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oggi è un bel giorno per morire

03 luglio 2012

Goodbye Indonesia


Aeroporto internazionale, ma per favore sta cadendo a pezzi, Polonia in Medan Sumatra Indonesia, aspettiamo l'aereo, 3 ore di ritardo, per Penang in Malesya. Poche ore fa abbiamo sistemato la nostra moto su una "onion boat" insieme a sacchi di patate e altre mercanzie, poi abbiamo preso un taxi ed eccoci qua...ma dove siamo, mah...speriamo che l'aereo sia in ben altre condizioni. 

Avevamo lasciato Yakarta giovedì 21 giugno, finalmente non ne potevamo più, troppo rumore troppo caos e aria irrespirabile. Direzione Medan, nord di Sumatra, il traffico è impressionante fortuna che abbiamo le mascherine antismog  ai carboni che ci hanno regalato alla redazione di Motor Plus. A proposito questo è il primo articolo uscito sul magazine di Motor Plus, è solo una presentazione, il vero articolo uscirà con il prossimo numero di Bikers il mensile dedicato alle moto. Con queste mascherine si respira molto meglio, le usano anche molti automobilisti, vi garantisco che lo smog qua lo si può vedere, ti si attacca addosso, l'aria è grigia. 

Verso sera arriviamo a Merak, individuiamo il porto ma non ci andiamo, sono le 4 e se ci imbarchiamo ora arriviamo a Sumatra alle 7 con il buio e trovare un posto per campeggiare non è facile, preferiamo rimanere e troviamo un posto non lontano, solo 6 kilometri, dal porto in un campo di banane in riva al mare montiamo la tenda e cuciniamo.

venerdì22   uffi che tardi, sono le 7 è un pò di tempo che non riesco ad alzarmi presto, sarà che ancora il mio corpo come dice shizu non sta bene.
Esco dalla tenda e un contadino sta zappettando il campo affianco la tenda, mi dice anche il nome della piante ma non me lo ricordo più. Mentre facciamo colazione  arrivano anche la moglie e la figlia ad aiutare il vecchietto.
Arriviamo al porto faccio il biglietto, 75000 rupie, a dire il vero prima me ne fanno uno da 32000 rupie, poi arriva un altro ragazzo che guarda la moto e dice -” besar ”- vuol dire grande, dico nooo è  normale  e lui - besar besar -  e alla fine ho pagato 75000 rupie , convertite in euro sono 7.
Salgo a bordo e sorpresina la ruota è a terra, pazienza quando arriveremo a Sumatra ci penseremo. Due ore dopo sbarchiamo ma prima di scendere do una pompatina alla ruota. Il primo gommista sulla strada, non bisogna cercare molto sono a decine, mi fermo, smonto la ruota ma la camera come la gonfio per controllare dov’é il buco mi esplode in mano tra le risa di un gruppo di nullafacenti sbracati li vicino, non importa  ne ho una di riserva la cambio rimonto e andiamo.
Non so quanto durerà, in effetti non abbiamo fatto la classica foratura da chiodo, per dirla così, il copertone essendo rotto internamente…umh..diciamo…“mangia” e a volte pizzica la camera d’aria, speriamo di riuscire a trovare un copertone di questa misura.
Comincio a odiare queste strade, gli automobilisti non rispettano niente, è una totale anarchia stradale.
Vediamo un campo di cocchi e ci fermiamo, per cena cucineremo la nostra famosissima zuppa di patate e riso bianco, ci mancava davvero tanto, buonanotte.


