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oggi è un bel giorno per morire

30 marzo 2011

...un divertimento...lungo 3 giorni...

Primo giorno
Sveglia all’alba, pioviggina, lo ha fatto tutta la notte, ma il posto che abbiamo scelto era perfetto, il catino della tenda è rimasto asciutto, anche se intorno ci sono alcune pozzanghere.
Lo spettacolo ieri sera era da film western, di quelli alla  John Ford, la parete della montagna era illuminata, e lo spettacolo davvero suggestivo anche se un po’ diciamo,  appannato dalla pioggia.
Facciamo colazione, salutiamo le 2 coppie di turisti australiani, anche loro hanno passato la notte qua a bordo dei loro camper, sono simpaticissimi, soprattutto il grassottello  Grant.










E ora via verso Tambo, sono 250 km di strada sterrata.

Passaggio al distributore per rabboccare e riempire una latta vuota da 5 litri di benzina, come scorta, e poi non ascoltando i consigli di alcuni camionisti decidiamo di andare su questa strada.

La strada è un massacro, piove a volte a dirotto, molti guadi, ma è il fango la cosa più pesante, e con le gomme da strada che abbiamo montate noi è quasi impossibile.
A un certo punto usciti da un guado la ruota anteriore entra in un canale di quelli lasciati dalle gomme dei fuoristrada, mi prende sotto,  provo a dare gas, ma la posteriore pattina e va in controsterzo, la  ruota anteriore  non riesce a uscire dal solco, si impunta e scivolo, la valigia laterale si impianta a terra fa da perno e ci ribaltiamo:
 nessuna conseguenza per noi, ma come già era successo in precedenza la valigia si piega e  le staffe si aprono.
Ok, nessun problema che un buon martello non possa risolvere, 10 minuti e siamo di nuovo in marcia, che fatica.























Ancora una decina di km, e i freni anteriori sono strani, fanno rumore e la pompa ha perso pressione, mi fermo per controllare e noto che si stanno limando i già consumatissimi e sotto misura dischi così decido di cambiare le pastiglie.
È una fortuna, ne avevo ancora due coppie che Graziano di Espressionemoto  ci aveva regalato.

30 minuti, un caffè caldo i complimenti di Shizuyo e via, andiamo.











Abbiamo percorso 127 km, ne restano ancora 114, siamo partiti alle 8,30 e ora sono le 3,30.

7 massacranti ore per fare 127 km, arriviamo davanti ad un tratto in salita fangoso, ma davvero impraticabile, Shizu scende, come ha già fatto decine di volte da questa mattina, e mi aiuta spingendo, ma… impossibile, il fango è davvero troppo, viscido come il sapone e le nostre ruote stradali non fanno presa, scivolano.
Scendo,  non serve nemmeno il cavalletto, la moto sta in piedi da sola.
Siamo davvero molto stanchi, Shizuyo è anche zoppa, ha preso uno stiramento a un laterale del ginocchio, credo io.
Oggi in una delle sue camminate nel fango, sapete quando era davvero troppo la facevo scendere e  andavo avanti solo, ma il fango a volte era davvero alto e colloso, tanto che ci affondava tutto lo stivale e nel cercare di tirarsi via, ha dato uno strattone più forte, si è mossa male e ha forzato i legamenti del ginocchio.
Spero che con una notte di riposo gli passi il dolore.
Montiamo la tenda a bordo strada, sembra un posto asciutto, per ora, aggiungo anche un nylon davanti la tenda per avere un riparo maggiore e stare un poco più asciutti.






 Shizuyo è un pochino nervosa, si preoccupa, e la benzina...la strada...quando arriviamo...le zanzare.., io la tranquillizzo, ma lei continua a essere pensierosa,  strano, a volte mi chiedo cosa ci fa qua... ma la risposta la conosco bene.

Una cosa, in tutto il giorno abbiamo visto solo 2 fuoristrada, e ora che siamo fermi qua e sono le 7, ovvero siamo qua da 4 ore non è passato nessuno.


L’acqua  l’abbiamo, poi piove e quindi non manca , abbiamo 4 lattine di sardine, formaggio, carote e patate e il sempre presente riso, siamo apposto per 2 anche 3 giorni.

