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oggi è un bel giorno per morire

31 luglio 2009

DAY75 no visto russo per i giapponesi...

Siamo davanti al consolato, dovrebbe aprire alle 10, forse, così dicono qua, aprirà invece alle 11.
Troppo facile, il nostro entusiasmo viene subito spento da un giovane impiegato, volutamente antipatico.
 Per me, che ho il passaporto italiano è possibile avere il visto, per Shizuyo che ha il passaporto giapponese, non è possibile avere il visto per la Russia dalla Turkia, chiedo spiegazioni, ma il ragazzo mi fa solo vedere un foglio e mi dice, è scritto qua, poi se ne va.
Siamo fuori, in strada, più incasinati di prima, telefoniamo al consolato Russo ad Ankara, ma oggi è venerdi, è chiuso, i prossimi due giorni non possiamo fare niente, che bellezza, dobbiamo aspettare lunedi.
Come già accaduto in precedenza i problemi ci capitano sempre nei fine settimana.
Dobbiamo aspettare, e allora cerchiamo anche altre soluzioni, troviamo in rete un’agenzia che si occupa di visti online, la contatto, non ci sono problemi, anche Shizuyo può  avere il suo visto, basta pagare, ci vorranno comunque una quindicina di giorni, dobbiamo spedire i passaporti in italia, poi aspettare.
Andiamo anche al porto per sapere la data di partenza delle navi per Sochi, ce ne sono solo 2 alla settimana, ma non partono sempre, dipende da quanta gente c’è, questo potrebbe essere un’altro problema, il visto ha validità di 30 giorni e dobbiamo comunicare prima la data del nostro ingresso in terra russa, e ci sono più di 11000 km da percorrere, non abbiamo giorni da sprecare.
Piove, troviamo un altro hotel, ancora più economico, 20 euro,bene, ma domani vogliamo ritornare in tenda, non ci piacciono le città.

30 luglio 2009

DAY74 ....si rientra in Turkia....

Sono le 10 siamo a un internet cafe, ci servono informazioni, i piani se mai ne avessimo avuto sono cambiati, partiamo alla volta di Trabzon Turchia, pensiamo poi di prendere un traghetto per Sochi entrando cosi finalmente in Russia.
Pranziamo al ristorante di un amico turco, con poco piu di 6 euro, poi andiamo, la frontiera non è lontana, spendiamo gli ultimi lari georgiani, facciamo benzina, in turchia costa moltissimo.
Arriviamo alla frontiera, al primo controllo fanno scendere Shizuyo, i passeggeri devono passare da un altro controllo, io passo il controllo georgiano, la moto ok, avanti verso la parte turca.
Il. primo controllo ok, procedo,  secondo ok, terzo, qua mi chiedono l’assicurazione con la carta verde, non ho l’originale, ho solo una fotocopia, e dopo alcuni minuti di accesa discussione dove il polizia non capiva quello che dicevo, e io facevo finta di non capire nulla di quello che mi diceva, mi guarda, guarda la fotocopia mi rivolge ancora delle domande e io continuo a fare l’imbecille, mi viene in mente il film amici miei, il conte Mascetti, e molto seriamente, gli rispondo come tognazzi, la supercazzola….
Mi guarda, riguarda il foglio poi me lo tira  sbuffando, timbra il passaporto e senza neanche guardarmi mi fa cenno piu volte di andarmene.
L’ultimo controllo è solamente una formalita,è un controllo sui precedenti controllori.
Esco sono in Turchia, non vedo Shizuyo, strano, avrebbe gia dovuto essere qua, aspetto, dopo mezzora  la cosa non mi convince, senza dare troppo nell’occhio, giro la moto e piano piano rientro, non se ne accorge nessuno, salgo sul marciapiede e passo dietro al casotto della polizia, arrivo all’ultimo, sarebbe il primo, controllo turco la attraverso indisturbato sono sul piazzale sto rientrando in Georgia dall’uscita qundo…ora se ne sono accorti, arrivano i polizziotti georgiani che urlando qualcosa mi sbarrano la strada,  poi i turchi, gli spiego ma non capiscono, parcheggio la moto ricontrollano il mio passaporto e mi dicono di andare via , fuori ,che la turchia e di la , non capiscono, nessuno parla inglese, niente, ne una parola, allora gli parlo cosi , 2 caschi 2 persone , io 1 persona, dove cazzo è l’altra persona,….haa da. da.  dice il polizziotto turco, problemi con computers, la moto mettila li e aspetta .
Aspetto per ben 2 ore, alla fine eccola arriva Shizuyo, primo secondo e terzo controllo , ricontrollano anche me , poi finalmente siamo in Turkia.
Mancano poco meno di 2oo km per Trabzon, vado a non piu di 100km l’ora , per risparmiare carburante, come ho gia detto qua costa troppo, arriviamo a Trabzon alle 6, come al solito la citta è un casino, andiamo verso la montagna per trovare un posto dove passare la notte, ma Shizuyo non sta bene, si opta per un hotel, lo troviamo, economico e c’è anche wi -fi, ma non funziona, che sfiga.
Una doccia , molto lunga, caspita questa volta eravamo veramente sporchi, l’ultima doccia risale a 8 giorni fa, Shizuyo ora sta bene ed è contenta, cucino in stanza , zuppa di carote e mais, mentre Shizuyo fa il bucato, ha una vera passione per il bucato.
Domani consolato russo, poi alla ricerca di un gommista e russia… arriviamo.

