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oggi è un bel giorno per morire

23 settembre 2012

Kathmandù


25 ore dopo  è … Welcome  Nepal.
La differenza con gli aeroporti di Bangkok o Delhi è notevole, questo è molto…naif, ce ne accorgiamo subito, appena sbarcati, vedendo il bus navetta, quello che rimane del bus navetta, parcheggiato sotto l’aereo, gli ci vorranno  3 viaggi per portarci tutti.
E qua, dove siamo, più che un aeroporto mi sembra una vecchia stazione di autobus.
Sbrigate rapidamente le pratiche per il visto, 80 dollari e ci attaccano un bel adesivo 30 giorni multi entry, cerchiamo gli uffici della zona cargo.
Distano solo un paio di kilometri, il taxi vuole 5 dollari… ma non te ne vai,  noi si va a piedi.
Difficile però riuscire a staccarsi di dosso questa gente, non ti mollano, -si si capito capito-, ma capito cosa, capito niente continuate a seguirci. Riuscito nell'impresa anche un po’ in malo modo ci incamminiamo verso il magazzino.


 L’aria è pesante, un odore nauseabondo attira la nostra attenzione. C’è un cadavere, di mucca credo, pieno di grasse larve biancastre in decomposizione, un cane ne ha strappato una zampa e sta banchettando in mezzo alla via.
Ragazzini, non ancora adolescenti, sniffano colla tra l’indifferenza generale, uno si avvicina barcollando e con voce impastata mi chiede…-hey mister money money-,
Un uomo dorme per terra, un altro si alza fa qualche passo e si mette a pisciare, poi torna, con un calcio sistema il cartone si sdraia e continua a dormire.
Lo smog, il traffico, l’inquinamento acustico sono a livelli altissimi, ma anche qua non ci fa caso nessuno.  Credo che i nepalesi nascono con il clacson inserito, lo usano sempre anche senza motivo, tanto per non perdere l’abitudine, non sia mai che quello suoni prima di me, questo deve essere il loro pensiero e così potete immaginare che concerto stonato.
Ma non spaventatevi, questi sono stati solo i primi metri di strada fuori l’aeroporto, poi…
Arriviamo al magazzino e subito siamo stati presi in consegna da non so chi, che afferrati i miei documenti ci trascina in una stanza piena di computer con altre decine di persone super  chiassose e comincia a compilare dei moduli. Dice che è complicato se non capiamo il nepalese e con lui possiamo sbrigare tutto in giornata, per soli 100 dollari…ma te ne vai…  Lo fermo, ma non ci riesco devo in malo modo strappargli di mano le nostre carte e mandarlo.. beh avete capito.
Non pensate che sia finita, perché di questa gente è pieno, si guadagnano da vivere così, non si capisce chi è .., come dire, un vero ufficiale di dogana.
Riesco non senza fatica a farmi breccia tra il muro umano di gente che ci strattona da tutte le parti,  non la finiscono mai, anche se gli dici un secco NO!, o se come o fatto io li spingi via in modo energico.  Poi ci si avvicina un ragazzo dall'aria tranquilla che con voce moderata mi dice, - ti aiuto io-, non ti do un soldo, -ok ti aiuto lo stesso, vieni seguimi-,  e ci porta al secondo piano nell'ufficio del boss.
Il tipo ci spiega come funziona, praticamente questo “esercito di disperati” fa il loro lavoro.
Dopo qualche chiacchiera sul nostro viaggio ci presenta a un signore e gli dice che siamo italiani e di mandarci via velocemente.
Questo non ha una grande voglia di lavorare e appena fuori dalla stanza e dalla vista del capo consegna i documenti al ragazzo che è con noi e non so cosa gli dice.
Comunque passiamo per 3 uffici, 3 stanze sporche e malmesse, fotocopie timbri compilazione moduli, 100 rupie (1 euro) qua, 396rupie  la e 1250 rupie qua, e questo è l’ultimo, spero.
Finalmente possiamo aprire la cassa e far prendere aria, e che aria, alla poderosa. Prima  però c’è da pagare il tipo che con martello e palanchino apre la cassa… e ti pareva, 100 rupie.
Ci fosse uno che mi aiuta, tutti guardano toccano si appoggiano..e dai su,  per favore andate a sputare più in la.
Due ore dopo la poderosa sta sulle sue ruote da sola, il serbatoio è vuoto ma il ragazzo prende un litro di benza dalla sua motoretta e lo  svuota nel mio serbatoio, possiamo  finalmente lasciare questo girone dantesco….










