la Nasa metterà a disposizione un servizio di  space shuttle postale.
Che mi costa, proviamo. È venerdì mattina, invio una timida mail per chiedere se la cosa fosse vera e come fare, poi continuo a mandare mail a altre assicurazioni in italia, preferisco la fideiussione assicurativa a quella bancaria.
 Sono le 12 35 sono ancora qua che smanetto con il pc quando ricevo la mail di risposta dalla svizzera…che rapidità, quando scrivo all’ACI non ricevo risposta prima di ¾ giorni…ma poi penso… la svizzera è piccolina, ci abita solo il nonno con Heidi e 4 caprette…questi non hanno niente da fare tutto il giorno, è normale che siano così veloci, invece Roma…all’ACI di Roma…ehh quanto si lavora…
La risposta è stata questa, grazie per la tua mail, certamente  noi possiamo darti il Carnet.
Compila il questionario e invia la copia del passaporto libretto e  patente.
Facci sapere dove spedirti il Carnet(ambasciata o hotel)  se vuoi posta o  corriere dhl.
Dopo il pagamento ti inviamo il Carnet.
Ti dirò la spesa dopo che riceverò  i tuoi documenti.  Questo in sintesi e conclude..
Spero che ti sia tutto chiaro e rimango a tua disposizione. Saluti ecc ecc.
Apro una piccola  parentesi, questa invece è la chiusura dell’ennesima mail ricevuta dall’ACI con sempre nuove e mai conclusive richieste:..
Gentile sig. Pasqui, bla bla. su incarico del dr. Diamante bla bla bla..Nella delega bla bla bla ..Anche Sua sorella bla bla bla 
Credo sia tutto
Cordiali saluti
Marisa Grillo
Credo sia tutto…!!.. si può rispondere così all’ennesima richiesta di informazioni..va bè, chiusa parentesi.

Mi metto subito al lavoro, scarico il questionario sul pc, è in formato PDF, io non ho un programma per scriverci sopra così lo converto in immagine JPG e con un semplice programma di fotoritocco ci scrivo su. 
Compilo tutti campi, nome…nascita…moto…modello..numero..la data e… eccoci ci siamo… “dove”…ma in fondo a sinistra, proprio qua vedete.. c’è scritto firma…è da un po’ di tempo che  quando sento questa parola  non so, mi viene l’agitazione.  E adesso che faccio, questi sono precisi, sapete come si dice precisione svizzera, devo stare attento, scegliere bene, non posso correre rischi.      Passo in rassegna tutti i caratteri di word e alla fine dopo tante prove sfinito ma entusiasta opto per il carattere Vivaldi, un corsivo elegante ma con carattere, mi piace,  fa tanto  retrò. Ecco fatto, ancora una prova per azzeccare la dimensione e lo spessore poi lo sistemo per benino proprio sopra la riga tratteggiata… mmmh…ottimo lavoro sembra vero.
 Shizu, portami la camera, faccio la foto al passaporto al libretto e alla patente, le scarico nel pc le converto in PDF e invio tutto a Evelyne, cosi si firma la tipa che segue le pratiche del Carnet.
Due ore dopo…si ho detto due ore dopo, ricevo la risposta, -tutto ok in allegato trovi il modulo da firmare con l’importo della garanzia, firma e rinvia… come riceveremo i soldi invieremo il Carnet… tempo approssimativo 5 giorni, grazie saluti ecc ecc.-
Il lunedì faccio il bonifico on line, non resta che  aspettare.
Venerdì, dopo 5 giorni approssimativi, ricevo l’mail ,  -il carnet è pronto in allegato trovi le prime due pagine  e anche alcune utili informazioni sui paesi che visiterai, buon viaggio distinti saluti ..ecc ecc.-
Fantastico anche le schede informative dei paesi che attraverseremo, e poi guarda shizu che bello il nostro nuovo Carnet.   
O mio dio, ma questo che cos’è.?  Il numero della targa non è questo, però è quello che io ho scritto sul questionario, ma dove c..arnet avevo la testa.  
Ok, non perdiamo la  calma devo scrivere a Evelyne, gli scrivo cosi: cara Evelyne, il numero sul Carnet non è quello della targa, questo può essere un problema?  Un’ora dopo la risposta:- Caro sig: pasqui Si, certamente che è un problema! questo non è il numero di targa?  È il numero che tu hai scritto sul modulo.  Fammi sapere urgentemente che richiamo subito la spedizione. Grazie.
  Questo è quello che mi ha scritto, ma in realtà avrebbe voluto dirmi ben altre parole, lo so, anche voi lo pensate vero, su dai non fatevi problemi, lo penso anch’io, sono proprio un coglione, non dovevo far altro che ricopiare 4 semplici numeri, chissà cosa mi passava per la testa .
A mio favore solo il fatto che stavo male, molto male, ho preso la dengue, ho avuto per tre giorni, notte e giorno, la testa che sembrava esplodere, un dolore fortissimo dietro gli occhi, deambulavo a fatica, mai  mi ero sentito così, comunque ora sto bene .
Non pensiamoci più, ho inviato un mail di risposta a Evelyne ma adesso sono le 5, l’ufficio è chiuso e per la risposta dobbiamo aspettare  un'altro lunedì… come si dice.. per far presto è tardi…e allora che ci vuoi fare…è un vero  peccato, lo avevo tra le mani…ma va bè, cambiamo discorso, parliamo di nuovi amici.