29 luglio 2009

DAY73 georgia la terra più bella del mondo

Partiamo da Tblisi per Batumi, arriviamo alle 4, qui in Batumi c’eravamo passati 20 giorni fa ,che sforuna, ci informiamo sui traghetti per Odessa, li all’agenzia incontriamo 2 coppie di motociclisti polacchi , anche loro vogliono rientrare in polonia passando per l’ucraina, loro hanno fatto un viaggio in georgia passando dalla bulgaria e turkia, ora vorrebbero passare in ucraina.il costo del passaggio è di 500 dollari., e il traghetto parte una volta alla settimana , il 3 di agosto.
Che fare, non lo sappiamo, dobbiano anche cambiare le gomme e i freni alla poderosa, ci servre una citta  grande, decidiamo di restare qua 4 giorni ,cosi possiamo riposare, poi a odessa sistemiamo la poderosa, facciamo il visto russo e continueremo il nostro viaggio.
Salutiamo i polacchi e andiamo a pranzo, sono ormai le 5, quando usciamo dal locale, andiamo a fare benzina, supermercato e alla ricerca di un posto per la notte , oggi preferiamo il mare, e troviamo un bellissimo posto,  prato verde  davanti a una spiaggia di pietre, è perfetto, cena leggera con zuppa di carote, l’ultimo bicchiere di vino , qua dicono che il vino è nato in georgia , dicono anche che la georgia è la terra piu bella del mondo e che Dio l’aveva conservata per se, poi visto la simpatia dei georgiani gliela regalò, potrebbe anche essere cosi, ma cazzo come la stanno maltrattando, poi il sole che muore davanti a noi nel mar nero.

                                       



28 luglio 2009

DAY72 Azerbaijan missione impossibile..

