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oggi è un bel giorno per morire

31 agosto 2009

DAY106. Valery motociclista ucraino

Quarta mattina con partenza senza colazione, causa zanzare o pioggia.



E' tardi, aspettiamo che smetta di piovere e andiamo, ci fermiamo,verso le 11 in un caffè a fare colazione.





Siamo di nuovo in marcia e incontriamo un motociclista Ucraino, Valery in sella a un Africa750, di ritorno da Vladivostok , ci si ferma, si scambiano impressioni e informazioni, ci dice che a Irkutsk c’è una “biker house”, poi le foto, e “ good trip” di nuovo in sella.


Il paesaggio ora è cambiato, lasciate le paludi, che abbiamo percorso per 2000 km, ora è un paesaggio con colline, e boschi, a tratti umido ma decisamente migliore, molto meno civilizzato, meno pompe di benzina e sempre più cara, la strada a tratti con asfalto vecchio e a tratti  pietra e terra, paesi sempre più piccoli.

Ci accampiamo ai bordi di una pineta, facciamo un bel fuoco, preparo una zuppa .

oggi fatti 551km.



30 agosto 2009

DAY105

La mattina devo mettere sacchetti di plastica come calze, gli stivali fanno acqua da tutte le parti.

Entriamo a Novasibirisk, un taxista ci offre un the caldo, fa un freddo cane e ci spiega come uscire dalla città, premette che non è facile, difatti dobbiamo ancora chiedere informazioni, questa volta ci disegnano la mappa, precisa, grazie.

Accampiamo vicino a Krasnojarsk, troviamo un posto sulle alture di una  città, senza zanzare, incredibile.

.Oggi 645 km

29 agosto 2009

DAY104

Partiamo da Omsk la mattina presto, sono le 6, andiamo verso Novosibirisk, la strada è dritta , veloce, qua  spesso si incontrano delle piazzole di sosta dove grazie a un ponte si possono fare lavori di manutenzione, e cambi di olio ai mezzi.




Dopo 694 km vicino a Novosibirisk,  entrando in città, perdiamo la strada,  
vi ho detto in città niente indicazioni, comunque decidiamo ascoltando anche le indicazioni di un benzinaio di percorrere una strada, che finisce dopo pochi km per trasformarsi in un percorso da fuoristrada  fangoso.



Un signore ci dice impossibile passare, la strada è chiusa, ma noi continuiamo ancora un po’, poi cadiamo, così per oggi basta, ci fermiamo in un campo, montiamo la tenda ci togliamo i vestiti bagnati, una buona zuppa, in tenda con il fornello acceso per asciugare almeno le mie calze, e buonanotte.



28 agosto 2009

DAY103

Mi sveglio e attaccate alle finestre di aerazione della tenda ci sono decine di zanzare,una scena da film di Hickok, sono li, con il pungiglione affilato, pronte a massacrarci non appena mettiamo il naso fuori.

Ci vestiamo in tenda compreso caschi e guanti , con la velocità del fulmine smontiamo tutto e scappiamo.

Partiamo, Makusino,  Isim e finalmente dopo 594 km arriviamo a Omsk, siamo stanchi, sporchi e bagnati, piove e sembra  non voler smettere, ci appare davanti un motel, ci fermiamo, doccia e stasera cena senza zanzare, che tranquillità.

27 agosto 2009

DAY102 cambio gomma

Ci alziamo e andiamo senza fare colazione, smontiamo il campo con i caschi indossati e i guanti, troppe voraci zanzare.
Shizuyo è stata punta  sulle palpebre e ora ha gli occhi praticamente chiusi e gonfissimi.

Portiamo la moto sulla strada  e smontiamo la ruota, cambio la gomma e la camera, rimonto tutto ma quando gonfio la ruota il compressorino si disintegra, l’aria dentro la gomma è poca, ma decido comunque di provare da solo a raggiungere un distributore distante un paio di km , smonto le valige per avere meno peso e provo, non faccio neanche 200 metri, impossibile, mi guardo attorno, c’e una casa in riva al lago, provo, mi incammino, una  signora sulla porta mi saluta, gli faccio capire di cosa ho bisogno, mi dice di andare a prendere la moto.