sabato 23 giugno
devo dare una stretta al canotto di sterzo, stranamente si è mollato…boh.. mezz’oretta e siamo di  nuovo in marcia ma, dobbiamo aver sbagliato strada perché invece del mare ci ritroviamo in montagna, poco importa sono le 3 sono stanco, ci fermiamo sulle sponde di un fiume a Ulu Ogan.
Primo bagno dopo 3 giorni, sulle strade indonesiane ti fai nero come il carbone, ora siamo freschi e puliti, che bella sensazione.
Shizu attira sempre la curiosità dei locali, uomini  donne e bambini,  che in questo fiume assieme ai bufali vengono a lavarsi, credo dipenda dal fatto che shizu si lava in mutandine e reggiseno, mentre loro i locali  usano avvolgersi in un lenzuolo, che poi è il loro abito tradizionale, chiamato sarung.
i bufali… non ne parliamo, quelli..non è da credere, come entrano in acqua devono scaricare e se fregano chi c’è piu sotto, non guardano niente e ne fanno quantità industriali, eehh… ho capito che il fiume lava tutto, però adesso mi tocca rinsaponarmi.
domenica 24
i rumori fuori ci svegliano, che strano pensavamo fosse tranquillo almeno la mattina presto, esco  e dentro il fiume ci sono diverse persone che accovacciate e avvolte nel loro sarung stanno facendo… e su via capitemi, come i bufali la sera.
Poi si lavano i denti, si insaponano una sciacquata e finito tornano alle loro case.
Noi aspettiamo ancora un pò poi ci laviamo anche noi…  e speriamo che più a monte la gente stia ancora dormendo.
Smontiamo il campo e ci rimettiamo in cammino.
Non so dove siamo ma la ruota è di nuovo a terra, mi fermo nel cortile di un piccolo negozio e la smonto.
Stessa storia di ieri, il copertone ha “bucato” la camera, che palle. In questo paese strano ma non ci sono gommisti, consegno la camera e 100 mila rupie a un ragazzo che con la sua moto va a cercare un gommista nel paese vicino, io ho i rattoppi ma  ho finito la colla.
Un’ora dopo ritorna con la camera rattoppata, rimonto tutto salutiamo e andiamo. 

Il copertone ora ha, a causa delle tele rotte, una bella bugna  e la moto ondeggia, devo andare piano e non devo prendere buche, va beh non ci voglio pensare, speriamo solo di arrivare da qualche parte.  Attraversiamo solo piccoli villaggi e nessuno ci sa dire quanti kilometri mancano per arrivare a Bengkulu, che dovrebbe essere una città abbastanza grande dove poter trovare un copertone nuovo, staremo a vedere.
Non voglio affaticare troppo il copertone alle 2 ci fermiamo in un campo di caffè e montiamo la tenda, appena in tempo e si scatena un nubifragio, 30 minuti poi ritorna il sereno.
È la prima volta che vedo una pianta di caffè, ci sono anche alberi di chiodi di garofano, qua mettono a seccare i frutti del caffè direttamente sulla strada, così risparmiano la spesa della decortificazione, le macchine i camion le moto passandoci sopra li puliscono. 
Ora siamo in tenda, abbiamo cenato solo riso bianco, chissà domani quanta strada riusciremo a fare.  Buonanotte








lunedì 25

 Ore 5, fuori è ancora buio, aspettiamo ancora un po’, poi colazione smontiamo la tenda e andiamo.
Sono le 6,45 quando ci mettiamo in movimento, la ruota è peggiorata la moto muove tutta e faccio fatica a tenerla in direzione, due ore dopo arriviamo a Pagar Alam e mi fermo dalla prima officina che incontro. Spiego al ragazzo la situazione e con la sua moto andiamo alla ricerca di un copertone nuovo, visitiamo i tre negozi di ricambi ma non c’è niente che possa andare bene, forse in tre o quattro giorni possono procurarmi una gomma.
Decidiamo comunque di continuare e tentare la sorte, salutiamo i ragazzi e andiamo, non siamo ancora fuori dal paese che vedo una pila di gomme usate davanti un gommista, provo mi fermo e chiedo, c’è una gomma che potrebbe andarmi bene, è vecchia dura come le pietre ma è pur sempre meglio della mia, contratto il prezzo, prima spara alto, 100 mila rupie, dico no e subito scende a 50mila, sono quasi 5 euro, la prendo.   Rapidamente smonto e sostituisco, guardate che bella, si fa per dire, che vergogna è un ruotino stradale è  piccola di misura ma credo ci porterà a destinazione.
Foto saluti e ci rimettiamo in strada, la ruota è davvero strana ma mi ci abituerò. Alle 3 siamo a Bengkulu, fermo un ragazzo per chiedere da che parte è il centro città, ma siccome non parla inglese telefona a un suo amico che dopo 5 minuti arriva e ci scorazza tra i vari ricambisti alla ricerca di una ruota, ma anche qua niente.
Conosciamo poi anche Nandes, Untoro e Anto bikers del Bengkulu Merzy Club che avvisati dal nostro amico Solihin, leader del Merzy Club di Jember.   Ora siamo loro ospiti al Vista hotel, hanno voluto pagare loro.
Domani andiamo via, verso Medan e che la gomma ci assista.













