Auguriamo a tutti un Buon Natale
20 dicembre 2016
Merry Christmas
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16 settembre 2016
È morta
Se n’è andata. La visita su questo pianeta per
Takako è finita, dove adesso la condurrà il suo karma non lo sappiamo. Noi l’abbiamo
cremata, messo quello che restava delle sue ossa in un vaso e riposto nel
tempio accanto alla madre e al padre.
Adesso aspettiamo 49 giorni; necessari secondo
la tradizione buddista affinché Takako trovi la sua nuova destinazione. E dopo,
anche per noi sarà arrivato il momento di seguire il nostro karma e riprendere
il cammino.
24 agosto 2016
verrà la morte e avrà i tuoi occhi..
Eccoci ancora qua bella gente, poche righe per farvi sapere, a
chi interessa, che stiamo bene. Qua non ci sono emozionanti novità da raccontare, per il momento siamo in
standby.
Takako, la sorella di shizu, si consuma piano
piano , ogni giorno c’è una cosa in meno che riesce a fare.
Da poco abbiamo comprato una macchina usata,
la Daihatsu TANTO, così quando ne ha voglia portiamo a fare un giro la “moribonda”.
(detto con affetto)
La TANTO è una macchinetta carina, alta,
spaziosa, con i sedili posteriori che si muovono e si ribaltano separatamente,
così ci sta comoda la sedia a rotelle e le altre cose di Takako che ci portiamo
dietro.
A proposito, ho detto di
lui che è un simpatico, vulcanico ragazzo, e si, perché oltre a essere
pizzaiolo, è anche musicista, attore,
regista e, esperto di arti marziali, ed è proprio quest’ultima passione che lo
ha portato a Okinawa.
La settimana scorsa siamo andati a vedere un
ospedale dove Takako potrebbe trascorrere il tempo che le rimane da qui alla morte.
È un grande ospedale costruito sulla cima di
una collinetta in una zona periferica e per fortuna ancora verde. L’ultimo
piano di questo ospedale è adibito a reparto per malati terminali, per quelli
che ormai non ci sono più cure. Ed è a questo piano che abbiamo fatto una
specie di tour, una visita guidata con la dottoressa come guida.
Le porte dell’ascensore si aprono davanti a
una hall simile a quella di un albergo a 5 stelle.
Poggiato sul bancone un acquario illuminato
con minuscoli pesci dai mille colori, orchidee e fiori freschi, giornalmente
vengono risistemati, e il sorriso di un infermiere che da dentro ci invita a
entrare.
Si può scegliere la sistemazione base, con
letto elettrico, un divano letto per gli ospiti, piccola tv, frigobar,
lavandino e gabinetto: oppure la stanza lusso… ragazzi non vi racconto storie
ma questa è grande come il nostro appartamento; qua c’è un grande letto
elettrico, divano letto, anche questo grande, poltrona elettrica, tv plasma 50
pollici, grande frigo congelatore, bagno con doccia, angolo tatami con tavolino
per prendere il te con gli amici, quadri, lampade, mensole con libri fiori e suppellettili,
insomma gente un vero appartamento. Ma per questo si paga un extra di circa 40
euro al giorno.
Questo per quanto riguarda le camere, poi ci
sono gli spazi comuni: la cucina, se a qualcuno va di prepararsi uno spuntino
particolare, oppure la usa la famiglia, c’è anche la macchinetta nespresso
(made in italy) per gustare un ottimo caffè italiano, bevi un buon caffè e ti
senti in paradiso…stanno forse alludendo
a qualcosa?
E ancora una grande stanza con angolo
concerti, c’è una pedana con il pianoforte, aste microfoni, altoparlanti e
altre cose, dove giornalmente qualcuno degli infermieri o dei volontari si
esibisce suonando o in spettacoli teatrali della tradizione. Mega televisore
davanti a un altrettanto mega divano, libri riviste e tutto l’occorrente con
cui i volontari intrattengono gli ospiti, così chiamano i pazienti.
Da una grande vetrata con vista oceano si
accede, una volta aperta, su una veranda coperta tutta vetri, eccezion fatta
per il pavimento, dove gli ospiti possono rilassarsi, bere un te o
semplicemente guardare intorno.
