25 gennaio 2012
23 gennaio 2012
poderosa ciao ciao
Una pioggia incessante ci ha tenuto compagnia per tutta la
notte, dentro la tenda non pioveva, ma noi eravamo zuppi ugualmente, un caldo,
umidità alle stelle. Sembra farlo apposta,
durante il giorno tira sempre un bel venticello, la notte… la notte
niente, dorme pure lui, mah!
Prima dell’alba come sempre smette di piovere, appena
comincia a far chiaro esco, la tenda è bagnata, ma non importa, sono ancora le
6 e abbiamo tutto il tempo per farla asciugare.
Colazione, impacchettiamo tutto carichiamo la poderosa, un
ultimo sguardo per controllare di non dimenticare niente, spazzatura compresa,
perché bisogna sempre lasciare il campo in ordine e pulito, poi via all’ufficio
della dogana per il timbro di uscita sul carnet.
Alla dogana incontriamo un simpatico giovane agente, che
rapidamente controlla moto e carnet, 3 minuti, tutto ok, buon viaggio e
guida con prudenza.

Siamo a piedi,
Darwin no è grande, in 10 minuti siamo al centro, nella mitchell street, strada
piena di bar e ostelli dai prezzi più o meno simili.
E ora quale scegliamo…questo no, questo forse, oh… questo
questo, dai prendiamo questo!! Perché tanto entusiasmo…vi spiego, io lo
sapete sono un barbaro, quindi l’ultima parola quando capita di dover scegliere
un ostello spetta a shizu.
Shizu ha un suo criterio di valutazione, primo la pulizia e questo è pulito, in più c'è la colazione free, oh bene il punteggio sale, ma quello che ha fatto sobbalzare di gioia e sgranare gli occhi alla piccola giapponesina...ascoltate bene...lavanderia gratis 24 open e c'è anche l'asciugatrice!!!
Ecco fatto, lei è contenta e io in "castigo", seduto sul letto avvolto in un lenzuolo ad aspettare che mi porti almeno le mutande.
22 gennaio 2012
Darwin che caldo...
Che settimana, caldo umido, 36 gradi umidita89%, aspettiamo
la pioggia, che regolarmente viene, sperando in un po’ di frescura invece…
Parte del giorno lo
passiamo alla biblioteca a, come dice shizu, prendere freschetto.
Ora hanno messo internet wifi gratis, solo un’ora al giorno,
ma meglio di niente.
Verso le 4 andiamo al centro commerciale per far la spesa,
alla spiaggia per caricare acqua e poi
a casa. Di solito arrivati a casa ci sediamo e prepariamo un caffè,
freddo, aspettiamo che il sole scenda
ancora un poco dietro gli alberi per avere ombra e con calma organizziamo la
cena, sempre il solito, riso bianco, patate carote e a volte una zucchina.
I temporali mi piacciono, mi sono sempre piaciuti, mi piace
dopo che vedi il lampo aspettare il fragore, il tuono, a volte il tempo è lunghissimo, ma poi …ufff
che liberazione.
Tutte le notti piove e non tira un filo di vento e
l’umidità che gia è al 89 % credo che salga ancora, in tenda vi lascio
immaginare, si boccheggia, ma va bene
così, estate inverno vento pioggia, a volte fa caldo a volte freddo, bisogna
prendere tutto e stare allegri, felici di poter sentire tutte queste sensazioni
.
Questa è l’ultima sera che passiamo tutti e tre assieme,
domani portiamo la poderosa al porto,
controllo doganale e altre cose, poi il 26 navigherà verso un altro paese, noi
aspettiamo di vederla salpare e a bordo di un aereo, ho provato in tutti i modi
a farci imbarcare, come mozzi di fatica o come statue cinese, ma non c’è stato
verso, la raggiungeremo per continuare il nostro viaggio.
16 gennaio 2012
Australia ultimo giro...
16 gennaio 2012, se non l’ho detto buon anno a tutti…in
ritardo…noooooooo, dipende.
Eravamo rimasti alla salsa di pomodori…uhm che buona,
poi c’è stato il natale con il pranzo insieme a tutta la famiglia di Ben
e grande sorpresa abbiamo ricevuto anche dei regali: un nuovo casco, le ruote
per la moto, una borsa per l’acqua, questa è davvero eccezionale, l’acqua
rimane fresca, la borsa è fatta di una grossa tela di cotone, tiene 6 litri
l’appendi alla moto e… acqua fresca tutto il giorno, poi i lucchetti per le
valige, pantaloni per me, 4 kili di miele e tante altre cose, ma la cosa che
più ci fa felici è il modo in cui ci hanno fatto sentire, come ci hanno
trattati, l’aver ricevuto tanto amore.
Il pranzo una vera delizia, tante tante cose buone.
A casa di Ben e Maureen ci stavamo davvero bene, sapete non
siamo stati ospiti per un paio di
giorni, in questo caso normalmente va tutto bene, è tutto ..ohh che
meraviglia…come fratelli, poi… noi ci abbiamo passato un mese e non ci siamo
mai sentiti degli ospiti. Quando siamo
andati via Ben era molto triste, vuole che ritorniamo presto, a volte mi
telefona e sempre mi chiede se ho fatto la richiesta di un nuovo visto,”