È un incubo guidare in Kathmandu, molto peggio che in Indonesia.  Arriviamo alla guest house che avevamo prenotato, dobbiamo rimanere una settimana in città, per fare il visto India, purtroppo non lo rilasciano alla frontiera.
Alobar 1000, è il nome della guest house, è aperta da pochi mesi, i proprietari sono due giovani fratelli, è molto carina, un bar, un bel salone con comodi divanetti, le candele accese la sera, -per creare atmosfera-, no, è che in Kathmandu la luce non è distribuita tutto il giorno.  Solo la pulizia soprattutto dei bagni lascia a desiderare, credo sia un'altra usanza…va beh, è la più economica, 4 euro una stanza e a noi ci basta.










Parcheggio la moto scarico e  di corsa in doccia, rigorosamente freddissima, un giro per la via principale, ma non ci possiamo fermare a guardare niente, che subito ti trascinano dentro al negozio. Ceniamo che sono le 6, al rientro la città è buia.  I negozi aperti o hanno il generatore attaccato o utilizzano grandi batterie con l’inverter come nel caso della nostra guest house, che garantisce almeno la debole luce nelle stanze.
Il fine settimana lo passiamo girovagando alla scoperta della città.
Noi si vive a nord del  centro storico, nel quartiere turistico di Thamel, caotico sporco e disordinato, strette stradine dall'aria irrespirabile affollate di gente, bici a tre ruote, moto macchine negozi bar ristoranti bazar…, tutto a uso dei turisti occidentali.
Siamo stati a Asan, per vedere il mercato locale, poi un giro a Durban Square.
Un paio di ragazzi, ospiti della nostra guest house, ci ha convinto a far visita a un mercato di prodotti biologici, descrivendolo come la settima meraviglia, che si tiene ogni sabato. (il sabato è giorno di festa, l’ultimo giorno della settimana, come la domenica per noi)
 Per noi una grande delusione, tutti occidentali, i venditori i prodotti e gli avventori, siamo scappati via.













 Poi siamo stati al centro, e passeggiato avanti e indietro per la via principale a osservare la gente, i loro modi le abitudini. Ci siamo seduti vicino a un tempio per guardare gli strani, per noi, rituali.
La gente sputa e a questo c’eravamo abituati, si fa per dire, Timor, Indonesia, Malesia, Thai, Laos, Cambogia…insomma in questi paesi è pratica usuale, ma qua la novità sta nella preparazione dello sputo. Rumorosa, rumorosissima.
Ce ne sono diverse tipologie, c’è “la sveltina”, un colpo di tosse una rapida schiarita e …spatatak.   Poi c’è  quella che chiamo “omm ce la fa.. omm non ce la fa..”, questa è più complessa parte da lontano, in crescendo, con questa ti accorgi veramente del coraggio dello spirito di  abnegazione, degli anni di studio di sforzi di tentativi che il soggetto poverino a passato prima di arrivare.. “all’illuminazione”, e quando finalmente giunge al culmine e…ohh non fatemici pensare vi prego.
Poi ..ah si poi, poi c’è quella chiamata: “e mo che fo? quasi quasi sputo”, il tipo seduto o accovacciato a terra con la testa bassa si sputa tra i piedi, anche se questo, per onor del vero non è uno “spatatak”,questo non è proprio uno sputo, è più un lasciar cadere…mi capite vero,  poi il tipo rimane li e continua a osservare i suoi capolavori, non so, forse fa un confronto o che so, magari ci legge il futuro, il suo.
Tutto questo avviene, come vi ho detto, in maniera rumorosa, anzi rumorosissima.
Da una parte è bene perché ti avverte in tempo del pericolo, ma si sa lo sguardo involontariamente segue il rumore e la vista… come dire, non è decisamente  “illuminante”.
E non è finita, si potrebbero scrivere pagine che sono sicuro rimarrebbero come pietre miliari della letteratura sullo “scracchio”, per sempre. Ahh che bella cosa, dimmi come sputi ti dirò chi sei…







