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oggi è un bel giorno per morire

01 dicembre 2012

Nepal 2 ritorno alla dignità


È la mattina del 19 quando lasciamo Delhi, che strano il cielo è di un pallido azzurro, questa è la prima volta che lo vediamo così, è appena accennato l’azzurro ma è bello lo stesso, da anche l’idea di respirare meglio. A noi piace pensare che  questo è il suo modo di chiederci scusa e con questo inaspettato cielo azzurro ci augura buon viaggio.
Ritorniamo a Kathmandu, ma non percorreremo la stessa strada, questa volta attraversiamo la frontiera di Sanauli, nel sud del Nepal, l’altra volta eravamo passati a Mahendranagar, a ovest.
Dopo 2 giorni la mattina del 22 arriviamo alla frontiera, ma non è quella giusta.  Per essere una frontiera è una frontiera, ma non per noi, manca l’ufficio immigrazione e quindi non possiamo passare.
L’impiegato è disponibile e parla bene inglese così ci spiega esattamente qual è la strada per il posto di frontiera di Sanauli.
Eccoci alla frontiera, è proprio questa, ma l’ufficio dogana è chiuso. Un ragazzo che fumava seduto su un pezzo di muretto mi fa capire che sono tutti a pranzo e di aspettare che lui adesso va a chiamare il doganiere al ristorante.


Poco dopo arriva, mi fa segno di stargli dietro, lo seguo mentre si pulisce i denti con la lunga unghia del mignolo della mano destra e rumoreggia con la bocca per cercare di togliersi i resti di cibo rimasto tra i denti. Entriamo nell’ufficio passando dal retro, non devo spiegargli nulla, il tipo sa cosa e come farla, compila rapidamente il carnet e mette un paio di timbri, mi avvicina una sedia e mi dice di aspettare. Poco dopo arriva il boss che mette la sua firma sul carnet, mi saluta e va fuori.
A questo punto il  doganiere cerca di estorcermi dei soldi, ma vista la mia risolutezza desiste e mi dice di andare.
Passiamo la sbarra, ora tocca all’ufficio immigrazione e dogana nepalese e… Welcome to Nepal per la seconda volta.
Sono le 3 e ci fermiamo in riva a un fiume. L’acqua non è pulita, siamo a valle, pazienza ma almeno il posto è tranquillo. Preparo un caffè e ci rilassiamo aspettando l’ora di cena.










La mattina fatta colazione e aspettato che la tenda asciughi ci mettiamo in cammino, mancano poco meno di 300 kilometri a Kathmandu, la strada è una sola sino a Bharatpur, ­­­­­poi possiamo continuare su questa o allungare un poco e passare per Hetauda, su per dei tornanti su una strada di montagna a 2600 metri circa.
Quale pensate abbiamo scelto, manco a dirlo, la montagna e i sui tornanti e più ce n’è meglio è.
Mai  ci fu scelta più azzeccata dopo 15 giorni di grigia e irrespirabile India. Era freddo su per il monte, ma eravamo contenti, il paesaggio e l’aria sono puliti sinceri e questo ci faceva felici.








Sono le 2, mancano solo 30 kilomerti per Kathmandu, pensavamo di arrivarci per le 3 ma poi visto il traffico per le 5, poi siccome il traffico si è bloccato e si procedeva solo di qualche metro ogni 10 minuti e poi ancora è finita la benzina..insomma abbiamo perso la speranza. Solo alle 9 con un buio pesto, anche noi eravamo pesti, siamo arrivati a Kathmandu.
Troviamo una pensione e fatta la doccia, calda che sollievo, strafatti ci buttiamo in branda, poi domani …

Certo che dopo aver fatto un passaggio in India il Nepal è tutta un’altra cosa, un ritorno alla dignità, nessuno piscia a ridosso dei muri, nessuna cagata di mucca o umana per strada, la spazzatura c’è ma è ordinata,(?!?!) quasi quasi mi sbilancio e dico che mi sembra di stare in Svizzera tanto è pulito.