perché qui all’australia è un bel posto”, così mi dice.
Per farla breve dopo aver sistemato la Poderosa, cambio
gomme paraoli forcella cuscinetti sterzo,
shizu invece ha voluto lavare tutto, ma proprio tutto, anche la tenda,
il giorno 4 gennaio 2012 ci siamo rimessi in strada, in marcia verso Darwin,
c’eravamo gia stati, ma avevamo percorso la costa, ora invece ci arriveremo
attraversando il centro dell’australia.
4 gennaio 2012 ore 6,30 ultima colazione insieme a Ben,
questa mattina c’è anche Maureen, normalmente lei dorme un po’ di più, poi…
sono fuori sotto la veranda a controllare il bagaglio della moto, che strana
sensazione, non ho tanta voglia di andare, mi piacerebbe rimanere ancora un po’
per aiutare Ben, ma il nostro visto sta per scadere, dobbiamo uscire dal
paese. Ci siamo sempre mossi da un
posto all’altro senza darci dei
tempi, senza date senza orari, seguendo
suoni odori vibrazioni, ora dover
programmare..uff..va bhè, le solite
raccomandazioni e ciao Ben ci vediamo presto.
Dovremmo andare a nord, ma facciamo una puntatine nella
direzione opposta, solo 50 km, per salutare il nostro amico Greg, poi
inversione.
La giornata è perfetta, fa caldo ma le nuvole ci fanno ombra
e si procede bene, passiamo Port Augusta e ci troviamo dopo una deviazione di
un centinaio di kilometri, causa un ‘incendio, sulla Stuart highway,
strada che ci porterà sino a Darwin.
In due giorni facciamo 1100 kilometri, carichiamo provviste
a Coober Pedy, la città sottoterra, un posto in mezzo al deserto, caldo
e.. non c’è niente, solo buchi tanti
buchi, qua un tempo scavavano l’opale, ora portano i turisti giù, sotto a fare
il giro delle miniere.
La Stuart higway è una bella strada, a dir il vero c’è solo questa, quindi in
ogni caso te la devi far piacere. Questa strada taglia l’australia in due,
proprio al centro e va da sud a nord, da Port Augusta a Darwin.
A noi è piaciuta molto, attraversa il Great victoria desert, il Simpson desert, il Tanami deser, insomma tutti deserti e davvero non c’è
niente a parte Alice Springs, proprio al centro dall’australia il resto è
praticamente disabitato.
Il giorno 6 siamo arrivati a Uluru, Ayers Rock, la montagna
sacra, territorio ritornato nelle mani aborigene, virtualmente, nel 1985 e
immediatamente affittato al governo australiano per 99 anni che ne ha fatto un
parco nazionale, quindi sotto la legge federale.
Avevo sentito parlare molto di questa roccia sacra da altri
viaggiatori o turisti che ho incontrato, chi mi raccontava che appena vista dai
finestrini dell’autobus è scoppiato in un pianto a dirotto, chi a camminato a
piedi scalzi intorno e sopra alla roccia chi si è seduto davanti per più di 4
ore come in estasi, chi…chi..chi…io di sacro non ci ho visto ne sentito niente, a parte i cartelli che proibivano per
rispetto alla cultura aborigena di fotografare certe parti della roccia
considerate sacre, strano poi trovare le foto in vendita nel negozio di
suvenirs, oppure che chiedevano di non salire sulla roccia, sempre per rispetto
alla cultura aborigena che la considera sacra, e poi trovarmi davanti una bella
ringhiera di corda per facilitarne l’ascensione, di aborigeni nemmeno l’ombra a
parte un paio che si aggiravano come zombi nel bel cortile con fontana del
centro commerciale…di sacro c’è solo il business.
A parte queste mie considerazioni il posto è bello, il
paesaggio, la natura la tranquillità
… tranquillità… dipende dai momenti, l’alba e il tramonto sono i momenti più rumorosi, no, non è il sole
che fa casino ma gli autobus turistici con il loro carico umano, autobus che
spesso continuano a rimanere in moto per far funzionare l’aria condizionata, e
poi gli elicotteri e i piccoli aerei che sorvolano la roccia per rendere ancora
più sacrale il momento, ohh che tranquillità e ancora cartelli con scritto per
favore non disturbate la fauna locale…ma mi faccia il piacere…
è così ma non ci fa caso nessuno, o forse in pochi, gli
altri sono concentrati sulle foto, sul programma, sveglia all’alba pullman
colazione stile cowboy con vista grande roccia sacra, poi camminata di tre ore,
nel frattempo il pullman si è spostato dall’altra parte della roccia e vi
aspetta col motore acceso e con delle belle fette di ananas fresco, proprio qui
davanti a questo cartello che mi chiede per rispetto di non fotografare… poi a
bordo via a vedere il deserto, due animali in semilibertà…e poi di corsa, dai
che c’è il tramonto… e finalmente la cena, a buffet in albergo…che splendida
giornata.