21 settembre 2012

PS. Bangkok


La sera prima di lasciare Bangkok Claudia la ragazza svizzera ci ha preparato una sontuosa cena, come augurio di buon viaggio, ai festeggiamenti si sono uniti anche Shin-Min-Ho e Lee-Young-Aea, una coppia coreana anche loro sono in giro per il mondo ma non in moto. Una spaghettata poi bruschette e insalata, il tutto realizzato con fantasia per un risultato da lasciare a bocca aperta, buonissimo, bravissima e grazie Claudia, un gustoso regalo.
Qualche giorno prima avevamo conosciuto Rosmari e Michael, una coppia tedesca in viaggio per il mondo con un sidecar, la mia passione. Loro vengono dal Nepal dopo aver attraversato  Pakistan e India.  Ora proseguono verso l’Australia, insomma la nostra stessa rotta ma nel senso inverso, cosi è stata una buona occasione per scambiarci informazioni.
 Come la coppia coreana anche loro hanno la nostra età, ci siamo subito sentiti in sintonia, anche alcuni aspetti riguardo la vita le scelte sono simili, è stato un peccato che ci siamo incontrati tardi, ma credo non passerà molto tempo che probabilmente i nostri cammini si incroceranno di nuovo. Questo è il loro blog:   shykai   e   knattertour 




20 settembre 2012

si vola in Nepal...

Ultimo giorno in Thailandia, sono le 7,00 siamo all'aeroporto in attesa dell’imbarco.
Siamo arrivati con un treno espresso dal centro di Bangkok  direttamente dentro l'aeroporto. L'aeroporto è nuovo, grande ordinato e pulito e inoltre c'è anche un ottimo segnale wi-fi gratis.
Ora ci aspettano 26 ore di… è così, una vera pazzia.   Questa è una tratta che un volo diretto credo copra in 3 ore o giù di lì.  Invece noi, prima voleremo a Delhi in India,  dove faremo una lunga sosta di circa 20 ore, poi  con un altro aereo raggiungeremo Kathmandu  in Nepal.
E va bhe, passeremo il tempo così, cercando di non dare nell’occhio, magari facendo gli” indiani”.!!
E ora che ho fatto la mia battutaccia vi lascio alcune foto della poderosa







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14 settembre 2012

ancora una settimana

Come vi ho detto la Guesthouse dove siamo alloggiati qua a Bangkok è un posto simpatico e tranquillo, le giornate passano veloci in questa paciosa prigionia tra caffè  chiacchiere e musica. 
La settimana scorsa ho deciso di mettere mano al mio pc portatile, un hp 6735s che un mese fa ha smesso di funzionare. È vecchio lento e a volte il  monitor si vede solo a metà. Non ho intenzione di spendere soldi per farlo riparare, ci provo io, mal che vada smonto l’hard disk e il resto… pace al processore  suo.
  Fatto letteralmente a pezzi e individuato il problema nei contatti della gpu mi ingegno con i mezzi che ho a fare, per dirla così, una nuova saldatura.
A disposizione ho pinze cacciaviti e martello, nel caso opponga resistenza, una piccola fiamma ossidrica e un fornetto elettrico, si si, proprio quello che uso la mattina per tostare le fette di pane. Certo i puristi dell’elettronica camice bianco e bustine antistatiche  si scandalizzeranno non poco, ma poco importa, io ora ho di nuovo il mio portatile funzionante.
 Costo dell’operazione 2 tazze di caffè, ma quelle le avrei bevute comunque e 2 centesimi per l’acquisto di un tubetto di grasso termico da mettere sulla cpu, neanche a dirlo, siamo professionisti o no…noo! Va beh, fate voi. 




Abbiamo lavato la moto per la spedizione aerea, ho sostituito 2 raggi rotti, ingrassato i cavi del carburatore  e la corda del contakilometri, pulito il filtro dell’aria e…cambiato l’olio…no quello no, può fare ancora altri 20mila kilometri…altri 20mila ma quanti kilometri ha? tren..no non ve lo dico se no anche qua i puristi della meccanica…che strano anche loro in camice bianco e …ma come fanno a non sporcarsi mai.
E ancora lavato tenda materassini zaino, insomma tutta la nostra attrezzatura.









Ho trovato un bel paio di stivali dell’esercito koreano, di seconda mano ma buone condizioni per 10 euro, i miei si erano accidentalmente bruciati nel vano tentativo di asciugarli, poi delle scarpe e un pantalone per shizu,  i vecchi dopo l’ennesimo strappo è stato impossibile rammendarli ancora. Ho ritirato il mio nuovo passaporto e consegnato i documenti allo spedizioniere. Lunedì  portiamo la moto al suo magazzino, devo smontarla, farla piccola per occupare il minimo di volume, metterla in una cassa  e poi…non ci resta che aspettare, ancora una settimana e ..Nepal ARRIVIAMOooo.