Che notte, raffiche di vento fortissimo, sono le 6 quando ci svegliamo, smontiamo la tenda, e dopo aver fatto colazione, scendiamo a Tblisi.
Andiamo al consolato dell’Ucraiana, ma è ancora chiuso, apre alle 11, allora decidiamo di provare con il consolato dell’Azerbaijan, dobbiamo però trovare l’indirizzo, capitiamo per caso davanti a un MAC donald con w-ifi, perfetto, i panini del mac non mi piacciono, però w-ifi è velocissimo, questa è la prima volta che ci succede da queste parti, meraviglioso, potenza yankee…..
Sono le 11 ritorniamo al consolato dell’Ucraina, non occore il visto ne a me ne a Shizuyo, bene, proviamo al consolato dell’Azerbaijan, qua c’è un problema, il visto non lo rilasciano senza una lettera di invito, problema che si può risolvere grazie a internet e a 55 dollari a testa, un bel business vero?
Secondo problema noi sul passaporto abbiamo non uno, ma due visa dell’ Armenia, che c’è di strano,  assurdo ma non ti fanno entrare in Azerbaijan se il passaporto ha il visto armeno.
Passiamo il pomeriggio al Mac,  anche perchè fuori è in atto un vero nubifragio, che storia pensare che solo 5 giorni fa eravamo a 45 gradi ora siamo a 20, alle 5 smette, andiamo dobbiamo fare la spesa e trovare un nuovo posto per la notte, ci piace cambiare, è al risveglio, quando apriamo la tenda e guardiamo fuori che ci sentiamo liberi.
Montiamo la tenda sulle colline in periferia, vediamo la citta sotto di noi, ma non ci da tempo che ricomincia a piovere, continiuera per 2 ore , poi l’arcobaleno e un vento teso,  in piedi davanti a questo scenario, penso a domani, penso all’Azerbaijan, una missione impossibile.

                                       
     

27 luglio 2009

DAY71

Ci svegliamo alle 5, stanotte l’aria era fresca e ora tira un gran vento,  il sottottetto della tenda è pieno di grilli, sicuramente sono rimasti qua al riparo, ci dispiace ragazzi , ma ora dobbiamo smontare tutto, non facciamo colazione, troppo vento, carichianmo la poderosa e andiamo in citta, qua troviamo un parco ci sistemiamo su una panchina e tirato fuori fornello e pentolini facciamo colazione, pane caldo miele the e frutta .
Il consolato della Russia apre alle nove, arrivati scopriamo che il consolato è stato chiuso e ora si appoggia a quello svizzerio, non si riesce a parlare con nessuno a parte la guardia giorgiana all’ingresso.
 Alle 11 ci dice che i visti turistici sono bloccati di ripassare domani.
 Alcune persone fuori dal consolato ci dicono che non è facile ora entrare in russia dalla georgia, e che potremmo entrare dall’Ucraiana.
Vogliamo fare un tentativo e andare a parlare con la nostra ambasciata per vedere se loro sanno qualcosa di piu preciso, arrivati parlo con un funzionario che perplesso mi dice di tornare indietro,  che le frontiere sono chiuse anche per loro e che io non posso venire qua cosi pergiunta in moto e pensare di passare, poi mi liquida con un mah!! non so che dirle, buongiorno.
Esco dall’ambasciata vado da Shizuyo che mi aspettava fuori, gli racconto tristemente il fatto quando un carabiniere e due signori escono dall’ambasciata e ci salutano venendoci incontro,
Presentazioni, uno di loro è un funzionario, appasionato di moto, motociclista, BMW
Cosa vi avevo detto, non c’è da preoccuparsi, accade sempre qualcosa, fortuna, chissa, cosi è la mia vita.
Subito si appassiona alla storia, anche lui pensa che siamo un po…. diciamo disorganizzati, c i da alcune dritte e un paio di soluzioni, ci fornisce gli indirizzi delle ambasciate che ci interessano e fa anche telefonare per sapere se qui in Tblisi è possibile reperire i pneumatici per la poderosa, dovete sapere che qua di moto non cè ne sono, niente.
Ci salutiamo e ci rinnova l’invito a ripassare in caso necessitassimo aiuto.
Incredibile, i motociclisti, tutta un’altra storia, troppo giusti.
Domani mattina andiamo al consolato dell’Ucraiana, questa soluzione non ci piace per niente, saremmo costretti a tornare indietro e passare piu a nord, unico lato positivo è che a Odessa potremmo comprare i pneumatici e i freni.
Dobbiamo pensarci bene, da adesso non si puo piu viaggiare senza visa, non possiamo arrivare alla frontiera e chiedere di passare, da queste parti, in queste frontiere i militari non sorridono molto.
Domani passeremo la giornata tra consolati e in internet a reperire informazioni.
 Stasera ci siamo accampati in un altro posto, una splendida pineta sopra la citta, mi piace l’odore dei pini, poi il resto come sempre zuppa e riso bianco, buonanotte.