In questo tempo di attese per risparmiare ci siamo trasferiti in spiaggia, sembra strano, ma questo ad oggi è uno dei paesi più cari, siamo a livello Australia, pensate che basta attraversare la frontiera 120 km più su, entrare in Indonesia e il costo della vita si riduce della metà.
In spiaggia come sempre la vita è tranquilla, io sono esperto pescatore e quasi ogni giorno prendo un pesce, tranne una domenica.
Non solo io sono stato sfortunato, anche un pescatore locale che tutti i giorni viene a pescare qua davanti la spiaggia con il suo fucile di legno, oggi ha fatto la sua solita nuotata ma è ritornato a terrà senza neanche un pesce, dice che è colpa del tempo, stanotte ha fatto burrasca.






Ora capisco, non è che ho perso il mio tocco, è colpa del tempo, dai andiamo shizu tanto oggi non si può continuare, ho perso l’ultimo, il solo amo che avevo.
Ci incamminiamo verso la tenda, noi si va a pescare  su una scogliera non troppo lontana dalla spiaggia, ci stiamo avvicinando e vediamo che il nostro accampamento è circondato da gente e macchine delle UN, nazioni unite, sapete che queste organizzazioni non godono della mia simpatia.


Sono tutti uomini, chi prende il sole chi nuota e altri hanno allestito un barbecue vicino alla nostra tenda, al lato del grande albero, credo che questo posto per così dire sia il loro, sicuramente si sistemavano sotto l’albero all’ombra, al posto della nostra tenda.
Qualche sguardo, un accenno di saluto niente di più, fino a che non esce dall’acqua Carlos, è cosi che si presenta, si avvicina e ci chiede se siamo italiani, poi dice che ha un amico in Italia, un carabiniere conosciuto in missione in Kosovo.
Lui Carlos è un militare Portoghese, in forza a Dili con le nazioni unite, fa parte delle forze speciali, quella  polizia multinazionale nata in Europa ma a quanto pare sotto il controllo degli americani...come dire...umh...meglio non dire, va va,  passiamo oltre
È un motociclista  e come tutti i motociclisti ha un sogno, quello di viaggiare in moto, ma lo farà dice appena va in pensione.
Si parla di moto di raduni, ci chiede del viaggio ci racconta di lui del suo lavoro delle sue esperienze, si beve birra  facciamo conoscenza con il resto della squadra e poi tante foto assieme alla poderosa e per finire gradita e desiderata sorpresa ci invitano a pranzo, oggi era dura eravamo rimasti solo con riso e due banane, perfetto le conserveremo per la cena.
Che mangiata, pane fatto in casa, chorizo originale portoghese, asado, pollo alla brace, bacalao portoghese, insalata frutta birra vino e caffè.
E poi ancora a raccontare, sono tutti molto simpatici, qualcuno è già un po’ brillo in questo caso la simpatia aumenta, quando se ne vanno ci lasciano un paio di kili tra arance e mele, una grande papaia, acqua e succhi di frutta e ancora pollo bacalao insalata pane, tanto buon pane e un paio di litri di vino, ma non basta, ci invitano a pranzo per il lunedì.













Verso sera passa a salutarci Carlos, non Carlos il militare ma il pescatore, non quello con il fucile, ma un altro, e ohh… si chiamano tutti Carlos.
A parte Carlos il pescatore con il fucile conosciamo un altro Carlos, pescatore pure lui  ma questo Carlos ha la barca,  ufff che fatica… avete capito però.
Allora diciamo così, Carlos pescatore con la barca passa a salutarci, sta raccogliendo lattine per poi venderle a Dili, dice che oggi e domani non c’è pesce, colpa del tempo e poi si è rotto il motore della barca.