C’è anche un giardino interno, molto ben
curato, se ne occupa un signore che oltre a essere il giardiniere è anche e non
solo il fotografo ufficiale.
Per finire ci sono anche le docce i bagni e
la lavanderia per i famigliari, e se
sono in tanti anche un paio di stanze solo per loro.
La dottoressa è stata molto chiara con Takako,
gli ha spiegato bene la sua condizione e la invitata a provare questa
sistemazione, ma Takako non sembra intenzionata a trasferirsi qua, almeno per
ora.
Takako non sembra ancora pronta, chissà forse
nessuno è pronto quando arriva il momento…
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, immagine
che mette inquietudine, fa paura vero.
È che c’immaginiamo sempre la morte non come
un fenomeno naturale al quale tutti, chi
prima (e parlo di voi) chi dopo dobbiamo confrontarci, ma come qualcosa di
brutto, di pauroso, di doloroso. La morte la si associa sempre a una malattia o
a un incidente: è morto, non capisco, stava così bene..
Ma la morte non è altro che il naturale,
normale corso della vita, senza la morte non esiste la vita.
E a
pensarci bene, la morte è l’unica cosa certa che abbiamo. La morte è sempre presente,
ci accompagnerà sempre, dovrebbe essere il nostro risveglio e invece ne abbiamo
paura…e anche questo è normale.
Da qualche parte ho letto che “la vita non è
altro che la preparazione alla morte, se non sai come morire hai perso il
significato della vita, e continuava dicendo che se abbiamo paura della morte
vuol dire che non abbiamo ancora conosciuto la vita, poiché la vita non può
morire: mai.”
Io esattamente non so come sia, solo
l’esperienza può darci le risposte; comprenderemo la vita solo vivendola e allo
stesso modo comprenderemo la morte, dobbiamo entrare, viverla, in questo caso
morire. C’è una frase che mi viene in mente e che mi è sempre piaciuta, diceva:
“cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti”: entrare nella morte a occhi
aperti…wow.. a me questa frase mi da
forza è come una boccata di ossigeno, mi piace veramente tanto.
E se è
vero che la morte sorride, che sorride a tutti, non potete far altro che ricambiarle
la cortesia, sorridete anche voi, e che caspiterina, non vorrete mica prendere
a calci nei denti una che vi sorride, non mi sembra carino.
Va beh, per il momento è tutto, e se capita
che non ci sentiamo più..oh quanto mi dispiace, che strano stavate così bene… a
parte gli scherzi, statemi bene bella gente, vi mando un grande abbraccio.
Comunque, fossi in voi, io una toccatina me la darei…alla prossima
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09 luglio 2016
video Tasmania
Non ho niente di nuovo da raccontarvi, vi lascio alla visione di un breve video girato in Tasmania a febbraio a bordo del nostro van mitsubishi .
buona visione alla prossima bella gente.
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01 maggio 2016
sono rimasto solo
Che le vacanze sono finite e che
siamo rientrati in Australia ve l’avevo già detto, abbiamo pure venduto il
furgone: un po’ troppo presto per dire il vero, e così adesso siamo senza casa.
Insomma era tanta la paura di non
riuscire a venderlo in tempo, il nostro amico Matteo ci ha messo più di un mese
a vendere il suo, che la settimana scorsa abbiamo fatto le foto e messo un
annuncio online, e adesso incrociamo le dita ci siamo detti con Shizu.
La sera stessa ricevo un
messaggio con un’offerta che rifiuto subito, mezz’ora dopo un altro messaggio,
dalla stessa persona, non è il prezzo dell’annuncio ma è la cifra minima che avevamo deciso in caso di
contrattazione
Io non ho lo spirito del
commerciante, e ne sono contento, non ho mai comprato niente pensando di
rivenderlo e guadagnarci, non ho mai conservato cose per farci business, quindi
non ci pensiamo molto; il furgone vale certamente di più, è un 4x4 meccanica
perfetta , completamente attrezzato, ben tenuto, ma come diceva qualcuno, pochi
maledetti e subito.
Questo succedeva un lunedì, il
tipo mi scrive che il fine settimana sarebbe venuto a prenderlo. Per noi va
bene, abbiamo tutto il tempo per organizzarci, per trovare un’altra
sistemazione.