 Quando ritorno mi aspetta sulla porta di casa con una pompa da bici, di quelle antiche, provo ma dopo vari tentativi con scarsi risultati, chiama suo marito, un gigante che con solo tre pompatine ridona dignità alla poderosa.

Mi invitano a casa loro per un the, dico che ho lasciato Shizuyo in strada, vai a prenderla e tornate assieme mi dice.

Come arriviamo il the è pronto, Marina, così si chiama conosce qualche parola di inglese, oggi è il suo compleanno, ci fa vedere la sua casa e il lago, è un campeggio, ma dice che c’è crisi e che quest’anno non c’è nessuno, ci credo penso io con tutte queste zanzare.

Foto saluti e si riparte, 15 km dopo a 130 km orari la moto comincia a sbandare, destra sinistra, Shizuyo si spaventa, gli urlo di stare ferma, tolgo gas cercando di controllare la direzione, rallento e in un traverso che sembra non finire mai tagliando tutta la strada nel senso opposto riesco ad accostarmi dall’altro lato, siamo stati fortunati, non è passata neanche una macchina.

Smonto la ruota, camera c’aria disintegrata, buona solo per farci degli elastici, problema, che fare, fermo il primo che passa, è un camionista , lascio Shizuyo seduta su una valigia e carico la ruota, mi faccio accompagnare da un gommista, dista 20km.

Il gommista non ha camere d’aria, prova a telefonare in città, bisogna aspetta dice,           quanto? faccio io,              apre le braccia, Russia dice, capisco che la cosa si farà lunga.

Lo richiamano dopo 2 ore la misura non c’e, perfetto, che misure hanno,     aspetta,   mi dice,             quanto..ahh non ha importanza, russia faccio io mettendomi a sedere, lui ride             russia russia dice, mi offre un the e cerca di fare conversazione, ma con scarsi risultati, così chiama al cellulare un amico che un po’ parla inglese e cosi poco alla volta ci conosciamo.

 Passa ancora un'altra ora e lo richiamano,  mi dicono quello che hanno, a me serve una camera da 17 quella che più si avvicina è da 19, ok la prendo, quanto per arrivare qua, mi guarda e ride,    russia dico io,    russia e ride, ascoltiamo dell’ottima musica rock russa e parliamo, sempre con l’aiuto dell’amico al cellulare. 

Sono appena 4 ore che sono qua e già è arrivata la camera, che efficenza, pago e velocemente rimonto tutto.

Ora devo tornare da Shizuyo, è 4 ore che è in strada, sarà preoccupata, devo trovare un passaggio, ma Jorge,il gommista, chiama un suo amico e mi fa accompagnare, mi regala anche due cd di rock russo.

Shizuyo è li, seduta sulla valigia, affamata come lo sono io, sono le 3 e ancora non abbiamo mangiato niente, rimonto la ruota e partiamo, cerchiamo di fare km, passiamo per Kurgan ci fermiamo prima di Makusino, è tutta una palude, trovare un posto senza zanzare non è possibile, montiamo la tenda e cuciniamo dentro, oggi giornata massacrante, km pochi, solo 350.



26 agosto 2009

DAY101.la malachite...

Colazione sotto la pioggia, andiamo.
 Oggi la strada è un cantiere continuo, per errore entriamo in una città, qua, in città spariscono  i cartelli stradali, e non conoscendo i nomi delle prossime città è complicato chiedere informazioni, ci vorrà più di un’ora per imboccare la strada giusta.

Sulla strada nei pressi di Sim ci sono negozietti che vendono cineserie, ci fermiamo per vedere se hanno una carta stradale, niente solo grandi atlanti, ma il ragazzo è molto simpatico, chiama anche gli altri venditori e organizzano uno spuntino in nostro onore, ci fanno vedere i loro negozi, che poi sul retro sono anche le loro abitazioni.

Vogliono sapere del nostro viaggio, sono molto preoccupati per Shizuyo, dicono che fa freddo a dormire fuori e che è pericoloso, una signora la invita a dormire da lei.