                                                  

26 luglio 2009

DAY70 ancora nubi.........

La mattina è freddo ma il tempo è bello, qualche nuvola in cielo, purtroppo molte fra di noi.
Tutto intorno è fango, senza parlare usando solo monosiillabi smontiamo la tenda, facciamo colazione e partiamo, guido con tranquillita, oggi è domenica , non c’è nessuno per la strada, arriviamo alla frontiera alle 11, passiamo i controlli 2 ore di strozate, finalmente si entra in Georgia, Tblisi è vicina , ci arriviamo alle 2, cerchiamo un internet, ne troviamo uno,  no wi- fi e il collegamento è lento, dobbiamo reperire informazioni sulle varie ambasciate, da qui in avanti non è più possibile arrivare alle frontiere senza la visa, che cazzo di mondo.
Per fare più in fretta lavoriamo su due computers, alla fine abbiamo quasi tutto, troviamo gli indirizzi delle varie ambasciate, ma non riusciamo a visualizzare la mappa, chiediamo  al propietario dell internet e ci mostra una mappa, bene bene, pensiamo, che gentile, no, niente affatto, vuole 3 euro, lo mando a fan culo, domani come sempre risolveremo, pagho e andiamo.
Ancora tra di noi  è gelo, non posso più stare zitto , cosi parlo con Shizuyo, chiarisco la situazione, scusa, no la colpa è mia, ma no che dici sono io, le solite menate di coppia, una carezza un bacio e tutto ricomincia.
Passiamo a un market per la spesa, devo dire che in questa citta la gente non è per niente simpatica, prima il benzinaio, poi l’uomo dell interrnet adesso le cassiere, ah, già, prima ancora il poliziotto a cui avevamo chiesto la strada per il centro, o forse non siamo stati fortunati,  noi comunque preferiamo i piccoli paesi.
Con le provviste fatte usciamo dalla citta per tovare un posto per la notte, dopo 20 km, individuiamo una bella radura, riparata da alcuni alberi, inbocco una strada laterale sterrata, che dopo l’acqua della notte è  a tratti fangosa, cadiamo ancora una volta, questa volta sul fianco destro, in mezzo al fango, le gomme della poderosa con i loro18000km, proprio non ne vogliono sapere più, non ci siamo fatti nulla , solo il mio orgoglio di vecchio enduristra è un po’ acciaccato.
Per risollevare la poderosa dobbiamo togliere le valige, che fatica alla fine la moto è  in piedi e noi infangati .
Ancora un centinaio di metri, arrivati, il posto è perfetto, prima di piazzare il campo, ci sediamo affianco alla poderosa , estraggo dalla tasca della giacca una lattina di birra comprata in precedenza e senza  dire nulla la beviamo.
Il campo è pieno di grilli, che continuano a saltare da una parte all’altra senza preoccuparsi di noi, Shizuyo mi fa ridere, i grilli sono entrati anche dentro la tenda e lei cerca di mandarli via in modo alcuanto strano , gli parla , è il caso che io intervenga, prendendo i grilli per le zampe e portandoli fuori.

