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oggi è un bel giorno per morire

05 ottobre 2012

40 .  40


Oggi 5 ottobre, sono 15 giorni che siamo incollati a Kathmandu. Che strazio.
Shizu è ancora sotto terapia, ne ha ancora per tutta la settimana. Niente di grave, cosa da poco, si tratta di una..va beh, già che ci sono vi racconto tutto dal principio. Correva l’anno 1961 ummh…come dite questo è un po’ troppo dal principio. Ok, vediamo se va meglio, lunedì 24, 11 giorni fa, siamo stati all’ufficio visti dell’ambasciata indiana, una lunga coda iniziata alle 7,30 e terminata alle 14.  Consegna del modulo 300 rupie e ripassate venerdì  per il pagamento e il ritiro del passaporto.
Dopo questa lunga attesa abbiamo una gran fame, sulla via del ritorno per la  guest hose ci fermiamo a far pranzo in una taverna locale. La cucina nepalese come le precedenti è monotematica, tutto lo stesso sapore, in questo caso curry, soltanto curry.   Curry per colazione, per pranzo merenda e cena, verdure con curry carne con curry, riso con curry, non sanno cucinare altro, tutto odora di curry, tutto sa a curry, anche il the.
Martedì abbiamo conosciuto di persona Hayato, un ragazzo giapponese che vive qua da 7 anni. Hayato segue  il blog di shizu e come ha letto del nostro arrivo in Kathmandu si è subito offerto di aiutarci.
E cosi è stato, ci ha portato da un suo amico meccanico per cambiare la ruota anteriore. E si, ho dovuto cambiare anche questa, com'era  successo in precedenza con la ruota posteriore anche questa era difettosa. Abbiamo anche saldato i supporti delle valige, i telaietti, che in alcuni punti si erano spezzati, causa le tante cadute.   Poi ci fa da cicerone in giro per le vie di Kathmandu, andiamo a pranzo, manco a dirlo… curry,  prendiamo un thè, sapeva di curry. A fine serata ci accompagna alla guest house e ci consegna un telefonino con tanto di scheda e il suo numero memorizzato, nel caso avessimo bisogno di qualche cosa, poi ci saluta, lui domani ritorna al lavoro.









È notte, sono le 4 del mattino, shizu si lamenta, sta molto male, febbre altissima, è un forno, non si regge in piedi, ha il corpo dolorante così tanto che sente dolore al toccarla, la testa gli fa male.
Cerco di tranquillizzarla e qualche ora dopo alle 8 telefono a Hayato, che fortuna che ci ha lasciato il telefonino,  per chiedergli di un ospedale.
20 minuti dopo arriva con un taxi, modello kathamandu, e ci accompagna all’ospedale.
In uno privato, dice che è meglio, in quello pubblico non esistono le urgenze, a volte si aspettano giorni prima di essere visti.
Qua c’è il reparto urgenze aperto 24 ore.

40 e poco più è la temperatura che aveva shizu quando siamo arrivati all’ospedale, 40 o poco meno sono i chili che pesava quando il dottore l’ha visitata.
Valutati i sintomi gli attaccano un paio di flebo, 3 iniezioni, poi prelievi del sangue e raccolta delle urine.
Il tutto è stato svolto da dei dottori, ragazzi in camice bianco, in maniera anche qua, molto naif.

I contenitori e le provette sono poggiati su un carrello, aperti e senza nessuna protezione. Il ragazzo che ha fatto il prelievo 3 secondi prima stava passando il mocio a terra. Facendo il prelievo si è anche sporcato le mani, nude, di sangue. Ha infilato la butterfly, quell’ago per attaccare la flebo, nel braccio di shizu, poi ha messo sotto la provetta e ha fatto gocciolare il sangue dentro, questo per due volte, poi con una dito ha pressato la vena per fermare il sangue e ha infilato il tubo della flebo.
Mi consegna le provette aperte e mi dice di portarle la indicandomi un corridoio, ma prima mi chiede la ricevuta di pagamento,- quale pagamento-, gli ridò le provette, vado alla cassa..ecco fatto ritorno e porto le provette nella stanza delle analisi.  Poi aiuto shizu con le urine. Il bagno, una cosa inguardabile e la puzza, che puzza, ma dico io neanche negli ospedali puliscono i gabinetti.