Il ragazzo ci scrive i nomi di tutte le città che incontreremo sino a Vladivostok, in russo cosi da poterle, non senza sforzo individuare sui cartelli, e la relativa pronuncia, vi ho detto che i cartelli stradali sono solo scritti in cirillico.

Ci parlano della Malachite, e ci mostrano l’utilizzo di questa pietra, soprammobili, gioielli e altro, noi non compriamo niente, ma loro ci regalano un souvenir fatto con questa pietra, e ci mandano via solo dopo averci riempito le borse di cetrioli frutta biscotti e cioccolata, che dire “c’est la vie”

Si riparte, ora con più spavalderia, abbiamo la mappa, insomma qualcosa di simile.

La strada vi ho detto è tutta un cantiere, si procede con molti rallentamenti, alle 4 ci fermiamo in un paesino nei pressi di Cel’abinsk a fare la spesa, supermercato barricato, si paga prima, la Russia.

Si cambia fuso orario, sono le 6, due ore avanti.
Ok si riparte, con i cantieri, l’entrata in città e il cambio di ora, sono le 6,30 e i km sono pochi, prima curva, ai ai ai, abbiamo forato il posteriore, dobbiamo fermarci, siamo fortunati c’è subito una stradina sterrata che porta in un campo, la imbocco e mi fermo affianco al solito boschetto.

 Il posto è pieno di zanzare, zanzare killer.

Cena veloce e subito in tenda a curarci le ferite, povera Shizuyo, è tutta punta.

Oggi 470 km



25 agosto 2009

DAY100

La giornata è bella, non troppo fredda, la strada continua diritta e veloce,attraversiamo città come Syrzan, Samara, Okt’abr’skij, Ufa.

Nell’ultimo paesino dopo Ufa, circa 60 /70 km, ci fermiamo a fare la spesa, conosciamo uno strano personaggio che ci racconta, in un guazzabuglio di lingue i suoi viaggi in giro per il mondo, facciamo amicizia con dei bimbi locali, e dopo le foto che sono d’obbligo da queste parti, ci insegnano una strada alternativa.

A proposito, vi ho detto che la nostra per cosi dire mappa è finita a SAMARA, e che ora viaggiamo così, verso est, seguendo le indicazioni di una bussola, regalo di uno sponsor, che ci è stata già di grande aiuto su una montagna del Kosovo.

Ci accampiamo in un bellissimo posto, una grande pianura, tira un venticello freddino, ma non importa, io ancora non sto bene, ma miglioro.

Anche oggi ci ha fermato la polizia, no problem, abbiamo messo in scena il nostro spettacolino e dopo  poco sgarbatamente ci hanno mandato via.

Oggi abbiamo fatto 620km


24 agosto 2009

DAY99

Partiamo da Volgograd, poi Kamysin, Saratov, Vol’sk, percorriamo su una strada veloce tra campi di girasoli e un grande fiume quasi 620 km, ci accampiamo in un campo nei pressi di una linea ferroviaria tra Vol’sk e Syzran.

Shizuyo dice che della Russia vedremo solo la strada.


23 agosto 2009

DAY98

Partiamo sotto l’acqua, la temperatura è di 13 gradi, pensare che solo pochi giorni fa eravamo a più 20, chissà come sarà più avanti.
La strada non è bella, ma è veloce e il traffico è ordinato, gli automobilisti rispettano le regole, chiaro qua i controlli sono tantissimi, radar, telecamere, posti di blocco in continuazione, qui o paghi o ti sequestrano l’auto.

Anche oggi con la polizia ci è andata bene, noi abbiamo escogitato una nuova tecnica, facciamo finta di non capire assolutamente niente, apriamo le braccia sorridiamo e diciamo grazie grazie, e cominciamo a raccontare la nostra avventura.
I poliziotti continuano a parlare, facendo anche dei buffi tentativi in inglese, ma noi, grazie grazie sorridiamo e continuiamo a raccontargli del nostro viaggio, già, proprio come due imbecilli, ma funziona, il conte Mascetti ha fatto scuola.

Arriviamo a Volgograd e ci accampiamo vicino a un lago, stiamo ancora montando la tenda quando ci viene a trovare Vladimiro, un pastore con le sue mucche.