                                      

                                       

25 luglio 2009

DAY69

Ci svegliamo alle 6, nel cielo qualche presenza di nubi, la temperatura è diversa di quella dell’Iran, oggi ci vuole la giacca.
Abbiamo un paio di km di sterrato da fare per ritornare sulla strada, il carico, e le gomme ormai arrivate, non hanno aderenza, perdo il controllo cerco di tenerla su ma finisco in un canalone, do gas ma niente non riesco, cadiamo, fortunatamente senza conseguenze.
Un paio di pastrori che da lontano hanno visto ci vengono correndo in contro e ci danno il loro aiuto , indispensabile per risollevare la poderosa, poi da solo, senza Shizuyo metto in moto do gas e mi porto con la poderosa che saltava a destra e a sinistra sulla strada, aspetto Shizuyo  ringraziamo i pastori e andiamo, verso Jerevan la capitale dell’Armenia.
Mi accorgo subito che c’è qualcosa che non va, un rumore al posteriore mi preoccupa alquanto, la caduta  deve aver fatto qualche danno, ci fermiamo e controllo, sembra semplicemente il paracatena  che tocca nella corona, lo riadrizzo con l’aiuto di un ramo, sembra ok andiamo.

Troppo facile, il problema continua, anzi sembra peggiorare, ci fermiamo, devo controllare meglio, ora mi accorgo che il telaio reggiborse di sinistro è storto, e la valigia leggermente piegata, fortunatamente ho costruito questo telaio  in tre pezzi, inbullonati tra loro, lo studiata bene, o forse è stato solo culo, non so, comunque smonto il telaietto e lo riadrizzo con l’aiuto delle leve smotagomme, un controllo, un altro colpetto, sembra ok, no no, è perfetto, rimonto il tutto,  siamo pronti per ripartire, quando un camionista iraniano con il suo enorme vecchio e sgangherato bestione si ferma per chiedere se serve aiutio, tutto ok faccio io, lui viene vicino controlla la moto e mi invita a lavarmi le mani nel suo camion, poi ci invita a pranzo, tira  fuori un tappeto lo stistema sull’erba affianco al camion, tovaglia, poi pane e formaggio, pomodori, cetriolo e anguria, anche oggi il pranzo è assicurato e gratis,
Mangiamo ridiamo cercando di capirci, Hassed cosi si chiama il camionista  parla solo il Farsi, noi no, ma tutti e tre continuamo a parlare e gesticolare e alla fine abbiamo capito che lui è di Tabriz e con il camion fa sempre la spola tra Iran Armenia Georgia e Turchia, è sposato e ci ha anche  spiegato dove fermarci per fare rifornimento di un ottima e freschissima acqua di fonte, che spettacolo questa gente.
Poi le foto , ma per l’occasione Hassed ha voluto cambiarsi, è salito sul camion e ne uscito nuovo di zecca, dopo la foto scherzando si è lamentato perché io sono troppo alto e lui appare basso, è simpaticissimo, ci fa delle raccomandazioni, di andare tranquilli che la strada è pericolosa, e poi ci salutiamo.
Arriviamo a Jerevan alle 5 patendo anche un pò il freddo, la temperatura è di almeno 20 gradi inferiore che in Iran, queste montagne sono fredde, ci fermiamo a un internet,  niente il collegamento è cosi lento che non riusciamo a connetterci,  proveremo in georgia.
È tardi le ambasciate sono chiuse, domani è domenica e per non perdere altri giorni decidiamo di proseguire verso la frontiera georgiana, compriamo 3 patate 1 zucchina e il pane e le banane per la colazione, andiamo verso nord , vogliamo entrare in Georgia passando la frontiera di Sadachio per essere piu vicini a Tbilisi
Piazziamo la tenda a Karakilis il tempo promette pioggia, dico a Shizuyo che si potrebbe cucinare e cenare sotto una tettioia con tavolo e panche , dove i locali vengono a fare barbacoa, ma lei, non so e non lo voglio neanche sapere, sono delle sue manie, dice di no, che preferisce davanti alla tenda , ok come vuole,  inizio a preparare e incomincia a piovere, ci si bagna  un casino, cosi si va a dormire arrabbiati, lei neanche mi saluta…………………………….speriamo che domani ..certo domani.


