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oggi è un bel giorno per morire

02 aprile 2011

È una bella giornata, abbiamo tenda e vestiti  puliti, ci siamo fatti una doccia possiamo andare.

Percorriamo la statale verso Bourke, ad Augathella  ci fermiamo a fare rifornimento e aspettiamo che passi una burrasca, il tempo è di nuovo cambiato.
 Shizuyo, ancora un poco sconvolta dalla passata  esperienza, con questo tempo  non vuole fare fuoristrada, gli concederò un po’ di riposo, per ora, e mi sacrifico guidando su queste noiossissime strade.







Qua conosciamo Karisse, parla un poco d’ italiano, lo ha studiato quasi 20 anni fa al liceo a Brisbane, gli piace molto, ma ormai ha dimenticato, poi facciamo amicizia  con una coppia di bovari che il sabato, giorno  di festa  si riempiono la pancia con litri di birra, e noi gli abbiamo fatto compagnia, solo una birra, in due.
 La burrasca è passata, nella nostra direzione il cielo è sereno, andiamo, ci fermeremo a Wyandra, in un camping free, con acqua calda, docce bagno, luce, tavolo insomma posto perfetto, se non fosse per la grande quantità di animali volanti, falene, cavallette grilli, zanzare e non so che altri, tanto che ci costringono a entrare rapidamente in tenda, natura…avventura










Domenica 3 aprile
 giornata tranquilla, continuiamo sulla stessa strada verso Bourke, tentando qualche escursione fuoristrada ma con scarsi risultati, strade chiuse o veramente impraticabili, d’accordo, e allora vai, vai con l’asfalto.
Ci fermiamo presto, dopo aver percorso 378 km in una Rest Areas, c’è il tavolo e anche un grande serbatoio di acqua, non potabile ma utile per lavare.

Per cucinare è ancora presto, segnale internet assente così finalmente decido di smontare e controllare il dizionario elettronico di Shizuyo che era finito anche lui nel fiume.
Qualche contatto ossidato, un po’ di terra sotto i tasti, pulito sgrassato eeee…funziona, è tornato nuovo.


Mentre sono intento nel mio lavoro di “tecnico elettronico” viene a prendere acqua un signore.
 Simons, o qualcosa di simile, così si chiama, è in viaggio per l’Australia con la moglie su un  4x4 con carrello tenda al seguito, da un anno, ovvero da quando è andato in pensione.
Parliamo un po’, lui capisce subito che il nostro inglese non è dei migliori e ci aiuta molto cercando le parole adatte, è molto contento, dice che è rinato da quando si sono messi in viaggio, e anche loro preferiscono campeggiare così, dove capita, quando vedono un posto che gli ispira, fatto, li montano la loro tenda.



Lunedì 4 aprile
si continua verso sud, le strade sono uno scassa … noiosissime, lunghi nastri di asfalto, non capisco come possano divertirsi a percorrerle, ogni tanto allungo un po’, poco alla volta così tanto per…diciamo riabituarla, percorrendo qualche strada laterale, chiaramente off road, come nel caso di oggi, siamo entrati nel Gundabooka National Park.
Abbiamo visitato la roccia degli aborigeni, la Yapa Rock Art, posto interessante,  e da buon Italiano ho anche trovato il modo di entrare all’interno della caverna nonostante fosse chiusa e vietato l’ingresso, ma soprattutto sono riuscito a trascinare con me in questa cretinata…la ligia Shizuyo che spaventata continuava a dirmi andiamo via, andiamo via, solo per scattare un paio di foto.










Poi  una lunga camminata.
Di nuovo in sella verso Broken Hill, dopo 356 km, ci fermiamo a Manara, un’altra Rest Areas, simile a quella di ieri, anche oggi ci fermiamo presto, e anche qua niente internet, così provo a smontare la macchina fotografica digitale Samsung nuova nuova, finita nel fiume a Duaringa.
Riesco a disassemblare anche l’obbiettivo e a pulire bene le lenti,  ma quella esterna è graffiata, sicuramente il pietrisco del fiume.
Chiaramente è un gioco, qua sono in mezzo alla polvere, e non basta una soffiatina con la bocca, dovete sapere che un invisibile a occhi pulviscolo sul sensore apparirà un bel punto, poi anche la lente graffiata…ma proviamo, tanto per imparare qualcosa.











Martedì 5
notte tranquilla, esco dalla tenda appena si alza il sole, devo controllare ancora l’obbiettivo, ha qualche problema a scorrere, non si apre tutto.
 L’obbiettivo è composto da 7 anelli con tre incastri ciascuno, quindi una combinazione abbastanza complessa, ancora non riesco a farlo aprire tutto, ma il tempo non mi manca, proverò ancora. 
Anche a Shizuyo cominciano davvero a pesare queste strade, oggi mi ha detto:- come sarà passare per questa strada sterrata-, credo bene, non piove da giorni, quindi è terreno duro.
Arriviamo a Wilcannia per rifornire e quindi con l’approvazione di Shizu si cambia strada, tutto sterrato sino a Broken Hill, passeremo nel National Park Kinchela, costeggiando il fiume e poi campeggeremo sulle rive del lago.
Chiedo alla benzinaia dove posso caricare acqua, e anche l’indicazione per la strada che porta al lagho: ride… dice chiusa, flood, si, ma ce ne sono 2 strade, una su ogni riva, e lei, flood, all underwater, tutto sott’acqua, scusa è una settimana che non piove, ora sarà asciutta, ride  di nuovo, flood,  flood, all flooded, e mi fa vedere il bollettino.
 È la registrazione ogni 24 ore sulle condizioni della strade, sono tutte chiuse… e adesso non rimane che continuare con questa barbossima strada dritta.




E noi che gia ci avevamo già fatto la bocca a questi 160 km di fuoristrada, che sfortuna.
Arriviamo a Little Topar, facciamo rifornimento,  ci compriamo una birra diamo un’occhiata in giro e decidiamo di accamparci lì, ci sono due tavoli e l’acqua corrente.












La sera una coppia di turisti Australiani con il loro camper si sistema poco distante da noi, a un certo punto sentiamo un buonissimo odorino di cucina, chissà cosa staranno cucinando, non facciamo in tempo a fare delle ipotesi che dal camper esce la signora e ci porta due belle fette di un tortino di patate e erbette caldo caldo, fantastico.










Poi in tenda diciamo: chissà se domani ci porta i biscotti per colazione