Gli raccontiamo la nostra giornata e dividiamo con lui il vino e il cibo, per noi erano troppe cose, prima di andare ci invita a casa sua.
Abita, così dice, nel primo villaggio  lungo la costa prima di arrivare sulla strada, la terza tenda quella con la scritta, ma la spiegazione è un po’ confusa, rimaniamo comunque che ci saremmo andati domani mattina verso le 10 appena smontato il campo.
La mattina il tempo è ancora incerto, la notte ha piovuto e sembra aver voglia di continuare, le nuvole sono minacciose e ogni tanto ci scaricano addosso un po’ d’acqua.
Smontiamo la tenda e la riponiamo bagnata come tutto il resto, carichiamo la poderosa e con attenzione andiamo, la strada è fango e buche, a shizu un paio di volte toccherà scendere per controllare il passaggio meno rischioso.
La spiegazione era veramente confusa, ma dopo un paio di andate e ritorno finalmente vedo l’entrata.
Il nostro amico Carlos abita davvero in un bel posto, una baracca una tenda niente di più, ma sulla spiaggia.
Ad attenderci lui con la giovane moglie Celestina  e i due figli piccoli, il cane e due maiali.
Anche la moglie vuole sapere del viaggio, facciamo foto, mangiamo calamari giochiamo con i bimbi, Carlos ci invita a stare li da lui, possiamo montare la tenda sulla sua spiaggia vicino alla sua.
Non pensiate sia stato facile capirci, loro parlano solo Tetum, no inglese e niente portoghese, solo qualche parola sciolta, ma come sempre alla fine ci si capisce.

Carlos ci racconta che ha anche un’altra moglie e un’altro figlio in Baucau, faccio un paio di battute lo prendo un po’ in giro e Celestina ride divertita, contenta lei…ma questa è un’altra storia ed è arrivata l’ora di andare a Dili.









Arriviamo in caserma, al quartiere della GNR,  la Guardia Nazionale Repubblicana. 

 Che accoglienza, Carlos Nuno Rodriges Cavaco e gli altri, ci presentano anche al capitano che dice che per qualsiasi cosa possiamo contare con il loro aiuto, officina  infermeria insomma tutto.
Pranziamo nella mensa insieme a tutti i militari, il cibo ottimo, non avevamo dubbi, i cuochi sono gli stessi del barbecue in spiaggia, poi un  caffè espresso sotto la veranda del bar.


Giro della caserma, la foto con il  plotone  davanti lo stemma del reggimento e ancora saluti e strette di mano,  poi cominciano i regali…-i regali ?-… si si proprio così.
Un bel paio di anfibi militari , qualcuno si è accorto che i miei stivali erano rotti, il tenente mi porta un paio di pantaloni e una maglietta, Carlos ancora un pantalone, quelli che indossano i ragazzi che fanno la scorta al presidente, anche a shizu nonostante sia piccolina è toccato qualcosa, una maglietta.
Anche dall’infermeria ci fanno un regalo, una scorta di farmaci di prima necessita e abbondante spray antizanzare.
È stato un accoglienza calorosa, brava gente.
Carlos ha fatto diverse missioni, è stato in kosovo in Afganistan e qua, già diverse volte, la prima nel 2006 durante la rivolta, dice che era impressionante, sempre battaglie per le strade e case che venivano incendiate ogni notte, davvero pericoloso, ma ora è super tranquillo, tanto che le forze di polizia delle UN lasceranno Timor Est in dicembre.

Ora andiamo,  Carlos prima di salutarci dice che dobbiamo ritornare per cena, dico no Carlos  è troppo davvero ti ringrazio ma no..e lui - ma non sono io che ti invito, la cena è offerta da  Rodriguez, comincia ad abituarti perché qua siamo 140 e ride,  ok allora 7,30 solo oggi però.

Ora ogni fine settimana facciamo pranzo o cena in caserma, ospitalità portoghese, e i regali continuano, questo fine settimana hanno regalato più cose a shizu, quasi quasi mi offendo.
 Questo sabato come al solito siamo andati a pranzo in caserma, siamo seduti sotto la  veranda a bere il caffè, shizu sta guardando le sue nuove magliette,  quando vediamo arrivare Joao.   Joao è un poliziotto che abbiamo conosciuto il giorno del nostro arrivo a Dili, lo  incontriamo ogni giorno e ogni giorno ci fermiamo a parlare con lui.   Joao è amico dei portoghesi e regolarmente passa in caserma, noi si pensava che il tipo fosse un semplice adetto al traffico, invece è il capo della polizia stradale di Dili, un pezzo grosso.
Come ci vede... ma voi che fate... ah siete amici dei portoghesi... avete problemi... vi do il telefono qualsiasi cosa... un problema…fate il mio nome, poi ci penso io... prima di andare via ha voluto fare una foto con noi,  Carlos mi dice che è una brava persona, 28 anni nella polizia, ed è un tipo corretto, cosa non abituale da queste parti.
Bene che altro vi racconto… cose ne avrei, tante da consumarmi i polpastrelli sulla tastiera, ma per ora basta.