martedì 26 alle 7 bussano alla porta è la colazione, solo un the e per di più con tanto zucchero, imbevibile per noi.
Alle 9 siamo in strada, direzione Medan.      Il paesaggio ve l’ho detto tante volte è bello se non si fa caso alla spazzatura che c’è in ogni dove. Le strade sono belle, anche se a volte qualche tratto è malmesso, ma sono i guidatori indonesiani il problema maggiore, con il loro modo di comportarsi creano continui ingorghi con il risultato che la velocità media è dei 40 km ora e noi riusciamo a fare solo poco più di 200 kilometri al giorno.
Montiamo la tenda in una piantagione di palme da…non me lo ricordo, eppure Ali Murid me lo aveva detto il nome di questa pianta, Ali Murid è il simpatico signore che viene a far legna in questa foresta, ci ha visto e si è fermato a salutarci.








mercoledì 27
che notte, all’improvviso, saranno state le 11, shizu si sente male, di corsa fuori dalla tenda, vomita e continuerà così con vomito e altre cose per 3 ore.
Poi sfinita riesce a prender sonno, io aspetto ancora un po’ poi mi addormento.
È ridotta male, non vuole mangiare niente, solo riesco a farle bere un sorso di the. Carico tutto sulla moto e andiamo.
Ci fermeremo a Painan in collina e sotto un grande albero di mango monto la tenda. Sono appena le 2 ma shizu è distrutta e si corica subito.
Io vedo di organizzare un riparo con il nylon perché credo, guardando il cielo , che verrà a piovere.
Sono le 4 quando comincia a piovere, alle 9 ancora continua, shizu ancora dorme, non la sveglio, mangio qualcosa poi entro in tenda. 
 Dentro è un lago, non fa niente, sono stanco e non ho voglia di pensarci, poi shizu è sul materassino all'asciutto, domani si vedrà.










giovedì 28   Yeh!!  siamo ritornati a testa in su... 
siamo in mezzo al fango, ieri ha piovuto molto l’acqua è entrata da tutte le parti. Poco importa, shizu sembra stare meglio e questo è bene.
Pieghiamo la tenda con tutto il fango e speriamo di trovare un fiume stasera.
Andiamo, ci fermiamo per pranzo ma mangerò soltanto io, per shizu solo un the, il tipo è  onesto, il conto 10mila rupie, finalmente era qualche giorno che cercavano sempre di fregarci.
Sono le 2 siamo a Bukittinggi, abbiamo percorso solo 140 kilometri ma non ne posso più, la sella della moto è diventata insopportabile, dopo un paio d’ore stare seduti è una tortura.
Passeranno ancora 2 ore prima che troviamo un posto per montare il campo.
È un bel fiume, solo 2 tentativi e trovo il passaggio e un posto perfetto, c’è ancora il sole laviamo tutto e anche noi, poi quando la tenda si è asciugata la montiamo. Siamo a Bonjol e proprio qua passa l'equatore, yeh dopo più di un anno siamo ritornati a testa in su.
Mentre cuciniamo arriva un gruppo di persone che accendono anche un fuoco per mandare via le zanzare, si cerca di fare conversazione, ma saranno molte di più le risate che le parole, come il fuoco si spegne ci salutano e vanno via.