Che ci volete fare, prendiamo quello che viene, il tempo non sembra migliorare, ma sappiamo che è molto variabile, io non mi preoccupo, domani è un altro giorno, un nuovo giorno.


Giovedì 31- Secondo giorno
3867 PASSI NEL FANGO
Notte tranquilla, non è passato nessuno, solo una mandria di una 20 di mucche e ci hanno lasciato un sacco di bei ricordini freschi freschi davanti dietro insomma tutto intorno alla tenda.
Colazione rapida, oggi solo caffè e mela, ora dobbiamo trasportare le valige e i bagagli fuori da questa salita di fango, il tempo è buono, credo che uscirà il sole.
Via si comincia mi carico la prima valigia sulle spalle ee…camminare, ma non finisce mai, camminare nel fango è pesante, sembra di aver fatto kilometri e invece…poi l’altra e tutto il resto, Shizuyo zoppicante  con tranquillità porta le cose piccole.


E ora la poderosa, cosi scarica da solo non dico che è stato facile, ho anche “appoggiato” diverse volte la moto a terra, ma alla fine dopo una bella sudata ce l’ho fatta.
Ora in questo punto il terreno è più duro, anche se la mandria di mucche di stanotte ha fatto un bel casino, la strada è tutta a buchi, lasciati dagli zoccoli degli animali,  sarà una  faticaccia  andare qua sopra.
  Avete mai provato a guidare 300 kili di moto su un terreno fangoso che sta seccando, calpestato dalle mucche... pieno di buchi lasciati dagli zoccoli, una vera fatica ve lo assicuro.
Fatto, rimontiamo tutto e si riprova, molti tratti faccio scendere Shizu, e devo dire che già senza i suoi 45 kl, la moto è più guidabile,  o forse guido più tranquillo sapendo che quando cado lei non si fa male.
La strada sembra non finire mai, non conto più ormai le volte che per così dire ho “lasciato cadere” la moto, sono stanchissimo, a un certo punto ho dovuto togliere il parafango anteriore perché il fango bloccava la ruota, oggi è davvero una tortura, che strada, ero così disperato e  fuori di me che ho anche desiderato l’asfalto,  AAHHH!!!!.. non ci posso credere, poi per fortuna mi riprendo e cancello questo brutto pensiero... solo off road,  fango e sudore per noi sporchi enduristi.










Sono le 4 il fango continua, e  ancora una volta ci ritroviamo davanti a una salita di fango alto 20 cm, calpestato dalle mucche, non si riesce neanche a camminare,  i miei stivali sono arrivati, e ora oltre all’acqua, che già entrava copiosa, entrano anche fango e pietre, la prima città dovrò ricomprarli, non posso mettere nemmeno le scarpe perchè me le hanno rubate sulla nave.



Aggiustatura provvisoria e si va avanti… non credo, ci provo ma…sono 7 ore che mi danno e abbiamo fatto solo 45 km, più dura di ieri, non ce la faccio più.
Lascio la moto dritta in piedi da sola piantata nel fango e a piedi andiamo avanti a vedere com'è la strada, tutto uguale, ancora troppo bagnato, decidiamo di fermarci e passare la notte qui.

Smontiamo ancora una volta le valige e tutti i bagagli per avere la moto leggera e superare questo tratto.
Sono esausto, mi metto a contare i passi che faccio nell’andare avanti e indietro su questa salita, così per non pensare alla fatica, 3867 è il numero magico, la fine dell'agonia. 











Poi,  mi siedo  a terra 5 minuti per riprendere fiato e di nuovo giù, a recuperare la poderosa.
Saranno stati 80/90 metri, o poco più, ragazzi il fango si incollava alle ruote facendole diventare giganti, come con le palle di neve quando rotolano che diventano sempre più grandi… capito..?
Anche questa volta riesco a uscirne, e anche questa volta non conto le volte che sono caduto e quelle che avrei voluto tanto lasciarmi cadere, ma ero bloccato coi piedi nel fango.
Shizuyo mi guarda impotente, è  infangata, non sa come aiutarmi, ma soprattutto è preoccupata per me.
Uscito dal fango in questo tratto di terreno duro parcheggiata la poderosa, che devo dirgli  grazie amica mia, oggi sei stata grande, grande davvero.
 Mi butto a terra sfinito, come stai, cosa facciamo...  Shizu, dammi 5 minuti poi sistemo tutto, ok.