Noi siamo stati tre giorni nel Uluru Kata Tjuta National
Park, e come ho detto è bellissimo, siamo anche stati al Kings Canyon nel
Watarrka National Park, poi volevamo raggiungere Alice Springs percorrendo una
strada sterrata ma la pioggia ce lo ha sconsigliato, e allora siamo tornati
indietro per 260 kilometri, tra un alternarsi di pioggia e sole arriviamo ad Alice, ci fermiamo giusto il
tempo di un passaggio al super per rifornire la cambusa e si prosegue.

Il giorno 11 ci accampiamo vicino a Tennant Creeck, da qui in poi la strada la conosciamo, Three Ways, esattamente 5 mesi fa siamo passati da qui scendendo da Darwin, poi abbiamo preso la Barkly Higway che ci ha portato sulla costa est.

Il giorno 11 ci accampiamo vicino a Tennant Creeck, da qui in poi la strada la conosciamo, Three Ways, esattamente 5 mesi fa siamo passati da qui scendendo da Darwin, poi abbiamo preso la Barkly Higway che ci ha portato sulla costa est.
Stessa strada ma il paesaggio differente, ora è molto verde.
Dopo Katherine a Pine Creek cambiamo strada entriamo nel
Kakadu National Park, che bello, che strada fantastica e non c’è nessuno, solo
canguri, arriviamo sino a Jabiru ma la piogge delle scorse settimane hanno
alzato il livello dei fiumi e i
coccodrilli camminano per le strade, così
troviamo tante strade chiuse e anche le rest area sono chiuse per
sicurezza.
Shizuyo dice che vuol tornare indietro, non sta tranquilla,
un po’ mi dispiace, avrei proprio bisogno di un bel paio di stivali nuovi, va
bhè, sarà per la prossima.
Comunque abbiamo campeggiato nel Kakadu, ho montato la
tenda, me ne sono accorto dopo, a 20 30 metri da un ruscello, l’erba era alta e
non si vedeva, così ho sistemato la moto e le valige a mo di recinto attorno
alla tenda, con shizu che mi guardava stupita e mi chiedeva: ma ci sono i
coccodrilli anche qua .
Poi entrato in tenda mi sono armato…?? Proprio così, armato
della mia inseparabile olimpus tough e..magari non riuscirò a farmi gli
stivali ma almeno una foto quando mette dentro il muso gliela faccio…ma
purtroppo niente, ne stivali ne foto ricordo.

Sabato 14 gennaio dopo 4730 kilometri siamo arrivati a
Darwin, cerchiamo un posto per sistemarci e poi relax.


Domenica spiaggia nudisti doccia e bucato.
Mentre percorriamo la strada che va alla spiaggia vediamo a
terra su un marciapiede una grossa anguria, mi fermo controlliamo, è tutta
intera, perfetta peserà 5/6 kili, la prendo e via in spiaggia, dopo la doccia e
il bucato aspettando che i panni asciughino la taglio e la mangiamo tutta…non
ci ha fatto molto bene.
Ed eccoci qua lunedì 16 gennaio, ufficio doganale per il
timbro sul carnet, poi alla stazione marittima per sapere quando parte la nave
per…non ve lo dico.
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21 dicembre 2011
Buon Natale
21 dicembre 2011..di già… pochi giorni ed è natale,
facciamoci subito gli auguri così non ci si dimentica…Auguri a tutti.
Noi stiamo bene, da dieci giorni ci siamo trasferiti a casa
di Benito e Maureen, a One Tree Hill.
Abbiamo anche conosciuto tutta la famiglia di Ben, diverse
volte siamo stati a cena a casa delle
sue figlie.
Il giorno del
compleanno di Maureen abbiamo rivisto Mark.Vi ricordate, Mark è il figlio, vive
a Perth e noi siamo stati ospiti a casa sua, è
stata una sorpresa bellissima ed è grazie a lui se ora noi viviamo tutto
questo.
Sono arrivati anche i ricambi per la moto che avevo ordinato
online, cuscinetti sterzo e paraoli forcella, ora qua a casa di Ben ho il tempo
per revisionare la Pode per l’ultimo tratto di avventura australiana.
Ieri qua a “casa
Ben” grande festa, abbiamo preparato la salsa di pomodoro.
Ben la fa ogni anno da…da sempre e la cosa bella è che
sembra che sia la prima volta.
Proprio così, una pensa bhe, se la fa ogni anno… da una vita…
avrà tutto organizzato, tutto al suo posto perfetto in regola, ognuno sa cosa
deve fare.
No, nessuno sa niente, le cose non si trovano, ma non è un
problema, anzi è questo il bello, è un modo per conoscersi per stare insieme,
si scherza si ride si beve…la salsa!! noo, vino tanto vino.
A questa festa a parte Lenny, il genero, con i tre figli,
Ben Maureen io e shizu sono venuti
anche Frank e Serg, amici di Ben, origini italiane , Serg veneto e Frank
calabre.
Che strano, a me e a shizu
ci sembrava di stare con certi
miei parenti, per la precisione con mio zio Ruggero, in verita un pò Serg ce lo ricorda a Ruggero, pensa che Serg ha
un fratello che si chiama Ruggero, ma non è questo, è un po’ la postura, il
modo di fare…la pancia… il suo lavoro
hobby, va in giro a fare barbecue e a svuotare bottiglie, mio zio fa l’asado
e anche lui svuota bottiglie… di vino,
nella pancia… ma lo avevate capito.