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24 luglio 2009

DAY68 verso l'Armenia

Venerdi è festa per gli islamici, non c’è traffico, facciamo colazione e lasciamo Tabriz , andiamo verso la frontiera con l’Armenia.
Arriviamo al ceck point all’una, è un deserto, siamo soli , anzi cè anche un’altra macchina, iraniana, pensiamo, oggi sarà velocissimo, niente di più sbagliato, ci sono volute 4 ore di incazzature e vaffanculi.
Primo controllo iracheno, con tutta tranquillità  strafottenza e maleducazione, volevano anche dei soldi,  mi sono incazzato, non gli ho dato niente, risultato ci hanno fastto aspettare quasi un ora sotto il sole, cosi, senza motivo, poi il secondo controllo sempre iraniano a meno di 50 metri dal primo, ancora documenti, li guarda ci guarda e con la stessa aria strafottente del suo collega buttando i passaporti sul tavolino ci fa cenno di andare.
Passiamo un ponte e arriviamo al primo controllo armeno, passaporti, li sfogliano completamente ne leggono i nomi li rigirano un paio di volte, va bene andate, 50 metri secondo controllo armeno, come ho detto oggi è festa e i militari non hanno niente da fare, così gli viene in mente di farci aprire tutte le borse, ma non gli basta, hanno voluto anche che smontassi i fianchetti e  la sella, tutto questo nella strada sotto il sole noi,  loro seduti comodamente sotto la tettoia del container, poi mettendo le mani dovunque controllano tutto senza guardare niente, metti dentro e andate ci dicono, io aiutato da Shizuyo con la stessa tranquillita usata per smontare tutto rimetto tutto in ordine, e andiamo verso il terzo controllo, qui ci danno la visa per 60 euro, poi mi chiedono a gesti di mettere le valige della moto sul nastro dei raggi, la moto è nel cortile, lontana un puttanaio da sto cazzo di raggi x, provo a parlare con loro niente, portare tutto sul nastro.
Ok sono incazzatissimo, mi siedo fuori vicino alla moto, ho bisogno di rilassarmi, poi un pezzo alla volta vado avanti e indietro tra il cortile e l’ufficio trascinando tutto il nostro bagaglio, ora mi fanno spostare la moto dall’altro lato dell’ edificio, devono controllarla, esce uno, si avvicina la guarda e se ne va, altri viaggi avanti e indietro e riportiamo tutto fuori, rististemiamo la poderosa sempre sotto lo sguardo di alcuni doganieri, e pensiamo sia concluso, entriamo per riprendere i passaporti,
 ma,ci fanno aspettare , arriva uno nuovo che parlandoci in inglese ci dice che dobbiamo pagere una tassa, 40 euro, gli dico di no, lui dice che è una tassa per l’ecologia, e di transito per l’uso della strado, gli dico è una tassa nuova , dice no, in Armenia è così, allora gli faccio vedere  il passaporto dove c’è il visa di ingresso di 10 giorni fa, e che allora non mi avevano chiesto nessuna tassa.
 Sapete cosè successo, da questo momento il signore non capiva ne parlava  più l’inglese, cerco di parlare con altri ma niente se rivoglio i passaporti devo pagare, che stronzi.
Con Shizuyo ci sedismo davanti a loro mandandoli a fanculo nelle nostre lingue, poi andiamo a pagare, ricordandogli ancora una volta di quanto siano stati stronzi, usciamo, saliamo in sella dimentichiamo tutto e andiamo, sono quasi le 6, che pazzia.
Percorriamo una centinaio di km,  troviamo un bellissimo campo sulle rive di un lagho, montiamo la tenda preparoiamo la zuppa e il riso, dopo tanti giorni di inviti a cena e ospitalita è bello totnare a casa.
Siamo contenti ci piace la nostra libertà.