Porto nella stanza del piccolo chimico anche il flaconcino con le urine e loro mi danno un foglietto con su scritto un numero e mi dicono di ripassare tra un paio d’ore. 
Non resta che aspettare, shizu ora dorme attaccata alla flebo, io ringrazio e lascio andare l’amico Hayato che deve tornare al lavoro.

 4 ore dopo ho il referto, lo consegno al dottore, credo che sia un dottore. Mi prescrive delle medicine e dice che non ci sono problemi. Poi aggiunge, va tutto bene, ma se sta ancora male ritornate.!! Ah davvero, ma che mi dici, non ci avrei mai pensato.
Sorreggo shizu e andiamo, subito fuori c’è la farmacia, consegno la ricetta e ci danno le nostre medicine. Sono messe in caratteristici sacchetti fatti con il giornale, ma non ci si può sbagliare, sopra con un pennarello  scrivono il nome del farmaco e la spiegazione.









Rientriamo alla guest house e shizu si rimette a dormire. È  come si dice senza forza.
Passano due giorni ma non migliora, anzi.   Che fare, quasi quasi seguo il consiglio di quella volpe del dottore e la riporto  in ospedale. Detto fatto, fuori dalla guest house ci sono i  taxi, via andiamo.
Arrivati all’ospedale mostro le analisi, la ricetta con la terapia e shizu ai dottori del reparto urgenze, quello della prima volta. Guardano parlano alzano le spalle e mi dicono che devo andare dal dottore, !!dal dottore!! E voi che cosa siete… dallo specialista…ahh dallo specialista, e dimmelo prima, mi hai fatto prendere un colpo.
Dopo aver pagato per la visita specialistica  andiamo al secondo piano.  L’infermiera ci fa sedere sugli scalini, ma poco, 15 minuti e ci chiama, potete entrare.
Racconto la storia al dottore, allo specialista, gli mostro le analisi  e la terapia. Guarda scuote la testa con una penna  evidenzia 4 risultati sulle analisi .
Tutto sbagliato, qua c’è un infezione urinaria.
Ci prescrive antibiotici e altre medicine, anche lui dice che dovrebbe andare tutto bene, in caso contrario… lo so lo so ritorniamo.

Ed eccoci qua, ora shizu sta decisamente meglio, oggi è il primo giorno che mette fuori il naso. Che magrolina, gli sta tutto largo mi fa tenerezza e anche un po’ ridere.
Staremo in questa inquinata caotica sporca rumorosa sfasciata disordinata sovraffollata città di Kathmandu ancora tre giorni, dobbiamo a causa di questo stop prolungare il nostro visa.  Poi finalmente di nuovo in strada e speriamo davvero tanto che il Nepal sia un’altra cosa, diverso da Kathamndù.

2 commenti:

  1. Animo Sishu... Recuperate del todo.

    El cielo se habré para contemplar en calma lo que tras la enfermedad superada nos enseño. No hay que olvidar eso. Son nuestras luchas, guerras y batallas que no podemos evitar y nos guían.

    De aquí en adelante seguro sera una grandisima experiencia. Solo los contaminamos pueden ser purificados, esa es la medicina. Y katmandú es contaminante. Ahora a tocar el cielo...

    Fuerza amigos, tomar el buen camino, con la inteligencia. Como hasta ahora. No puede haber nada malo. Crece la esperanza.

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  2. mi spiace per la disavventura.
    conosco bene gli ospedali nepalesi, stesse scene. il laboratorio analisi dove sono andata io era adiacente al bagno ed era anche la segreteria. gli aghi me li sono comprata io fuori, alla farmacia...un delirio
    Sono contenta che stia meglio

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