Martedì mattina ore 8, sono
sdraiato sotto un auto a smontarne un cambio quando mi squilla il cellulare, un
cazzo di accento australiano di quello tosto con parole tronche e masticate che
capisco a malapena la metà. È il tipo che vuole il furgone, dice che è in
viaggio e che arriva oggi fine mattina o primo pomeriggio.
Subito shizu si mette al lavoro
per togliere tutte le nostre cose e dargli una pulita.
Appena dopo pranzo ci incontriamo
con…bho, non ricordo il nome, con il tipo; guarda tutto minuziosamente, fa un
sacco di domande, poi un lungo giro di prova, e ancora controlla ma non riesce
a trovare niente fuoriposto. Il tipo è un cercatore d’oro, di quelli sapete che
vanno in giro con il metaldetector, qua va di moda, c’è gente che vive in
camper e gira l’Australia a cercare pepite d’oro e a volte gli va bene, a volte.
Comunque questo furgone è quello
che voleva, e paga cash.
Il tipo si e fatto 8 ore di
guida, viene da un altro stato, dal Nuovo Galles del Sud, da un paese che non
ricordo ma a circa un migliaio di kilometri da noi. La cosa strana è che noi
siamo andati a comprarlo proprio li, nel Nuovo Galles del Sud e adesso ritorna
a casa, quando l’abbiamo comprato pioveva e anche ora piove, tutto perfetto, il
cerchio si chiude, siamo contenti. Salutiamo il furgone e il suo nuovo
proprietario.
Le tre sere successive ci
tocca dormire in una macchina , ci
proviamo, almeno io, è corta, dura e neanche posso stare seduto, cosi non va.
Fortuna che una nostra amica appena
saputo della vendita del furgone ci presta la sua trailer, è un carrello con
tenda integrata, tenda australiana, un appartamento praticamente, 230 di
altezza, con materasso king size, una reggia.
Shizu non fa in tempo a sistemare
a suo gusto tutte le nostre cose che la sera arriva un messaggio da Okinawa, Takako,
la sorella, è in ospedale. Chiama subito
ma non ci sono notizie certe, sapete gli ospedali in Giappone hanno l’orario e
il fine settimana non lavorano. Bisogna aspettare lunedì.
Si cambia programma, almeno in
parte.
Shizu ora è in Giappone e io sono qua, in
questa grande tenda tutto solo. Sta arrivando l’inverno a volte piove, tira
vento e comincia a far freddo; sono 7 mesi che mi lavo all’aperto sono stanco e
non ne ho più voglia, rimango ancora un paio di settimane per racimolare
qualcos’altro poi la raggiungo.
breve video di shizu mentre si cimenta alla guida del trattore
11 aprile 2016
ancora Australia!
Eccoci di nuovo qua, sono passati 9 mesi dal mio ultimo
aggiornamento.
Dove siamo, cosa facciamo?
Siamo in Australia, ci siamo presi una pausa, un po' di tempo
per noi, lontano dai problemi giapponesi.
E finalmente, da qui, con l'oceano di mezzo, o perlomeno così mi
sembra, shizu e più rilassata distesa e sorridente. Anche se non del tutto,
regolarmente una volta la settimana telefona per sapere come procede la
malattia di Takako.
Perché in Australia? Qua
abbiamo un amico che da diversi anni continuava a invitarci e così eccoci di
nuovo qua.
Nei nostri approssimativi progetti dovevamo stare solo un paio
di mesi, aiutare il mio amico nella realizzazione di un suo sogno, trasformare
un vecchio container in un camper, poi rientrare in Italia dove ci aspetta impaziente
il nostro sidecar e rimetterci in strada. Ma come sempre, le cose hanno preso
una strada differente e siamo ancora qua.
Abbiamo comprato un visto di un anno, comprato anche un piccolo furgone,
che per vivere e molto più economico che in ostello, trovato un paio di
lavoretti cosi da ripagarci delle spese e... niente, tutto come al solito.
Abbiamo anche avuto la possibilità di sperimentare il sistema
ospedaliero australiano, perché?...a niente di grave, un
problemino...dove?...li a metà...no no, dall'altra parte, ma dove?.. dove non
batte il sole, capito.. o per dirla chiara, il buco del culo, emorroidi.
