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oggi è un bel giorno per morire

24 agosto 2016

verrà la morte e avrà i tuoi occhi..

Eccoci ancora qua  bella gente, poche righe per farvi sapere, a chi interessa, che stiamo bene. Qua non ci sono emozionanti  novità da raccontare, per il momento siamo in standby.

Takako, la sorella di shizu, si consuma piano piano , ogni giorno c’è una cosa in meno che riesce a fare.

Da poco abbiamo comprato una macchina usata, la Daihatsu TANTO, così quando ne ha voglia portiamo a fare un giro la “moribonda”. (detto con affetto)
La TANTO è una macchinetta carina, alta, spaziosa, con i sedili posteriori che si muovono e si ribaltano separatamente, così ci sta comoda la sedia a rotelle e le altre cose di Takako che ci portiamo dietro.


 Per inaugurarla siamo andati tutti e tre a pranzo a Naha in una pizzeria di un ragazzo italiano consigliataci dal fisioterapista di Takako: Pizzeria Romano. La pizzeria è in un piccolo locale di due stanze: nella prima stanza il forno e il bancone dove prepara le pizze, nell’altra un piccolo banco bar e i quattro tavoli. 
 Il pizzaiolo si chiama Romano, è un simpatico, vulcanico ragazzo di madre francese e padre italiano, per fortuna…no dico per fortuna che il padre è italiano e che gli ha insegnato l’arte della pizza: sennò ci ritrovavamo con un ristorante, per dirla alla francese, "di soupe a l’oignon". Non che io abbia qualcosa contro la cipolla e affini, ma una buona pizza mi piace di più; e qua la pizza, anzi le pizze, ne abbiamo prese due, la classica margherita e una ai quattro  formaggi con l’aggiunta dell’uovo, sono buonissime, davvero, e il prezzo super onesto, in più a pranzo le bevande sono gratis, meglio di così. Credo che ritorneremo presto.
 A proposito, ho detto di lui che è un simpatico, vulcanico ragazzo, e si, perché oltre a essere pizzaiolo, è anche musicista,  attore, regista e, esperto di arti marziali, ed è proprio quest’ultima passione che lo ha portato a Okinawa.


La settimana scorsa siamo andati a vedere un ospedale dove Takako potrebbe trascorrere il tempo che le rimane da qui alla morte.
È un grande ospedale costruito sulla cima di una collinetta in una zona periferica e per fortuna ancora verde. L’ultimo piano di questo ospedale è adibito a reparto per malati terminali, per quelli che ormai non ci sono più cure. Ed è a questo piano che abbiamo fatto una specie di tour, una visita guidata con la dottoressa come guida.

Le porte dell’ascensore si aprono davanti a una hall simile a quella di un albergo a 5 stelle.
 Poggiato sul bancone un acquario illuminato con minuscoli pesci dai mille colori, orchidee e fiori freschi, giornalmente vengono risistemati, e il sorriso di un infermiere che da dentro ci invita a entrare.
Si può scegliere la sistemazione base, con letto elettrico, un divano letto per gli ospiti, piccola tv, frigobar, lavandino e gabinetto: oppure la stanza lusso… ragazzi non vi racconto storie ma questa è grande come il nostro appartamento; qua c’è un grande letto elettrico, divano letto, anche questo grande, poltrona elettrica, tv plasma 50 pollici, grande frigo congelatore, bagno con doccia, angolo tatami con tavolino per prendere il te con gli amici, quadri, lampade, mensole con libri fiori e suppellettili, insomma gente un vero appartamento. Ma per questo si paga un extra di circa 40 euro al giorno.
Questo per quanto riguarda le camere, poi ci sono gli spazi comuni: la cucina, se a qualcuno va di prepararsi uno spuntino particolare, oppure la usa la famiglia, c’è anche la macchinetta nespresso (made in italy) per gustare un ottimo caffè italiano, bevi un buon caffè e ti senti in paradiso…stanno forse alludendo a qualcosa?
E ancora una grande stanza con angolo concerti, c’è una pedana con il pianoforte, aste microfoni, altoparlanti e altre cose, dove giornalmente qualcuno degli infermieri o dei volontari si esibisce suonando o in spettacoli teatrali della tradizione. Mega televisore davanti a un altrettanto mega divano, libri riviste e tutto l’occorrente con cui i volontari intrattengono gli ospiti, così chiamano i pazienti.

Da una grande vetrata con vista oceano si accede, una volta aperta, su una veranda coperta tutta vetri, eccezion fatta per il pavimento, dove gli ospiti possono rilassarsi, bere un te o semplicemente guardare intorno.
C’è anche un giardino interno, molto ben curato, se ne occupa un signore che oltre a essere il giardiniere è anche e non solo il fotografo ufficiale.
Per finire ci sono anche le docce i bagni e la lavanderia per i famigliari,  e se sono in tanti anche un paio di stanze solo per loro.
La dottoressa è stata molto chiara con Takako, gli ha spiegato bene la sua condizione e la invitata a provare questa sistemazione, ma Takako non sembra intenzionata a trasferirsi qua, almeno per ora.
Takako non sembra ancora pronta, chissà forse nessuno è pronto quando arriva il momento…
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, immagine che mette inquietudine, fa paura vero.
È che c’immaginiamo sempre la morte non come un  fenomeno naturale al quale tutti, chi prima (e parlo di voi) chi dopo dobbiamo confrontarci, ma come qualcosa di brutto, di pauroso, di doloroso. La morte la si associa sempre a una malattia o a un incidente: è morto, non capisco, stava così bene..
Ma la morte non è altro che il naturale, normale corso della vita, senza la morte non esiste la vita.
 E a pensarci bene, la morte è l’unica cosa certa che abbiamo. La morte è sempre presente, ci accompagnerà sempre, dovrebbe essere il nostro risveglio e invece ne abbiamo paura…e anche questo è normale.
Da qualche parte ho letto che “la vita non è altro che la preparazione alla morte, se non sai come morire hai perso il significato della vita, e continuava dicendo che se abbiamo paura della morte vuol dire che non abbiamo ancora conosciuto la vita, poiché la vita non può morire: mai.”
Io esattamente non so come sia, solo l’esperienza può darci le risposte; comprenderemo la vita solo vivendola e allo stesso modo comprenderemo la morte, dobbiamo entrare, viverla, in questo caso morire. C’è una frase che mi viene in mente e che mi è sempre piaciuta, diceva: “cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti”: entrare nella morte a occhi aperti…wow.. a me questa frase mi da forza è come una boccata di ossigeno, mi piace veramente tanto.
E  se è vero che la morte sorride, che sorride a tutti, non potete far altro che ricambiarle la cortesia, sorridete anche voi, e che caspiterina, non vorrete mica prendere a calci nei denti una che vi sorride, non mi sembra carino.  
Va beh, per il momento è tutto, e se capita che non ci sentiamo più..oh quanto mi dispiace, che strano stavate così bene… a parte gli scherzi, statemi bene bella gente, vi mando un grande abbraccio.
Comunque, fossi in voi,  io una toccatina me la darei…alla prossima