venerdì 29 sono le 5 suona la sveglia, ma fuori è ancora buio, aspettiamo, intanto piego i materassini.
Esco dalla tenda, speravo tanto di essere solo invece nel fiume ci sono già due persone, una a monte e una a valle, accovacciate e avvolte nel loro lenzuolo, e va beh.. mi unisco anch’io alla coppia e metto il mio culo bianco a mollo eee…
Ok, qua abbiamo finito, colazione fatta, moto pronta andiamo, la strada è bella 150 kilometri di curve veloci e tornantini, ci siamo divertiti molto.
Verso le 8 inizia il traffico, che poi non sarebbe nemmeno molto, ma gli automobilisti indonesiani ve l’ho detto…
Pranziamo un ottimo pesce e dopo caricato acqua di sorgente ci fermiamo in una foresta di pini e alberi della gomma.
Esattamente non sappiamo dove siamo, credo vicino a Padang Sidempuan, ma adesso devo mettere su il nylon, pioverà anche stasera.
sabato30 giugno un’altra notte da dimenticare, come era successo a shizu 2 giorni fa ora tocca a me, sto male, forti dolori alla pancia vomito e diarrea, la febbre che sale e scende, la testa che gira e niente forze.
Ma dobbiamo metterci in viaggio, ci rimangono 10 giorni prima che il visto ci scada e non sappiamo se e quando partirà una barca per la Malesya.
Facciamo solo 90 kilometri, di più non posso, siamo a Tarutung è una cittadina con un sacco di hotel, tante chiese, ma tutto carissimo.
Al terzo hotel, quello più economico,  ci fermiamo 120 mila rupie.  Io crollo subito a letto.
Anche il giorno dopo lo passerò nel letto.


lunedì 2 luglio ho messo la sveglia alle 5 oggi dobbiamo arrivare a Medan, anzi a Belawan.
Sto meglio, sono le 6 andiamo, l’aria è frizzante, siamo a 1000 metri, c’è nebbia ma a quest’ora siamo davvero in pochi sulla strada e si può camminare.  Guido per quasi 3 ore, paesaggi bellissimi, costeggiamo la sponda destra del Lake Toba, noi volevamo fare quella sinistra ma ci siamo ritrovati qua...eee cosa volete che vi dica ...avranno spostato la strada...mah. Quando ci fermiamo per prendere un caffè e riposare mi accorgo che il copertone ha ormai le ultime tele fuori e non credo ci porti a destinazione, comunque a fatto 1450 km, proviamo a cercarlo ma qua non lo troviamo. Continuiamo e fortuna vuole che dopo un’ora a Pematang vedo appesa a bordo strada una ruota che dovrebbe… mi fermo…è molto usata ma…va benissimo, la cambio al volo pago, 40 mila rupie e andare.
All’una comincia  a piovere, ne approfittiamo per riposare e pranzare, alle 2 rifocillati ci rimettiamo in cammino e 3 ore più tardi arriviamo esausti davanti all’ufficio dello spedizioniere. La barca parte una volta alla settimana e guarda la fortuna domani, meglio di così non poteva andare, abbiamo appuntamento per domani mattina alle 9, ora andiamo a cercare un hotel. 












martedì3   ore 9 siamo dallo spedizioniere, andiamo all'ufficio della dogana, foto controlli compilazione del carnet e  poi al porto, con una gru solleviamo la moto e la poggiamo sulla coperta di una barcone in legno, poi ritorno in ufficio paghiamo il conto, 700 mila rupie.  È mezzogiorno prendiamo un taxi per l’aeroporto, ci metteremo un’ora e mezza ad arrivare, il traffico indonesiano..