Eccoci ancora qua bella gente, poche righe per farvi sapere, a
chi interessa, che stiamo bene. Qua non ci sono emozionanti novità da raccontare, per il momento siamo in
standby.
Takako, la sorella di shizu, si consuma piano
piano , ogni giorno c’è una cosa in meno che riesce a fare.
Da poco abbiamo comprato una macchina usata,
la Daihatsu TANTO, così quando ne ha voglia portiamo a fare un giro la “moribonda”.
(detto con affetto)
La TANTO è una macchinetta carina, alta,
spaziosa, con i sedili posteriori che si muovono e si ribaltano separatamente,
così ci sta comoda la sedia a rotelle e le altre cose di Takako che ci portiamo
dietro.
A proposito, ho detto di
lui che è un simpatico, vulcanico ragazzo, e si, perché oltre a essere
pizzaiolo, è anche musicista, attore,
regista e, esperto di arti marziali, ed è proprio quest’ultima passione che lo
ha portato a Okinawa.
La settimana scorsa siamo andati a vedere un
ospedale dove Takako potrebbe trascorrere il tempo che le rimane da qui alla morte.
È un grande ospedale costruito sulla cima di
una collinetta in una zona periferica e per fortuna ancora verde. L’ultimo
piano di questo ospedale è adibito a reparto per malati terminali, per quelli
che ormai non ci sono più cure. Ed è a questo piano che abbiamo fatto una
specie di tour, una visita guidata con la dottoressa come guida.
Le porte dell’ascensore si aprono davanti a
una hall simile a quella di un albergo a 5 stelle.
Poggiato sul bancone un acquario illuminato
con minuscoli pesci dai mille colori, orchidee e fiori freschi, giornalmente
vengono risistemati, e il sorriso di un infermiere che da dentro ci invita a
entrare.
Si può scegliere la sistemazione base, con
letto elettrico, un divano letto per gli ospiti, piccola tv, frigobar,
lavandino e gabinetto: oppure la stanza lusso… ragazzi non vi racconto storie
ma questa è grande come il nostro appartamento; qua c’è un grande letto
elettrico, divano letto, anche questo grande, poltrona elettrica, tv plasma 50
pollici, grande frigo congelatore, bagno con doccia, angolo tatami con tavolino
per prendere il te con gli amici, quadri, lampade, mensole con libri fiori e suppellettili,
insomma gente un vero appartamento. Ma per questo si paga un extra di circa 40
euro al giorno.
Questo per quanto riguarda le camere, poi ci
sono gli spazi comuni: la cucina, se a qualcuno va di prepararsi uno spuntino
particolare, oppure la usa la famiglia, c’è anche la macchinetta nespresso
(made in italy) per gustare un ottimo caffè italiano, bevi un buon caffè e ti
senti in paradiso…stanno forse alludendo
a qualcosa?
E ancora una grande stanza con angolo
concerti, c’è una pedana con il pianoforte, aste microfoni, altoparlanti e
altre cose, dove giornalmente qualcuno degli infermieri o dei volontari si
esibisce suonando o in spettacoli teatrali della tradizione. Mega televisore
davanti a un altrettanto mega divano, libri riviste e tutto l’occorrente con
cui i volontari intrattengono gli ospiti, così chiamano i pazienti.
Da una grande vetrata con vista oceano si
accede, una volta aperta, su una veranda coperta tutta vetri, eccezion fatta
per il pavimento, dove gli ospiti possono rilassarsi, bere un te o
semplicemente guardare intorno.
C’è anche un giardino interno, molto ben
curato, se ne occupa un signore che oltre a essere il giardiniere è anche e non
solo il fotografo ufficiale.
Per finire ci sono anche le docce i bagni e
la lavanderia per i famigliari, e se
sono in tanti anche un paio di stanze solo per loro.
La dottoressa è stata molto chiara con Takako,
gli ha spiegato bene la sua condizione e la invitata a provare questa
sistemazione, ma Takako non sembra intenzionata a trasferirsi qua, almeno per
ora.
Takako non sembra ancora pronta, chissà forse
nessuno è pronto quando arriva il momento…
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, immagine
che mette inquietudine, fa paura vero.
È che c’immaginiamo sempre la morte non come
un fenomeno naturale al quale tutti, chi
prima (e parlo di voi) chi dopo dobbiamo confrontarci, ma come qualcosa di
brutto, di pauroso, di doloroso. La morte la si associa sempre a una malattia o
a un incidente: è morto, non capisco, stava così bene..
Ma la morte non è altro che il naturale,
normale corso della vita, senza la morte non esiste la vita.
E a
pensarci bene, la morte è l’unica cosa certa che abbiamo. La morte è sempre presente,
ci accompagnerà sempre, dovrebbe essere il nostro risveglio e invece ne abbiamo
paura…e anche questo è normale.
Da qualche parte ho letto che “la vita non è
altro che la preparazione alla morte, se non sai come morire hai perso il
significato della vita, e continuava dicendo che se abbiamo paura della morte
vuol dire che non abbiamo ancora conosciuto la vita, poiché la vita non può
morire: mai.”
Io esattamente non so come sia, solo
l’esperienza può darci le risposte; comprenderemo la vita solo vivendola e allo
stesso modo comprenderemo la morte, dobbiamo entrare, viverla, in questo caso
morire. C’è una frase che mi viene in mente e che mi è sempre piaciuta, diceva:
“cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti”: entrare nella morte a occhi
aperti…wow.. a me questa frase mi da
forza è come una boccata di ossigeno, mi piace veramente tanto.
E se è
vero che la morte sorride, che sorride a tutti, non potete far altro che ricambiarle
la cortesia, sorridete anche voi, e che caspiterina, non vorrete mica prendere
a calci nei denti una che vi sorride, non mi sembra carino.
Va beh, per il momento è tutto, e se capita
che non ci sentiamo più..oh quanto mi dispiace, che strano stavate così bene… a
parte gli scherzi, statemi bene bella gente, vi mando un grande abbraccio.
Comunque, fossi in voi, io una toccatina me la darei…alla prossima