È molto interessato alla nostra moto, sembra capirne un poco di meccanica, controlla e mi fa molte domande, poi si allontana, ritorna dopo 10 minuti con una busta di belle pere e ce le dona.

 Tira fuori un libro, di quelli stile Harmony, vuole che gli scriva una dedica, accipicchia sono famoso anche in russia, facciamo alcune foto, ci parla della sua passione per Celentano, dice che se vogliamo quando ritorniamo indietro, possiamo essere suoi ospiti e ci lascia il suo indirizzo, raduna le sue mucche e va via.

Preparo una zuppa di patate, e mangiamo un salamino dal sapore di mortadella, non ci piace neanche un po’…pazienza.

Sto sempre a pezzi, prendo il mio rimedio per l’influenza, vediamo vediamo stasera mi tocca. ..ummm.. ok,  prendo questa e questa, buonanotte.

Oggi fatti 600 km.



22 agosto 2009

DAY97...20 dollari di tangente...

Sono le 5 stiamo facendo colazione, quando come una furia irrompe, dopo aver bussato il guardiano dell’albergo, cercava il fuoco, continuava a ripetere -fumo fumo, dovè il fuoco- tutto questo in russo, già perché la stanza ha il rilevatore di fumo e noi scaldando il pane ne avevamo fatto, diciamo un pochino di fumo, ha aperto la grande finestra, continuava a parlare e voleva portarsi via il nostro trangia, non lo sopportavo più e alla fine l’ho spinto fuori dalla stanza, rivolgendogli alcune espressioni  tipicamente italiane. 
 
Partenza da Sochi, andiamo a fare benzina, la prima stranezza, bisogna pagare prima, il benzinaio sta barricato dentro a una casetta corazzata, dici quanta benzina vuoi, paghi e poi vai alla pompa, noi per risparmiare mettiamo benzina di bassissima qualità,76 o 80, ma la poderosa digerisce tutto, anzi sembra funzionare meglio.

 Percorriamo la strada costiera fino a Dzhubga, poi verso l’interno e ci accampiamo vicino a Krasnodar, lungo la strada siamo stati fermati 4 volte dalla polizia, tutti volevano soldi, uno di questi controlli per una mia svista, c’e costato 20 dollari, ho aperto il portafoglio dalla parte sbagliata, dove appunto cera in bella mostra una banconota da 20 dollari.

 Il polizziotto ne voleva 200, per farla breve dopo più di mezzora non ne potevo più, ho preferito pagare e così andare via, non che non avessero ragione, ci avevano fotografato, devo dire una bella foto a 110 km, dove il limite era 70, però dai,  siamo turisti,  dov’è  finita la cortesia verso lo straniero.
A parte le battute devo dire che in Italia avrei già perso tutti i punti della patente, comunque, il poliziotto i soldi se li è messi in tasca, gli abbiamo fatto un bel regalo.

  Sistemiamo la tenda davanti a un campo arato di fresco, sotto a un boschetto di….come sapete la mia conoscenza in materia è limitata, li chiamerò più semplicemente…alberi.

 Il posto è tranquillo, io non sto molto bene, ho preso l’influenza, ho gli occhi gonfi e la testa pesante e tutto il corpo dolorante, tiro fuori la casetta dei medicinali e mi metto subito al lavoro, preparo uno dei miei famosi cocktails.
 Ho 4 compresse di flumicil effervescente, 3 bustine di aspirina senz’acqua, 10 compresse di aspirina, 3 bustine di tachiflu, 12 compresse di tachipirina, e 4 capsule di una medicina comprata in Spagna, dalla scritta sul blister ormai indecifrabile che ricordo serviva per la febbre, mischio tutto, perfetto.

Aspettate, non prendo tutto questo adesso, lo doserò nei giorni e, dovrebbe funzionare.

Oggi fatti 463km


21 agosto 2009

DAY96.

Fermi a Sochi in hotel, il tempo è brutto, facciamo provviste, sistemiamo le valige, riparo il materassino e la sacca stagna che si sono bucati a Trabzon, probabilmente sul traghetto, e riposiamo.