Che lavoro, più di 600 kili di pomodori, raccolti tutti
personalmente da Ben il venerdi.
Sabato li abbiamo lavati, 2 volte, e poi messi bene in
ordine nelle vaschette.
Domenica grande giornata, tutti al lavoro: tagliare a metà,
strizzare per togliere i semi, Ben fa solo polpa, poi … poi è l’ora di pranzo.
Saliamo su in casa
la tavola è apparecchiata,
spaghetti con sugo di carne polpettine insalata dolce caffe , -vino?-, si, molto.
Il pranzo è finito ma il lavoro ancora no, i pomodori ci
aspettano, è il momento di passarli nel…, ma cosa ne so di come si chiama
questa macchina, diciamo…uhmm… trita
pomodori…ok.
Frank mi ha detto che è una macchina italiana, ma non l’ha
comprata qua, questa arriva direttamente dalla calabria, -smontata dentro a
na valigia-.
I pomodori li abbiamo passati 2 volte, poi si imbottiglia la
salsa, per finire si mettono i tappi e dentro al pentolone a bollire, e che
pentolone.

Sono le otto, siamo rimasti solo io Ben e due bottiglie di
birra a lavare e sistemare le ultime cose, ci vorranno ancora diverse ore, io a
mezzanotte vado a letto, Ben spegnerà il fuoco all’una e mezza, che giornata
meravigliosa.
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13 novembre 2011
...vicini di casa..
Siamo di nuovo alla fine, di un’altra settimana, e che vi
racconto…

Loro vivono in una grande casa proprio sopra a una collina, e la vista, la vista è di quelle che ti siedi li, sotto la veranda e ci rimani ore…wow.
Dopo pranzo siamo andati a fare un giro in macchina sino a Barrosa valley, vigneti, vigneti a perdita d’occhio, tenuti benissimo, tutti precisi puliti, e molti con intorno, e qualcuno tra i filari cespugli di rose, e ancora cantine e cantine dove puoi andare a degustare il vino, insomma un paradiso per gli occhi e per il palato…
Provo con la manovella, ha dato qualche colpo, un paio di
borbottamenti, ma non è stato
sufficiente. Ok Benito attacchiamo la
macchina e diamogli una tirata, pochi metri e il quattro cilindri ha
ripreso a cantare, e come cantava, ingrano la prima… no, la prima no grattava
troppo non ci sono riuscito, la seconda
e via un giro per i campi, mi sembrava di essere in un altro tempo, un cowboy
nelle praterie in sella , si fa per dire alla sua prima macchina.
In settimana è anche arrivato un pachetto da Taiwan, è lo schermo del nostro pc, evviva, finalmente è ritornato nuovo.
Domenica siamo andati a pranzo a casa di Benito.
Benito è un italiano, calabrese, ultimo di nove figli
emigrato qua quando aveva 15 anni, ora ne ha 73.
Con Benito ci siamo conosciuti a luglio quando eravamo
ospiti a casa di Mark in Perth, conosciuti solo telefonicamente, Benito è il padre di Mark, ed
eravamo rimasti che se mai fossimo passati ancora per Adelaide dovevamo venirlo
a trovare.
E così abbiamo fatto, gli abbiamo telefonato: ci stava
aspettando, il suo non era un invito di quelli così… poi parlando con Mark ho
saputo che l’aveva chiamato diverse volte per sapere di noi, Mark gli
diceva di non preoccuparsi, che ci saremmo fatti vivi non appena arrivati
in Adelaide.
Benito abita con la moglie Morin a One Tree Hill, sono 50
kilometri dalla nostra tenda, la strada per arrivarci è stupenda, uno
scollinamento continuo, sali scendi curve tornanti … insomma tutto quello che
può far felice un motociclista, devo dire che la giornata era già perfetta
così.

