lllllllll

oggi è un bel giorno per morire

26 settembre 2013

ancora uno e poi basta

Ancora uno e poi basta..
Si dice sempre così, doveva essere l’ultimo, l’ultimo giro di giostra… e invece…e invece ancora uno, ancora uno e poi basta. Poi la poderosa va in pensione.
Che volete farci, non sa resistere ferma.
Non è colpa mia, è lei che ha tanto insistito e lo sapete, una donna sa come farsi ubbidire, e la Pode è una signorina testarda, davvero.

È successo che Giacomo un amico motociclista, felice possessore di una “Royal Enfield” e di una “Tenere” per i giri in fuoristrada, con il pallino dei “giretti”, di quelli che ci piacciano tanto, un giorno mi propone di fare, appunto “un giretto”, 4 giorni a scorazzare per la Sardegna, io con la pode e lui con la sua tenere.

Oh… Giacomo mi piacerebbe, ma lo Pode è messa male, perde olio surriscalda e butta fuori l’acqua, il mono è schioppato, le forcelle vanno a pacco, il disco posteriore è sotto misura e  si è rotto in diversi punti, quelli anteriori anche loro sono come carta velina e in più ho finito le pastiglie dei freni e sta raschiando il metallo, ho anche su le gomme stradali, dove vuoi che vada così, e poi è stanca ormai è pensionata,mi dispiace….
Questo è quello che stavo pensando mentre la guardavo, ma ben altre parole uscivano dalla mia bocca:. e quando volevi partire, ah.. a che ora…quanti giorni..con la tenda..io porto per cucinare..tu porta la caffettiera, si si io ho sempre qualche attrezzo dietro, allora alle 8 da casa tua ok..ciao a presto..  questo è  più o meno quello che è successo.

Non so cosa sia stato ma credo che la poderosa abbia poteri paranormali, controlla la mia mente, già già, questa mi sa che è l’unica spiegazione, l’ipnosi silenziosa… ma allora esiste davvero, bho.. lasciamo il paranormale e passiamo ai fatti:

Carissimi, questo mini tour è stato una sorpresa, bellissimo, e vi assicuro che qual cosina in giro per il mondo mi è capitato di vedere, ma da queste parti ci sono posti che ti lasciano senza fiato, davvero stupendo.
4 indimenticabili giorni, questo è il giro, siamo partiti da Santa Teresa in compagnia di Stefano un amico motociclista di Giacomo, che ci terra compagnia fino al primo pomeriggio.

 Da Santa saliamo su verso Tempio, qualche bella strada bianca, qua Giacomo è ancora un po’..rigido..và, diciamo così e collezionerà una bella serie di cadute, e siamo al Limbara e poi Berchidda, una sosta con frugale spuntino e foto presso la piccola chiesa medievale di Otti, davvero  molto carina.

Riprendiamo il viaggio e ci fermiamo non so dove per pranzare, ma l’unico bar che c’era non aveva assolutamente niente, e va bhè, un caffè e un paio di battute con la cameriera possono bastare. Stefano ci saluta, lui rientra a Santa Teresa, io e Giacomo proseguiamo verso Buddusò e poi Lodè e Lula Orosei e Cala Gonone, dove credo che su una spiaggia li vicino abbiamo fatto il campo per la notte.
 Per arrivare a questa spiaggia abbiamo dovuto superare un guado e Giacomo lo ha affrontato, il suo primo guado, in scioltezza e con la grinta da vero endurista, bravo Giacomo. Bravo per poco, la mattina dopo su questa stessa strada, prenderà una mina memorabile, ancora non ho capito bene la dinamica della caduta, ma si sa, il ragazzo le prime ore del giorno è sempre un po’ “rigidino” . 
   
Montiamo le tende, mentre Giacomo lubrifica la catena della sua moto io cucino, -che cosa-  ma la mia solita zuppa di riso con verdura, un classico e poi è piaciuta anche a lui

La mattina bellissimi tornanti, monte Tului poi Tolana, Villagrande, Arzana e per finire Gairo Taquisara, una tappa obbligatoria. Gairo Taquisara è un delizioso paesino tra le montagne e i boschi dell’Ogliastra con un’altrettanto piccola stazione attiva solo per il passaggio del famoso treno turistico, il trenino verde, così si chiama.  Abbiamo fatto il campo al di là della ferrovia in un area da pic nic, abbiamo cucinato, non vi dico cosa e ci siamo anche concessi una doccia, e ci voleva, da una fontanella, ma la cosa più affascinante più tenera più..più e basta e stato vedere Giacomo correre incontro al trenino verde per salutarlo.