Domani ci aspetta l’inizio di un lungo viaggio, più di 11000 km in solo 26 giorni, non possiamo permetterci divagazioni.








20 agosto 2009

DAY95.....Madre Russia...finalmente..


È una bella giornata sono le 10 siamo davanti al porto di Sochi, fermi in rada.
Alcuni membri dell’equipaggio tirano fuori le canne e si mettono a pescare, questo ci insospettisce un po’.

Sono le 12 e ancora l’equipaggio sta pescando, noi abbiamo fame, recupero del pane dalla cucina  e del the dalla sala equipaggio, al bar costa 1 dollaro, troppo per noi.

Vi avevo detto dell’odore, durante la traversata con il vento ancora era accettabile, ora è diventato imbarazzante, gli uomini dell’equipaggio vanno in giro con bombolette spray a purificare l’aria, a noi e toccata quella al profumo di pino, ummm… adesso si, l’opera è completa.

Alle 2 una delegazione di passeggeri compresi noi va tutta unita e baldanzosa  a parlare con il comandante, vogliamo spiegazioni, vogliamo entrare nel porto, il comandante non si trova, ci dicono che il porto è pieno e che entreremo domani, tutto il giorno e un’altra notte a bordooooo, aiutoooooooooooo c’è da impazzire.

Siamo ormai un nutrito e variopinto gruppetto, e siccome ci si può  tranquillamente parlare da prua a poppa ci conoscono da tutte le parti della nave, consapevoli della nostra forza andiamo al bar e prendiamo da bere senza pagare niente e, cosi facciamo per tutta la sera, alle 7 ci servono anche un’ottima cena, gratis, e per finire anche il the .

Ci stiamo preparando ad affrontare un’altra notte quando, un avviso di bordo, si può entrare in porto stasera, urra.

 Sono le 9,30 quando attracchiamo alla banchina del porto di Sochi.

Possono scendere solo i passeggeri a piedi, prima c’è il controllo doganale dei passeggeri, poi quello dei mezzi, controllo passaporti, poi compilazione dei moduli per il veicolo, non solo a noi che siamo stranieri, ma anche ai russi, a casa loro.

Erano le 10 quando sono cominciati i controlli, adesso è l’una, e finalmente abbiamo il permesso di sbarcare i mezzi, ma non è finita, ora c’è il controllo della moto, borse documenti ecc,ecc,come al solito, la poderosa deve avere un permesso speciale che devo sempre portare con me, il commissario me lo ha ripetuto all’infinito, non abbandonarlo mai, sempre con te.
Questo permesso dura 15 giorni, devo rinnovarlo il 04 settembre, il commissario mi dice che posso farlo in qualsiasi posto di polizia, mi dice entri consegni il vecchio e ti danno il nuovo.

In tutto questo mi ha aiutato Maxim, un motociclista russo che parlava inglese, di rientro da una vacanza in Turkia con la sua sposa Olga.

Sono le 3 il commissario mi augura buon viaggio, posso uscire, dentro in dogana ancora ci sono le 5 macchine russe di cittadini russi, incredibile.

E’ stata un odissea, ma ora davvero siamo in RUSSIA, è tardissimo, siamo stanchi, sporchi e puzziamo, dobbiamo trovare un albergo economico.

Ancora una volta ci aiuta il nostro amico motociclista, ci porta in un hotel, il più economico di Sochi,120 dollari, non c’è wi-fi, il bagno è uno schifo, no aria condizionata, ma in compenso una marea di culi e di tette  girovagano tra la reception  e i piani.

Sono le 4 quando usciamo da quella che qua alla reception  hanno definito come doccia, buonanotte.


19 agosto 2009

DAY94.....Russia arriviamo............








Vengo svegliato dal rumore della pioggia sulla tenda, sono le 4 devo uscire a mettere il nylon.
Alle 4,30 i lamenti che arrivano dalla moschea mi svegliano completamente, rimango sdraiato ascoltando l’mp3 e aspetto le 7 .
Shizuyo si sveglia, andiamo in negozio a salutare il nonnino  la sorella e i figli di Yasar, vanno al campo a raccogliere le nocciole, oggi vogliono finire, così ad aiutarli va anche Gokhan il pescatore.

