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oggi è un bel giorno per morire

17 dicembre 2012

Grecia

Lasciamo Istanbul  alle 1030, un poco di caos a uscire, ma anche senza mappa è facile, dobbiamo seguire il mare alla nostra sinistra.   Che freddo però, ci fermiamo a pranzo e a rifornire in una stazione di servizio, poi comprato del pane 4 banane e una scatola di formaggini si riparte.
 Sono le 15,30 fa un freddo cane siamo a soli 20 kilometri dalla frontiera greca ma non sapendo quanto tempo ci vorrà per attraversarla decidiamo di dormire ancora in Turkia.
  Questo ci sembra un bel posto. Andiamo a vedere ma quello che sembrava un bel posto è invece un terreno paludoso e la moto sprofonda con il posteriore.
Ho provato in tutti i modi, ma il fango il freddo poi la pioggia e soprattutto il peso della moto e ancora alla fine si è fatto buio, decidiamo di lasciarla lì, con la benzina che gocciolava dal tappo del serbatoio, avevamo appena fatto il pieno, e montiamo la tenda poco distante, poi domani mattina riposato riuscirò a sollevarla.

Quale miglior modo per ricominciare il viaggio...Avventura siamo di nuovo con te


 Che notte, freddo ma freddo, abbiamo dormito con 2 paia di calse, il passamontagna con in più il capello, la sciarpa, i guanti le giacche ma niente, avete presente la cella frigo di una macelleria, stessa cosa.
La mattina il freddo continua, fuori le pozzanghere sono ghiaccio, io non ho neanche la forza di allacciarmi le scarpe, figurasi sollevare la moto. Ci  provo, ma mi è bastato guardarla per sentire una fitta alla schiena, niente impossibile.
Ok, qua devo trovare aiuto. Vado sulla strada, non siamo troppo distanti, e vedo che dall’altra parte in mezzo a un campo c’è un’abitazione, provo, mi incammino in mezzo al pantano, quando arrivo davanti la  casa e chiedo aiuto a un signore che armeggiava vicino a un tubo mi manda via urlando in malo modo e non vuole sentir ragioni.  Provo ancora a spiegare ma niente il turco è tipo tosto e mi manda a quel paese, in turco si capisce.
Fortuna che le sue grida attirano l’attenzione di un altro turco che stava dentro la casa, spiego allora al nuovo turco la mia situazione e lui capisce al volo e mima il gesto di sollevare la moto, dico ok andiamo è qua vicino.
Ci sono voluti un paio di minuti, io e il turco abbiamo sollevato la poderosa con estrema facilità… ergo che shizu è una smidollata.

Sollevata la moto, caricato i bagagli infilato le tute impermeabili e salutato il buon vecchio turco, via di nuovo in strada, pochi kilometri e siamo alla frontiera.
 Usciamo dalla Turkia ed  entriamo in Grecia in maniera davvero rapida. Passaporto timbro in Turkia, passaporto  timbro e -la moto è italiana?-  si  - benvenuti in Grecia-.
La strada è scorrevole, tipo autostrada, piove ma il traffico è poco.  C’è poco da guardare solo foschia e i kilometri vanno via veloci, rapidamente arriviamo vicini a Salonicco, a solo 20 kilometri. Ci fermiamo a dormire qua in un piccolo parco che fortunatamente ha una tettoia dove sistemare la tenda, la notte pioverà molto e questa ci ha salvato in parte.










Lunedì 17, dopo colazione, soltanto un caffè non abbiamo niente altro ieri domenica non abbiamo trovato negozi aperti,  sotto una leggera pioggerellina che vedi la fortuna dura poco, arriviamo a Salonicco dove abbiamo un appuntamento con Elias, un ragazzo greco, anche lui moto viaggiatore, conosciuto tramite Maurizio, lo stesso Maurizio delle dritte in India, questa notte siamo ospiti a casa di Elias.

Elias e la piccola Honda


tramonto su Salonicco dalla casa di Elias