Fatto sono come nuovo, mai fermarsi a riposare troppo, mi diceva sempre mia madre, poi non ti rialzi più.

Troviamo un bel posto affianco la strada, ma non ci accorgiamo che proprio dove abbiamo disteso la tenda c’è una casa di formiche, mi ritrovo in meno di un secondo con gli stivali pieni, li scrollo rapidamente, ma una è entrata sotto ai pantaloni, e poco dopo mi morde dietro al ginocchio, un dolore acuto, un bruciore che va sino a metà coscia e metà polpaccio, doloroso, e mi lascia per 5 buoni minuti una macchia rossa di una decina di cm che prude  e brucia, poi niente, tutto finito.
Cambiamo posto, direttamente in strada, tanto da qui non passa nessuno, ma Shizu non è molto tranquilla.
Poco più avanti avevo visto dei cartelli, sapete quelli con le bande colorate riflettenti che si usano quando si lavora in strada, vado li recupero e ne piazzo uno davanti e uno dietro la tenda, cosi Shizu è più serena.

Sono stanchissimo, 45 km e ci sono volute  7 ore, neanche in Siberia le strade erano cosi dure, almeno li riuscivamo a fare anche 600 km al giorno e le strade anche lì erano off road.

Abbiamo fatto un ottima cena, riso una scatola di sardine e una di mais, un caffè caldo e buonanotte, domani rimangono gli ultimi 80/ 100 km , speriamo che non siano come oggi,  il tempo sono convinto sarà solare, il fango asciuga e noi possiamo andare


Venerdì 1 aprile- terzo giorno

Mattina nebbiosa, frescolino dice Shizuyo, aspettiamo il sole  smontiamo il campo andiamo.

È un continuo far scendere Shizuyo dalla moto nei tratti più duri, mi dispiace, è ancora dolorante al ginocchio, ma senza di lei controllo meglio la moto, poi sto più tranquillo.

Incredibile la natura in Australia, in questi 250 km abbiamo incontrato tutti i terreni possibili, dalla terra rossa a tratti dura come pietra e a tratti soffice, che poi quando si bagna diventa fango pesantissimo: poi alle strade di pietra bianchissima, ingannevole, che senza preavviso, senza cambiare aspetto o colore diventa sabbia e la moto ci affonda, o ai tratti di pietraia che smontano letteralmente la moto e le braccia e che quando ti fermi per riposare  hai la sensazione che tutto intorno ancora continui ad andare su e giù, oppure a tratti di pietra ricoperti di un…non saprei come definirlo,  insidiosissimo, impossibile quasi camminare senza scivolare, figuratevi con la moto.
 E poi il fango nero come la pece o a quello che ti si incolla sulle ruote e le blocca, e devi toglierlo ogni pochi metri, e tutto questo cosi, un continuo, esci da una curva di pietraia e ti ritrovi nella sabbia  soffice, poi d’improvviso fango, entri in un guado con mille paure e invece il fondo è duro, ne esci pimpante ma di nuovo il terreno cambia e finisci gambe all’aria, scivolando sulle pietre o sul fango, o affondando in una buca di sabbia, davvero imprevedibile.
Siamo fuori, ultimi  kilometri,  la strada è bianchissima sabbia compatta, al centro, ma se niente niente ti sposti, ti saluto... sei di slalom.














Prima dell'asfalto ci riposiamo un poco, Shizuyo ora è serena, ha anche voglia di mandare un saluto a tutti, alla sua maniera...



 Tambo è vicina, ci arriviamo infangati e bagnati alle 11, dopo 4 ore, oggi tappa facile, confronto alle due precedenti.
Supermercato, abbiamo una fame da lupi, mangiamo subito, poi ci rilassiamo un’oretta nel parco davanti al market.
Ci hanno detto che a 25 km a nord c’è una Rest Areas con doccia, andiamo
 La giornata è bella, Shizuyo  lava tutto, tenda compresa, era veramente infangata e poi stende il bucato, io rimonto il parafango anteriore smontato per via del fango, e riempio il serbatoio della lubrificazione catena,  sistemo meglio, con qualche altro colpo di martello la valigia incidentata, poi una doccia, è freddissima ma non ce ne accorgiamo.