Loro vivono in una grande casa proprio sopra a una collina, e la vista, la vista è di quelle che ti siedi li, sotto la veranda e ci rimani ore…wow.
Morin aveva già messo il pollo nel forno, un bicchiere di
vino per benvenuto e nell’attesa che il pollo arrostisca ci facciamo un giro
giù sotto, nei campi davanti casa.
Sotto una grande quercia ci sono a ripararsi dalla calura
sei mucche e due vitellini, Benito ci ha già detto che un vitellino lo farà con
le patate per natale, ci sono anche una
quindicina di pecore, ma scappano
paurose alla nostra vista.
All’ora di pranzo puntuali saliamo in casa, maccheroni con
sugo fatto in casa, spolverata di parmigiano ee… “maccarone m’hai provocato e
io me te magno, ahmm”
Buonissimi, ho fatto il bis, poi cosce di pollo al forno
insalata, vino rosso dolce e caffè, caffè con la moka, aroma decisamente
diverso da quello della economica polvere solubile che usiamo noi, ho fatto il
bis… anche del dolce.




Dopo pranzo siamo andati a fare un giro in macchina sino a Barrosa valley, vigneti, vigneti a perdita d’occhio, tenuti benissimo, tutti precisi puliti, e molti con intorno, e qualcuno tra i filari cespugli di rose, e ancora cantine e cantine dove puoi andare a degustare il vino, insomma un paradiso per gli occhi e per il palato…
Sono le sette quando rientriamo a casa, io la verità ero
ancora pieno dell’ottimo pranzo, ma siamo dovuti rimanere anche a cena.
Prima di lasciarci andare Benito ci dice che possiamo
rimanere a vivere li con loro, per tutto il tempo che resteremo, e se non ci
piace la loro cucina possiamo cucinare per i fatti nostri. Grazie Benito ma preferisco strare più
vicino al posto di lavoro, è più pratico.
-Allora va bene, come vuoi, quando finisci di lavorare?…
venerdì!… Bene, come hai finito parti subito e vieni, qua hai la doccia la tua
stanza, porta i panni che li lavi.
Ci facciamo una mangiata la sera… cosa preferite da
mangiare…bene, poi sabato con calma vi svegliate e facciamo qualcosa, se è
bello tempo facciamo un giro, poi
rimanete anche domenica …-
Che cosa potevo
rispondere a Benito…obbedisco… e eccomi qua, sto scrivendo questo post disteso
sul letto in una stanza nella casa di
Benito, ma pensate sia finita…noooo, ha detto:- tutti i fine settimana
dovete venire, e poi a natale, a natale facciamo il pranzo con tutta la
famiglia, ci dovete essere anche voi –
Qua non ci sentiamo ospiti, è come essere a casa, in
famiglia, c’è calore c’è…insomma ci stiamo bene, ci fanno sentire bene, come
dire è tutto normale ma allo stesso tempo speciale, capito..
Oggi ho sistemato una scatola ingranaggi che poi azionerà
una pompa idraulica per muovere una piccola gru su un camion…uff.. una lunga
storia, dovrei andare sul tecnico,
lasciamo perdere.. va bè… ho modificato e montato questa sul camion, poi su un
catterpillar ho smontato e modificato il tubo del gasolio.
Per Benito l’ora di pranzo è sacra, a mezzogiorno puntuale
si deve salire in cucina, che pranzo, non vi sto a dire tutto quello che c’era,
provate a immaginare.
Nel pomeriggio mi aspetta un bel lavoretto, di quelli che mi
piacciono, una vecchia macchina, una Roll..o qualcosa del genere, ora non mi ricordo, anno...come sopra..., è li parcheggiata sotto
la terrazza davanti casa da…quanti anni Benito…-quindici-, un sacco di
tempo, e l’ultima volta che l’hai messa in moto…ahh, -sempre quindici -…andiamo
bene mha!
Ha comprato una
batteria ma non è del tutto carica e non ha abbastanza forza, i fili sono marci…la benzina
è stagionata… e un sacco, ma veramente un sacco di altre cose…ok, come si dice
in australia NO WORRIS…
Dai stacco tutto:
via questo e questo, qua metto un filo volante per alimentare la bobina, una
pulita ai contatti…in fondo dobbiamo solo vedere se parte e come gira, poi
deciderà semmai cosa fare.

