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oggi è un bel giorno per morire

17 aprile 2012

Shizu non ride

Appena svegli un tuffo in mare, l’acqua è immobile limpida come cristallo, nuotiamo un po’ poi rimaniamo seduti comodamente dentro al mare con l’acqua che ci arriva al petto, le onde che si infrangono sul bagnasciuga hanno creato uno scalino naturale, è perfetto.
È ora, facciamo colazione e andiamo, ma ieri ho portato la poderosa forse un po’ troppo sulla spiaggia, ora affonda e non riesco a tirarla fuori.

In nostro aiuto arriva Ferdì con un suo amico, Ferdì è un pescatore che stava passeggiando sulla spiaggia che come ci ha visto in difficoltà è corso da noi.
Ci hanno aiutato a sollevare e tirare fuori la pode dal solco che avevamo scavato nella sabbia, poi mi hanno accompagnato su una zona più compatta, hanno portato i nostri bagagli e mi hanno aiutato a fissarli, ma non se ne sono andati, sono rimasti  per controllare se ancora avessimo bisogno di loro nel breve tratto di sabbia che ancora ci separa dall’asfalto. A Timor Est questo non sarebbe mai successo.
Facciamo sosta per il pranzo a Mbay, mangiamo nasi campur, ovvero riso  pesce e una zuppetta di verdure, il tutto per 20000 rupie, 1 euro e 60, bene vero.
Poi di nuovo in marcia, vi sembrerò noioso e ripetitivo ma che spettacolo questa Indonesia.
Le montagne che sembrano nascere direttamente dal mare hanno tutte le tonalità del verde, sono di un verde…proprio verde,  ci sono fiumi ruscelli e le strade gli corrono affianco disegnandone il percorso, piccoli villaggi appaiono all’improvviso incastonati tra piccole calette o nel bel mezzo della foresta, insomma davvero incantevole.
C’è un tratto molto brutto, shizu scende e mi segue a piedi, io vado ma la stanchezza della giornata non mi aiuta di certo e questa volta cado malamente.

Sbatto con violenza il palmo della mano su un sasso, la gamba mi rimane incastrata sotto la moto e dal serbatoio, siamo in pendenza,  la benzina mi si riversa addosso.
Non riesco a tirare fuori la gamba, ma è il piede quello che mi fa più male, è bloccato sotto il peso del motore e uno spuntone di pietra sta massacrando la mia caviglia, in più sono fradicio di benzina, la gamba destra dal ginocchio al culo.
Cerco di alleggerire il peso sul piede schiacciando ancora di più la moto  verso di me con il risultato di inzupparmi maggiormente di benzina, spiego a shizu cosa dovrebbe fare ma è agitatissima e non riesce a capire semplici parole come piede alza o pietra, pensate che gliele ho tradotte anche nelle lingue che conosce, ma niente.  
Ho dovuto prima tranquillizzarla, convincerla che andava tutto bene, shizu shizu guardami, io sto bene... la benzina... mi sta  rinfrescando le palle, non preoccuparti.
Ora fai cosi, devi mettere una pietra sotto la ruota quando io la tiro a me,  no shizu... guarda ..fammi vedere con la mano dov’è sotto, sotto non sopra, ecco brava..no io non sento niente sto bene..adesso afferra la ruota..no… la ruota, quella ..no..li li ..dove prima..brava..ferma cosi, adesso…ci sei..devi quando te lo dico sollevare, tirare su…non giù, su  verso il cielo capito…aspetta, ma con tutta la tua forza, io proverò a sfilare il piede..ci sei..  
Davvero ancora no so da dove ha tirato fuori quella forza, poco a tanta non ha importanza, senza di lei non ce la potevo fare, grazie ancora  shizu, sei grande.
Sono in piedi, zuppo di benza, con una mano gonfia, la tibia contusa e ferita, il piede dolorante e la pode ancora straiata che piscia benzina dal tappo del serbatoio.
Proviamo ma da soli non ci se la fa, non fa niente shizu, cerchiamo di sollevarla appena quel tanto per non perdere tutta la benzina, io sono morto, non riesco a muovere la mano, montiamo la tenda qua, guarda qua ci sta precisa, poi domani riproviamo, se abbiamo fortuna magari passa  un camion e carichiamo tutto su. Dai dai, guarda che bel posto anche oggi che ti regalo.



Shizu questa volta non ride, è arrabbiata, lei dice preoccupata spaventata.

Passiamo la sera a discutere, gli spiego il  mio pensiero sul dolore  sulla vita  e su quanto siano importanti certe cose, alla fine mi farà promettere di non andare più di proposito a cacciarci in situazioni brutte soprattutto se siamo stati avvisati.
Stiamo montando la tenda quando arrivano 2 signori che spingono, aiutati dal motore, due scooter su per questa salita, subito ci aiutano a sollevare la moto e a sistemarla bene, poi anche loro ci ricordano che la strada è bruttissima e certi punti sono impossibili.
Vogliono anche che noi si vada a dormire al loro villaggio, distate 10 kilometri, no grazie è impossibile, sono troppo stanco, di qua non ci muoviamo, poi domani vedremo.