Ager la figlia di 15 anni, abbraccia Shizuyo e non smette di piangere .

Torniamo in tenda e facciamo colazione, poi smontiamo tutto e carichiamo la poderosa, Yasar ci chiama, chiude il negozio e saliamo a casa, la mogle Seher ci ha preparato le pannocchie con il the, e un sacchetto di nocciole di I qualita da portare in Giappone.
Ancora Yasar ci rinnova l’invito a tornare, quando vogliamo, questa è una famiglia dice.

 La gente da basso continua a citofonare, vogliono che apra il negozio, ma Yasar fa finta di niente, continua a parlare con noi.

Ora basta, è l’ora di andare, davanti al negozio una piccola folla, tutti vogliono salutarci, strette di mani, foto saluti.
Passiamo anche  a salutare il barbiere e i vecchietti della sala da the, sono tutti molto contenti.

Ok siamo pronti andiamo.

Arrivati a Trabzon andiamo a fare il biglietto,  la nave parte domani,  giovedi 20, ma una volta all’agenzia ci dicono che la nave non parte domani ma, parte oggi mercoledi 19 alle 6.
Molto bene, avevamo tre date per il visto, in coincidenza con la partenza della nave , il 17 il 20 o il 21, Shizuyo ha deciso per il 19, non centrava niente , ma 1-9 in giapponese si legge iku, iku tradotto vuol dire andiamo, cosi Shizuyo ha pensato che questo poteva essere un buon giorno per noi anche se non era un giorno di partenze, e cosi e stato, strana coincidenza.

Facciamo il biglietto, qua accettano solo dollari, ne vogliono 300, contratto per 240 più 20 turkelire, per la moto!!!!??
Ora sono le due, non vi sto a raccontare cosa è successo dopo, cosa abbiamo dovuto fare per entrare nel porto, e una volta dentro, le assurdità, cose fuori da ogni logica, comunque, ora sono le 4 e siamo davanti alla nave.

Aspettiamo che salga anche l’ultima macchina, poi mi fanno cenno di entrare, è rimasto solo un piccolo corridoio fra un muletto e una volvo, gli facci cenno che non ci posso passare, ho le valige impossibile, non ci passo, ma niente, avanti avanti, mi incastro ,ve lavevo detto!, il proprietario del volvo gli urla qualcosa in russo, mi sembra molto arrabbiato.

 Mi spingono un po’ indietro e smonto le valige, rientro ma quando metto la moto sul cavalletto laterale vado a sbattere contro la volvo, devo riuscire e accostarmi di più, non vogliono, mi fanno scendere e dicono che la spostano loro, non è possibile gli dico, pesa molto, ma niente, mi dicono di andare.
Io e Shizuyo ci spostiamo fuori, ci sediamo su una bitta  e guardiamo ridendo gli sforzi di 5 uomini, lo spazio è poco, la moto pesa davvero, non ci riescono, ora con lo sguardo mi cercano, finalmente mi vedono, io apro le braccia ridendo, allora, tutti si mettono a ridere e mi chiamano, ok ok arrivo.

La moto è sistemata, andiamo a fare il controllo dogana e a timbrare i passaporti.

Sono le 5 risaliamo a bordo, la nave parte alle 18, le 18 turke,. Già sapete, vuol dire qualsiasi ora dopo le 18.

Ore 9 il portellone si solleva, mollano gli ormeggi, si parteee, RU……aspetta vogliamo essere sicuri…. ora si, siamo fuori dal porto, ci guardiamo e come fosse un gesto liberatorio gridiamo RUSSIA  ARRIVIAMO.

Il mare è una tavola eppure questa nave non riesce a stare ferma, la puzza di gasolio e di olio motore insieme all’odore di cibo proveniente dalla cucina di bordo conferiscono subito la classe di questa nave.

Non importa ci impossessiamo subito di tre poltrone rigorosamente con schienale rigido e cerchiamo di addattarvi il nostro corpo.
La notte la passiamo, Shizuyo  incastrata tra i braccioli delle poltrone, io sdraiato a terra, è tutto aperto c’è vento e noi abbiamo freddo.