Benito è contento, -dai lascia tutto e andiamo a bere
qualcosa- ancora.. - e certo, ho sentito un odorino- ma sono
appena le 4,30 che si ricomincia..- ti ho detto qua si deve mangiare, andiamo
poi la prossima volta…c’è tempo c’è tempo-
Che cena, e poi il gelato, a me piace il gelato.
Domenica la passiamo in puro stile relax, dopo colazione
mentre Benito pota le piantine di pomodoro io e fido andiamo a fare un giro nei
campi, ci divertiamo a far correre le pecore.
Shizu è contenta, ha messo la lavatrice e Morin è gia davanti ai fornelli, chissa che cosa ci preparerà.
Shizu è contenta, ha messo la lavatrice e Morin è gia davanti ai fornelli, chissa che cosa ci preparerà.
Finito il suo divertimento di contadino andiamo a fare
rifornimento di gasolio, arrivati al distributore gli chiedo ma perché in questo
così distante da casa, sono 15 kilometri e sulla strada ne ho visti due, e lui:
-ora ti spiego, quelli sono grandi, i lavoratori neanche ti guardano, io
vengo qua, la signora almeno ti parla ti saluta, no no io cerco sempre i
piccoli-.
Dopo pranzo e che pranzo siamo andati in macchina sino a
Murray River e poi per cena spaghetti.
Alle 6 ci siamo salutati
e Benito: - non ti dimenticare venerdi puntuale che si cena-…ok
ok ci vediamo venerdi.
E il lavoro, il lavoro da Greg va alla grande, shizu sempre
nei campi, io in officina trattori e affini…Greg sta capendo che non lo voglio
troppo intorno e allora mi dice cosa vuole e poi sparisce, bravo Greg.
Sapete ora abbiamo dei vicini, con shizu siamo andati a fare
le presentazioni, ma non so se ci hanno capito ben, forse sarà il nostro
inglese chissà, comunque li abbiamo avvisati, fate tutto quello che volete ma
fatelo un po’ distante da casa nostra... please, natura è natura, ma il naso è il
nostro…capito.


In settimana è anche arrivato un pachetto da Taiwan, è lo schermo del nostro pc, evviva, finalmente è ritornato nuovo.
05 novembre 2011
Adelaide...déjà vu...
A volte vi trascuro vero, ma non è proprio tutta colpa mia,
il mio portatile ha solo un’ora di autonomia, se non lo uso, quello di
shizu…uhm…va bè lasciamo perdere, e così succede che pur avendo due pc a volte
non riusciamo a far niente. Adesso ci sono e allora cominciamo: stavamo
percorrendo la Great Ocean Road, stendiamo un velo pietoso, che ci ha portati
dritti dritti, è il caso di dirlo, sino ad Adelaide.
Siamo arrivati il
giorno 21… perché siamo tornati ad Adelaide?
Dovete sapere che quando eravamo in Tasmania abbiamo ricevuto una mail
del nostro amico Greg che ci chiedeva se e quando tornavamo da queste parti e se in caso potevamo
aiutarlo, e ora eccoci qua.