                               


23 luglio 2009

DAY67

 Oggi è giovedi dopo colazione partiamo, ma voglio aggiungere un mezzo litro d’olio alla poderosa, ci fermiamo nella prima specie di officina cambio olio, non hanno mai visto una moto come qauesta e subito una folla di curiosi si avvicina, il meccanico per farsi grande davanti ai suoi amici vuole fare tutto lui, io estraggo un paio di pinze della bosch per svitare il tappo di carico che subito fanno il giro dei 15 presenti, con credo io parole di ammirazione, o stupore, non so.
Lascio per un pò fare al meccanico poi devo intervenire con decisione, stava conbinando un casino, controllo  il livello ce ne vorrebbe ancora un po, ma non fa niente, troppo caos, voglio lasciare questi pazzi.
Tento di rimettere il tappo, ma lo vuol fare il meccanico, 5 lunghi interminabili minuti, fatto, evviva
si puo partire, tiro un grido di liberazione, Shizuyo ride..andiaamo.
Percorriamo a palla 130 ,140 una strada a 6 corsie in mezzo al deserto, è come un autostrada se non fosse che qua si entra e si esce dove si vuole.
Ci sono anche i caselli per il pedaggio, che non capisco come venga calcolato, ma noi non paghiamo mai, un paio di risate con il controllore poi un cenno con la mano andate andate.
Qua in Iran mancano i distributori, sono pochissimi, tra un distibutore e l’altro come in questo caso ci sono piu di 300 km e la poderosa andando a questa velocità percorsi 180 km entra in riserva, panico,  fortunatamente a bordo strada vedo una tanica assicurata con catena e lucchetto a un palo con quella che all’apparenza mi sembra benzina, mi fermo chiedo a un  ragazzo, è benzina e lui la vende per 6000, 2000 in piu che al distributore, la compro, fatto il pieno un’altra bella corsa, tra lo stupore degli automobilisti che sorpassavamo, gia perche poi fermati dalla polizia abbiamo appreso quello che gia sapevamo, questa strada è vietata alle moto, ma anche in questo caso, foto ricordo e…..buon viaggio.
Arriviamo a Tabriz alle 6 troviamo un hotel per 18 euro, ci beviamo due frullati di melone e carota, facciamo un giro per il centro, e mentre ritorniamo in albergo vengo anche abbordato da due belle ragazze…, da due simpatiche ragazze, ma devo rispondergli che Shizuyio non è una mia amica ma è mia moglie, con un sorriso che nasconde, neanche troppo bene una smorfia salutano Shizuyo, e continuano a parlare con me, non mi tolgono gli occhi di dosso,” ma che ci avrò de strano”, la cosa mi fa sorridere, mi diverte, diverte anche Shizuyo, ma le liquido rapidamente, siamo stanchi e vogliamo andare a dormire, ragazze sarà per la prossima volta.
Sembrerà strano ma viaggiare in Iran è facilissimo, sino a ora, per noi il paese più ospitale, qua davvero puoi viaggiare senza soldi, la gente, ti invita e ti ospita in casa, senza chiederti niente in cambio, che gente, ci dispiace andarcene, ma non abbiamo più giorni, il visto è terminato, dobbiamo lasciare il paese, ma già lo sappiamo, ritorneremo.

 