Oggi è stata una bella giornata di fuoristrada, abbiamo smanettato un bel po’ su dei sentieri di pietraia a tratti davvero duri, impegnativi, ma che soddisfazione.


La mattina, dopo abbondante colazione con pane e nutella, Giacomo è un fans, mi ha fatto una tesi di laurea su questo formidabile alimento, quasi quasi la provo anch’io, buona è buona, ma preferisco il classico miele.
Dicevo dopo abbondante colazione percorriamo una bella strada di asfalto tutta curve e arriviamo a Perdasdefugu poi Escalaplano.
Vicino a Orroli ci siamo fermati per fare una visita a “Nur Arrubbio”, un’area archeologica al centro dell’altopiano di Pranemuro, L’Arrubbio è uno dei nuraghi più importanti della Sardegna, un po’ di cultura non guasta.
Due gocce d’acqua ci accompagnano verso Nurri poi Villanova Tulo, Laconi, Genoni ed entriamo  nel parco della Giara di Gesturi, più conosciuto come il parco della Giara,” l’isola nell’isola”, un luogo magico dicono. Qua e solo qua vive allo stato naturale il cavallino della Giara, caratteristico per la piccola stazza.
Individuato su un’altura un bel posto per piazzare le tende, ci portiamo non senza una caduta a testa anche le moto e montiamo il campo, ci rilassiamo sorseggiando un buon caffè e dei torroncini squisiti che Giacomo aveva comprato la mattina, poi ci facciamo una doccia presso un abbeveratoio per animali e via a cucinare prima che si faccia notte.










La notte per me è stata tranquilla, a parte quando Giacomo alle prese con un cavallo imbizzarrito pronto a caricare le nostre tende, dice lui,  ma l’ha  sognato sicuramente, pretendeva che uscissi a guardare nel buio più buio  un cavallo immaginario, il ragazzo sofre di incubi notturni, sarà stata la caffeina…ma va là dormi cavallo imbizzarrito.

La mattina lasciamo a malincuore questo posto e andiamo a Funtana Raminosa, dove c'è una miniera di rame abbandonata. Volevamo visitarla ma è aperta solo nel periodo estivo, pazienza sarà per la prossima. Qua facciamo uno spuntino con pane mortadella e poi percorrendo su e giù un sentiero che a definirlo spettacolare è poco arriviamo..esattamente non lo so. Comunque poi passiamo a Samugheo e poi Ghilarza, Bonorva Ploaghe Nulvi Sedini Badesi e per finire Santa Teresa.
Un’altra cosa, sulla via del ritorno ci siamo anche fermati a pranzo in un paese, ma non ricordo quale, abbiamo mangiato anguille e altri pesci alla brace e poi un sacco di “ammazzacaffè”, sarà forse per questo che Giacomo al rifornitore ne ha preso in pieno questo macchina..!!e non è neanche tanto piccola..mah.











Non vedo l’ora che rientri shizu, deve assolutamente conoscere questi posti, ah ..ah..mi sa tanto che…ancora uno e poi…non basta.!!   

   
Che incubo smontare i pallet, anche quando riesci a schiodare le tavole, e sono poche, le altre si rompono, di quelle che recuperi non ce ne una uguale, tutte differenti e tutte storte, se lo sapevo prima..sicuro avrei fatto lo stesso, lo so lo so.     È stata una faticaccia ma mi sono divertito e il risultato è proprio come lo volevo, mi piace.  Ho le mani piene di schegge ma che importa, lavorare il legno è rilassante, ti fa sentire in armonia, toccarlo piallarlo carteggiarlo, sentire il profumo della resina, camminarci a piedi nudi… che dire…non ha prezzo.  C’è chi voleva le assi tutte alla stessa altezza, in squadra e della stessa misura, al massimo un paio di misure, stesse venature stesso colore, per fare.. –tuttounbeldisegnoordinato-.Ma va là, cosi son capaci tutti.
 Tutte diverse c’è più gusto, provare decine di combinazioni e alla fine trovare l’incastro perfetto, o quasi,  se è un pò più alta un pò più storta, che mi frega.     Siamo tutti  diversi e questo è legno, è vivo e ogni pezzo ha una sua personalità.            Gente di poca, di nessuna fantasia, non sanno sognare e la vita senza sogni, senza fantasia è piatta monotona… come un pavimento tuttounbeldisegnoordinato…stesse venature stesso colore  ma senza niente da raccontare.


Come vedete questo è il risultato, non è ancora ultimato del tutto, manca ancora un particolare ma ve lo faccio vedere la prossima volta,  intanto che ve ne sembra, a me piace, e a voi.