Greg ora non c’è, è andato a prendere a nord del Queensland dei pezzi usati per un trattore usato, che ha comprato e che dopo dovrò
montare, cosi abbiamo un pò di tempo per sistemare alcune cose, incollare i
pantaloni, riparare gli stivali di shizuyo, ordinare uno schermo per il
portatile, guardate com’è ridotto....................................................................................
cambiare il paraolio alla forcella
della Pode, non ve l’avevo detto, un paraolio della forcella si è messo a
perdere, poco danno lo cambio cosi ne approfitto per cambiare anche i soffietti
che sono rotti e cosa più importante i cuscinetti di sterzo, ha quel fastidioso
scalino, si blocca con lo sterzo dritto, quando ancora c'erano le valige, con il
peso dietro, lo sentivo meno, ma adesso è inguidabile, una faticaccia.
Il tempo ha fatto una settimana fantastica, solo un paio di
giorni di pioggia, ma non freddo e poi noi siamo all’asciutto. Qua ormai è
arrivata l’estate e c’è un gran caldo.
Vi ho detto sopra
che incolliamo le toppe hai pantaloni, proprio così, ago e filo non bastano
più, troppo consumati e allora giù di bostick, una meraviglia, rimangono un
poco rigidi..ma va bene così.
però ne abbiamo solo
uno a testa e allora ieri siamo andati a cercare quelli per shizu, abbiamo
girato tanti negozi ma niente, sempre grandi.
Entriamo nell’ennesimo
negozio, stiamo guardando tra gli scaffali con poca fortuna, chiedo a un
commesso ma non faccio in tempo a
finire la frase… sto cercando un pantalone…che come un fulmine si presenta un
altro commesso molto..uhm..come dire…molto gaio…e mi chiede - posso aiutarti-…dico cerco un pantalone …mi guarda li..si si,
proprio li…dico no è per mia moglie e indico a shizuyo…lui portandosi una mano
al petto ma appoggiando solo la punta delle dita e con l’altra sventolandola in
aria, a tempo sopra ogni parola fa:- no no no no no! Nooooo no!
Poi porta le mani sui fianchi e con una
posa…quale?…daiii…quella..fa: - io ne so qualcosa,- in effetti il tipo
non si può definire un pezzo d’uomo, -devo vestirmi kids.
In australia la misura da donna parte dalla 8, tu sei una
6, no no no, kids, kids anche tu.-
Poi mi spiega dove andare per spendere poco e mi chiede…-sei
italiano…io adoro l’italia…parlo un pò di italiano...- assolutamente no, ma
gli ho detto ohh very good..era felice, poi con due dita poggiate delicatamente
li sotto il mento sul collo sospirando ci saluta- bye bye buona giornata.-
Giorni fa abbiamo incontrato, anzi meglio dire
rincontrato Matteo, ricordate siamo
stati ospiti una notte a casa sua in Phert, anche lui viaggiatore, e anche lui
partito dall’italia con una vecchia transalp.
Il suo lavoro a Perth è terminato e si è rimesso in viaggio. Qua in
Adelaide ci siamo rivisti e ho potuto vedere finalmente la sua moto, l’altra
volta era in officina causa un incidente che aveva avuto credo in Indonesia.
Per mia fortuna Matteo aveva una frizione di scorta e me l’ha regalata, quella
della Poderosa sta piangendo è alla fine.
Sabato salutiamo Matteo, facciamo la foto ricordo, forse
domani riparte, dove non lo sa ancora, ma vuol fare altri 3 mesi di lavoro, per
prolungare il visto, poi andrà in New Zeland, buona strada Matteo.
due vecchie transalp - Matteo Maurizio e Shizuyo |
Domenica mattina sono le 9 stiamo facendo le pulizie di
casa…eehh già, toccano anche a noi, quando arriva Greg.
-Come stai… quanto tempo… che fate… mauri hai voglia puoi
aiutarmi su in officina-….si si Greg, non aspettavo altro da una settimana…e vai…si ricomincia. Ok,
allora dopo pranzo ci vediamo in officina.
È un vecchio trattore made in romania, ma è un fiat, lo
conosco bene.
Greg è un casinista, ha un modo tutto strano di lavorare mi
fa perdere un sacco di tempo, ma alla fine il cambio era a terra, ho smontato i
cuscinetti tolto l’ingranaggio consumato…e la mia prima giornata di lavoro è
finita.
Lunedì sono ancora in officina, saldare marmitte, smontare
differenziali, costruire rollbar, modificare tornire ..insomma un po’ di tutto.

E shizuyo…shizuyo nei campi, a dissodare la terra, che
fatica. Alle 4 quando la nostra
giornata finisce, l’ho rivista era
stanchissima… che ridere, non si reggeva in piedi.