Insomma saranno stati i tre mesi di cucina non del tutto
naturale, anzi molto chimica, del mio amico, sta di fatto che dopo un mesetto
di tribolazioni un bel giorno, una domenica per la precisione,non ne potevo
più, così decido di andare al pronto soccorso, un delirio guidare, non per il traffico
si intende, ma arrivo a destinazione sano..no no no, salvo...e basta.
Come cittadino italiano io ho diritto a una copertura sanitaria
della durata di 6 mesi, non totale e non su tutto,ma una buona percentuale,
dipende dal tipo di prestazione.
Spiego il problema alla ragazza dell’accettazione, - hai
un documento…nome ...cosa hai…da quando tempo… da 1 a 10 quanto fa male..hai
allergie-… insomma le solite domande ospedaliere, -aspetta lì che poi ti chiameranno-.
45 minuti dopo sono sdraiato su un fianco a spiegare al dottore
il mio problema, dopo tanto parlare ho dovuto comunque dirgli; se guardi lo
capisci anche da solo e forse meglio, che a spiegare certe cose in un’altra
lingua mi risulta un tantino complicato.
Il dottore in effetti è un dottorino con nessuna esperienza,
almeno per quanto riguardava il mio problema, devo dire anzi che dal tocco
delle sue dita, ricoperte da ben due paia di guanti in lattice, il dottorino
aveva un certo timore e imbarazzo, e pensa io pensavo. Dai dottorino fai
qualcosa, gli dico. E qualcosa la fa, si toglie i guanti e se ne va, o bella e
dove va adesso...
Io ero sistemato su una barella dentro uno di quei box divisi
dalle tende, sono simili in tutti gli ospedali, lo vedo andare al centro della
sala dove c’è una stazza a vetri, dentro diversi PC e altri camici bianchi.
Lui, il dottorino, si rivolge a un tipo in maglietta verde aderente che gli si
vedevano tutti i muscoli scolpiti. Questo a quanto pare è il dottore responsabile
di turno del pronto soccorso,almeno per oggi. Vedo che discutono, il palestrato
gli spiega cosa deve fare,infila spingi.. lo capisco dai gesti che non lasciano
dubbi di interpretazione...ma il dottorino scuote la testa. Subito dopo vengono
entrambi verso di me, uhm..il dottore è un bel ragazzo dalla pelle e il
lineamenti indiani, sarà anche palestrato ma la camminata non è molto macho, è
un po' morbida mi capite.
Mi da una pacca sul sedere e mi dice di stare
tranquillo. Oddio sono di spalle col culo nudo e un bel omaccione con la mano
poggiata sulla mia natica mi dice di stare tranquillo, provateci voi.
Con piglio deciso di uno che le cose le sa mi apre le natiche
senza esitazione eee ...-umm.. Ok, no
worries ..go.go-… andiamo dove dico io ...spingono la barella in un altra stanza,
attaccano una mascherina a una bombola e mi fanno respirare a pieni polmoni. Non
so che sostanza era, forse solo ossigeno, ma mi stordisce leggermente, o meglio,
mi toglie ogni forza mi sento come un budino di gelatina, ho la sensazione di
non riuscire più a stare in piedi, di cadere a terra, ma sono già sdraiato, boh.. sono confuso.
Con la coda dell’occhio
intravedo il dottore mentre si infila i guanti e li cosparge di gel anestetico,
dice lui, ma sto aspettando ancora che faccia effetto.
Questo dottore a differenza del dottorino non ha avuto nessun
timore o imbarazzo, c’è andato giù dritto e pesante, non so se per esperienza
medica o per così dire ludica, comunque, adesso non me ne frega niente, voglio
solo che il dolore e l’imbarazzo finiscano ora. Attimi che sono sembrati un
eternità. Tutto finito, io sono morto. Sento dal rumore che si è sfilato i
guanti, mi da una pacca sul sedere, e daje con ste toccatine, e mi dice.. -enjoy
Australia -.... enjoy chee..ma vedi de annà a fanc ..