Decisione presa, con queste ruote faremo solo asfalto, poi quando arriveremo in una città compreremo due da fuoristrada e anche nuovi stivali per me, nel frattempo da buon calzolaio gli do una sistemata. Che ve ne pare, ottimo lavoro vero?




 Andiamo a sud, speriamo di incontrare un tempo più asciutto, poi dobbiamo vedere di farci allungare il visto, noi siamo entrati con un visto di 3 mesi, non ci dovrebbero essere problemi, ma sapete…
Comunque anche se l’esperienza Australiana  dovesse concludersi in soli 3 mesi, io sono contento comunque, ho incontrato un  viaggiatore che ci tenevo  a conoscere, ho visto un pezzettino di questo grande paese… e... e poi possiamo sempre ritornare.




29 marzo 2011

inizia il divertimento

Il tempo sembra bello, ma stiamo imparando che qua in Australia è molto variabile, a volte sole e pioggia vanno a braccetto, quindi nessuna illusione.
Direzione Rubyvale e poi Anakie, 140 km, su una strada che qua chiamano Major Road, che può essere asfaltata oppure non asfaltata, questo tratto era pavimentato.
Preferiamo queste strade alle dritte noiosissime Major Highway, qua almeno qualche curva interessante la trovo e poi il panorama è decisamente più bello.









Arriviamo ad Anakie, ci restano ancora 27 km di Highway, poi inizia il divertimento: i primi 80 km dei 3oo e più che vogliamo fare per arrivare a Tambo, tutti in off road.
Eccolo intravedo lo svincolo, località Willows,  ci fermiamo.
Shizu, sei pronta, che dici andiamo, il terreno sembra buono, -ok proviamo, tu come stai -, iiooo…ora te lo faccio vedere…
Un’ora e mezza di autentica goduria, ci siamo…io sicuramente di più, divertiti da matti,  il terreno era duro, belle buche, a volte un po’ troppo pietrisco, per intenderci, di quello sciolto che mi costringeva a correggere sempre la direzione, qualche bel tratto dritto dove ho potuto anche sparare forte, 80/90 , adoro quando la moto scoda da una parte all’altra,  qualche bel tratto di pietraia come piace a me, e poca sabbia, solo nella parte finale sono dovuto stare molto attento, il terreno dello stesso colore bianco, passava da compatto come la pietra alla soffice sabbia, magari proprio dietro a una curva o nel bel mezzo di un dritto.











Comunque ce la siamo spassata, una fatica, ma di quelle che io farei all’infinito.



Arriviamo alla congiunzione con la strada che dovrebbe andare verso  Tambo: ci sono degli operai  al lavoro, chiedo se è la direzione giusta e a quanti kilometri trovo il primo distributore.




Mi dicono che la strada è quella giusta, ma per tutti i 250 km niente distributori, il più vicino è a Springsure, 30 km nella direzione opposta, poi uno di loro aggiunge: questa strada è brutta, non la potete fare, ok dico, domani vediamo.
Arriviamo a Springsure che sono le 4, facciamo rifornimento e spendiamo anche 3 dollari per gustarci un vero caffè espresso, in un grande bicchiere, a noi piace lunghissimo, e poi per 3 dollari almeno deve essere mezzo litro.
Siamo a dir il vero un po’ stanchi e il tempo sembra andare verso la pioggia, chiedo alla simpaticissima benzinaia dove possiamo sistemare la tenda, ci dice che a un kilometro fuori dal paese, esattamente 4 case e un motel più avanti, c’è una Rest areas, proprio sotto la montagna, dice che è very nice.


La simpaticona aveva proprio ragione, la parete rocciosa è affascinante, cosi decidiamo di andarci a sistemare con la tenda proprio sotto, nonostante un bel cartello con scritto strada chiusa ci sbarri la via.




Un pò di fuoristrada con la poderosa ma poco dopo… impossibile continuare, la strada è, anzi la strada non c’è proprio, il ponte è franato: si torna indietro, ci sistemeremo nel piccolo parco , c’è anche il tavolo sotto al grande gazebo, al coperto, sicuramente molto meglio visto che si sta avvicinando una burrasca.




Appena in tempo, finito di montare la tenda si scarica  una pioggia e vento per almeno 30 minuti, ma noi siamo  all’asciutto sotto al gazebo.