lllllllll

oggi è un bel giorno per morire

16 luglio 2009

DAY60

Sveglia alle 5, colazione e aiutiamo i nostri amici a preparare le bici, sistemare gli zaini, poi la moglie prende una brocca d’acqua, il corano e fa un qualcosa di antico, una benedizione, un gesto con l’acqua tirata al suolo dietro a loro che significa, più o meno “ritornate a casa”.
Sono partiti, ora tocca a noi, sistemiamo la poderosa.
La moglie ci riempie di provviste, la figlia regala foular e abiti a Shizuyo, c’è anche Arman che è venuto a salutarci.
Un the, ancora qualche raccomandazione, sono le 10 quando lasciamo Rezvanshahr, direzione non sappiamo, sempre avanti.
Nel pomeriggio arriviamo a Mazandaran, siamo fermi a un incrocio cercando di capire quale strada prendere, quando si accosta un auto,  il ragazzo ci parla spagnolo, che strano, pensiamo, ma siamo contenti, una lingua che possiamo parlare e capire.
Il ragazzo ci invita a seguirlo per un the, ok sono già le 6, non abbiamo ancora fatto la spesa, forse insieme al the ci da anche i biscottini, speriamo.
Lo seguiamo sino a una casetta in mezzo al verde, una casa fatto con il fango.
Farzim, cosi si chiama il nostro nuovo amico, è iraniano, è sposato con Alejandra, una venezuelana conosciuta a Londra,e  hanno costruito questa casa da soli, per farne un b&b.
Dopo il the la doccia e poi l’invito a rimanere tutto il tempo che desideriamo, intanto ci invita a cena, e invita anche suo amico che ha sposato una giapponese.
Mentre aspettiamo la moglie con il loro figlio e gli amici, lo aiuto a irrigare la piccola piantagione di the che circonda, nella parte posteriore la casa.
Sono arrivati tutti, la moglie con il figlio e la sorella, gli amici con i due figli e, i genitori di lui. 
Stasera possiam parlare in una lingua che ci appartie .
Una divertente serata, salta fuori anche della vodka, poi, un po’ stanchi e un po’ rincoglioniti si va a dormire.



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