Non so quanto ancora mi hanno tenuto su questo lettino con il
culo scoperto, ero completamente svuotato e dolorante. Ritorna il dottorino, dice che ora è tutto
finito, che sicuramente sarà da operare, se ritorna come prima, e mi spiega
l’iter da affrontare per essere operato in ospedale, mi regalano 4 o 5 siringhe
di gel anestetico e atri medicamenti, mi
da il referto da consegnare al mio dottore e mi mandano via.
La sera stessa tutto torna come prima ma grazie alle siringhe di
anestetico riesco a sopportare il dolore
e il disagio un po’ meglio.
Il giorno dopo mi rivolgo al General Practitioner o GP come
chiamano qua il medico di base, il quale mi dice che ci sono un paio di mesi di
lista di attesa. Un paio di mesi.. non me lo potevano dire in ospedale che risparmiavo
questi 90 dollari?...questo è il sistema australiano, fa lui, comunque mi
scrive una lettera di presentazione per un dottore privato.
Il giorno dopo vado allo studio del dottore. È un mezzo
francese, un certo R.G.Sarre, insomma gente, mettere il mio culo nelle mani di
un francese non mi sembra una grande idea ma visto che non c’è di meglio..”vive
la france”.
Lo specialista mi mette
sotto terapia per 15 giorni poi si vedrà. Ma la situazione non è cambiata, così
decide di operare, 2 legature elastiche niente di complicato, una cosa
ambulatoriale, solo un fastidio per 2 o 3 settimane.
Devo dire che Monsieur G.Sarre
si è rivelato un vero gentiluomo, simpatico e comprensivo, mi ha fatto
pure lo sconto, ma alla fine del lavoro, anche lui, quel “ enjoy australia” se lo poteva
risparmiare.
Adesso, se vi interessa, vi informo che lui sta decisamente bene, è quasi nuovo, solo
credo sia cambiato qualcosa in me, mi manca il mio dottore palestrato...sto
scherzando.
Vi ho detto che finito di aiutare il mio amico ci siamo trasferiti
nel nostro piccolo furgone, un Mitsubishi 4x4 che abbiamo trasformato in camper
e siamo andati alla ricerca di un lavoro. Abbiamo raccolto ciliegie, potato i
ciliegi, per la precisione 1500 piante, piantato rabarbaro, 12000 piantine, dissotterrato
radici, arato campi, tagliato erba, riparato moto, auto, modificato trattori, saldato,
fatto impianti idraulici.. e tanto altro. Siamo stati pagati e come premio
siamo andati in vacanza per un mese in Tasmania, e con il 4 x4 è una vera
goduria. Bellissime le strade con grosse buche, sassi, sterrati fangosi, guadi
e foreste e laghi e fiumi e spiagge, insomma un vero paradiso per chi come noi
ama la natura, la tranquillità, l’avventura e l’imprevisto.
A dimenticavo, siamo stati a trovare un amico, anche lui ligure,
di Genova. Si chiama Matteo, lo conosco da diversi anni ma solo via mail, ci
siamo scritti la prima volta.. credo 4 o 5 anni fa, scambio di informazioni,
anche lui è un motociclista, da allora con regolarità ci teniamo aggiornati.
Pensate che al nostro rientro in Italia nel dicembre 2013 ci siamo mancati per
pochi metri, e dove ci incontriamo finalmente, qua in Australia, a Sydney dove
Matteo e Silvia, la sua ragazza, stanno lavorando. Siamo stati loro ospiti a cena e abbiamo
mangiato un ottimo pesto genovese “made in Sydney” spalmato sul pane perché non
avevano dove bollire la pasta, ma comunque buonissimo. Grazie Matteo e Silvia
Ma le vacanze sono finite, ora siamo rientrati in Australia,
abbiamo ancora qualche lavoro in sospeso, poi vendiamo il furgone e si
ricomincia. Perché non rimane nient’altro: alla fine di un viaggio c’è un altro
viaggio da ricominciare
Alla prossima
colazione sul lago |
bagno nel lago |
cena sul lago |
shizu fa amicizia |
forse abbiamo un problema |
bagno nel creek |
meditazione |
incollatura suola scarpe |
provviste d'acqua |
un mio lavoro |
shizu al lavoro |
inizio costruzione del bull bar |
lavoro finito |
amico di shizu |
il mio ultimo taglio capolavoro |
bye bye
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