La settimana è finita, shizu ha lavorato sempre nei campi, dissodare, togliere le radici di
rabarbaro dividerle…insomma è diventata
una perfetta contadina, ha il viso abbronzantissimo e il naso rosso che sembra
una ciliegina, io sempre in officina, ogni giorno tira fuori un nuovo lavoro, è
una sagoma questo Greg.
Sette giorni sette docce, battuto ogni precedente record,
devo dire che dopo una doccia, se è ecologica è meglio, è tutta un'altra cosa..
19 ottobre 2011
The Great Ocean Road...bocciata
18 ottobre
Siamo ancora a Melbourne, volevamo rimetterci in viaggio
subito dopo aver ritirato il nuovo passaporto ma abbiamo un appuntamento oggi
alle 11, così abbiamo passato la notte in un ostello.
Ora sono le due, il nostro impegno è terminato,…di cosa si
trattava…uhm…ve lo racconto prossimamente, dopo il solito pranzo, un sandwich al tonno ci siamo messi in movimento per
raggiungere impazienti la famosissima The Great Ocean Road.
The Great Ocean Road è una strada che da Torquay vicino Melbourne arriva
sino a Portland, passando sulla
costa per quasi tutto il tragitto,
tutti: motociclisti e non da quando siamo in Australia sempre a chiederci se la
avessimo fatta, è anche il più grande
monumento ai caduti della prima guerra mondiale e fa parte del
patrimonio nazionale australiano, cosi mi hanno detto.
Ah.. dovete assolutamente andare, è bellissima, il
paesaggio, la costa, e la strada a strapiombo sul mare e subito la montagna,
non sai da che parte guardare, poi con la moto, un susseguirsi di curve, un
vero divertimento, vedrai quando finisce vuoi rifarla.
Oh.. sono 8 mesi che sento questa cantilena, e adesso
vogliamo proprio vederla, non vediamo l’ora di accarezzare le sue curve così
tanto decantate.
A Melbourne è caldissimo, decisamente differente dai giorni
meravigliosi e freddini passati in Tasmania.
Vista l’ora non facciamo molti kilometri, all’incirca 240 e
appena individuato un posto che ci piace
ci fermiamo e montiamo la tenda, è uno spiazzo di ghiaia... terreno duro e scomodo, ma stasera una novità, stendo i nostri nuovi materassini autogonfiabili.
Dopo quasi un anno
chissà come sarà dormire sul morbido… sono convinto molto meglio.
Questa avventura Australiana è iniziata senza materassini, i
vecchi si erano bucati in Giappone in
modo irreparabile.
Arrivati in
Australia gli abbiamo cercati a lungo, ma erano sempre troppo cari per noi,
quando proprio ieri pomeriggio a Melbourne, in un negozio di attrezzatura da
campeggio facevano sconti… e che sconti,
li vendeva a 19 dollari…comprati al volo. Con 40 dollari abbiamo rifatto la
camera da letto, prima non li avremmo mai comprati, costavano 100 dollari…un
bel risparmio vero.
Sapete dormire su un
bel prato d’erba soffice, o su un terreno sabbioso è riposante, ma quando
capitiamo sulla ghiaia o terreni con pietre e spuntoni, uffii.. che doloro, e
poi l’umidità, anche se sotto la tenda stendo sempre un foglio di nylon la
mattina ci ritrovavamo sempre con i sacchi umidi, a volte bagnati, ma stanotte... stanotte la prova verità.
Che dormita ragazzi se non fosse che in tenda fa già caldo
staremmo ancora un pò sdraiati su questi nuovi materassini.
Ok shizu arrotoliamo con molta attenzione questa delizia di
materassini facciamo colazione e andiamo. Ma dove? Andiamo a cercare le curve della Great Ocean Road.
Fa caldo e con la nuova giacca, tolta la parte interna si
sta come un papa.
Il paesaggio è molto
bello, anche se devo dire che dopo aver
visto la Tasmania tutto mi sembra ordinario,
anche questo è affascinante, ma come dire… gli manca qualcosa o forse…
forse ha qualcosa di troppo, credo la
presenza umana, non umana di persone,
ma di strutture…uhm…vediamo se riesco a spiegare…qua è tutto preciso, la
stradina di cemento legno acciaio e
filo spinato ti porta sino in pizzo alla scogliera, aspetti il tuo turno e poi
fai la foto di rito, tutte uguali, non c’è molta scelta , il posto è un metro quadrato…poi
il tragitto del ritorno non si sa il perché ti porta sempre dentro un piccolo
shop..ehi dove va…torno indietro…da questa parte…si ma guarda io
sono venuto di qua, la mia moto è la, è quella… si torna da questa parte…3
metri non posso..no..
Capito? La Tasmania invece è natura libera selvaggia.
Stiamo viaggiando gia da un bel po’ di kilometri e shizu mi
chiede, ma quando inizia l’Ocean Road, credo sia questa, sono un pacco
di kiolometri che i cartelli ci indicano che stiamo percorrendo la Great Ocean Road.

Ma le curve quando arrivano, ehm.. shizu, che ne so,
sarà che per gli australiani sono queste le curve, al solito, mah!.
Continuiamo sperando
di incontrare prima o poi qualche tratto movimentato. A tratti la strada è
bella, il paesaggio che offre è un vero spettacolino, si sale anche di 100
metri a strapiombo sul mare, una strada disegnata lungo il pendio della
montagna, ma veramente sono pochi e brevi i tratti belli divertenti dal punto
di vista motociclistico, qualche bella curva, ma non fai a tempo a scaldare le
gomme che è gia finita. A volte la strada lascia la costa, entra all’interno e
si fa dritta e noiosa e sotto il sole diventa una mezza tortura per non dire
una vera tritatura di mar….-
Visitiamo i dodici apostoli, megaliti di roccia
calcarea in mezzo al mare, prima da un
punto di osservazione turistico, come vi ho spiegato sopra, poi come facciamo sempre andiamo a trovare i nostri
posti, solitari e pericolosi, ma che vista, ci mettiamo seduti con le gambe nel
vuoto e la faccia al vento, 50 metri più sotto le onde rumorose si infrangono e
il vento ci porta su spruzzi di schiuma,
facciamo foto e anche gli scemi, siamo soli, questi posti non sono
accessibili a tutti, ma con la poderosa ce li possiamo permettere, che
meraviglia: il panorama, ma la strada che pizza, The Great Ocean Road, ci dispiace…sei BOCCIATA.


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