22 luglio 2009

DAY66 Teheran ambasciata italiana

 Sono le 5, smontiamo il campo e partiamo subito, voglio arrivare in citta prima del traffico, troviamo la banca alle 7, quando apre parlo con un funzionario e mi dice che non possono fare niente, non accettano nessun tipo di carte di credito.
Come si usa dire siamo nella merda….,la cosa che mi fa sorridere è la faccia di Shizuyo, ……ok non ho altra alternativa , mi rivolgerò all’ambasciata italiana, mi faccio dare l’indirizzo dal gentilissimo funzionario della banca e trovo un pazzo signore che si offre di accompagnarci con la sua moto, è stata una vera fortuna, l’ambasciata è lontanissima ed è molto complicato arrivarci, ma con il sistema di guida iraniano ci siamo arrivati in meno di un ora, poi foto baci e saluti .
Qui incontriamo un funzionario, non si occupa di queste cose, ma è un motociclista e si interessa subito alla nostra situazione, parcheggiamo la moto all’interno dell’ambasciata, presentazioni, un the,  raccontiamo la nostra storia, l’arrivo alla friontiera del Turkemenistan,  i problemi per avere il visa e la decisione di tornare indietro, a Teheran, anche qua stessi problemi, le carte non sono accettate,  il personale dell’ ambasciata è perplesso, ci dicono che qua  le cose non sono molto stabili, che in molti posti ci si deve andare scortati, e poi… dove abbiamo dormito.
 Ci dicono che non si puo andare in questi paesi cosi, all’avventura, siete pazzi, o fortunati cosi ci definiscono.
La fortuna, il motivo che accompagnato la mia vita, sarà per questo che non mi preoccupo mai, nel momento più incasinato accade sempre qualcosa, che da la svolta, che cambia, che risolve.
Come ieri sera, come questa mattina, l’incontro con qesto strano personaggio, che parlava solo farsi, che ci accompagna davanti all’ambasciata e che, anche se non è il posto giusto per risolvere il nostro problema, qua incontriamo un funzionario motociclista, incredibile, questa è la vita il destino, l’avventura, la mia vita.
Dopo il the e le telefonate,  altra botta di fortuna ci fanno accompagnare da un autista sino al consolato d’italia dove risolveranno il nostro problema con un prestito, da soli sarebbe stata un impresa titanica riuscire a trovare il consolato,  poi oggi in citta è un casino con la polizia.
Al consolato tutti molto gentili, poche domande, documenti  e poi mi firmano la richiesta del prestito, 250 euro, perfetto, ritorno all ambasciata con auto diplomatica, ritiriamo i soldi , saluti e via.
Ora Shizuyo è molto contenta, si è rilassata.
Andiamo, vogliamo uscire da Teheran, un casino è gia mezzogiorno, a un semaforo incontriamo un signore dalla faccia simpatica che ci regala un grande pane e ci chiede dove andiamo, cosi ci accompagna per più di 15 km fuori dalla citta, fortuna, chissa……..
.
Finalmente siamo fuori, do gas alla poderosa ,120 130 140 strade come autostrade, ma molto pericolose arriviamo a Karaj verso le 4, siamo impolverati sudati e sporchi da vergogna, devo riconoscerlo e concedere a Shizuyo un hotel, una doccia e ci addormentiamo, sono le 11 quando ci svegliamo, la cena è saltata .


21 luglio 2009

DAY65 Teheran

Shizuyo è preoccupata, dobbiamo lasciare l’Iran  domenica 26 oggi è martedì, abbiamo più di 2000 km da fare, dobbiamo pagare la benzina mangiare e pagare il visa per entrare in Armenia e non abbiamo più soldi.
Ogni tanto, e a volte timidamente mi chiede che cosa facciamo.
Io che probalbilmente sono un irresponsabile e un po fatalista non riesco a darle una risposta migliore di, non ti preoccupare, qualcosa mi inventerò, lei che è giapponese, molto precisa e ordinata, questa mia risposta mi sembra preoccuparla maggiormente.
Ma io sono così,  non  c’è niente che mi preoccupa, e non riesco a pensare a una soluzione  se non costretto, qualcosa mi verra in mente, una soluzione  se esiste la trovo sempre, a volte in maniera rocambolesca ma la trovo, la tranquillità non fa parte del mio karma.
 È l’alba abbiamo molta strada da fare, il sole è gia caldo, sono le 7 partiamo.
Percorriamo la strada a ritrosa passando per  Gorgan  Behshahr e Sari, tirando il collo anche oggi alla poderosa, mi sento bene, e la poderosa gira che è un piacere, decido di continuare, voglio arrivare a Teheran.
Alle 4 dopo 600 km arriviamo a Teheran, è grandissima ed è un gran caos, le banche sono chiuse, ci rivolgiamo al più grande albergo, niente le carte straniere non vengono accettate, dalla reception ci facciamo scrivere la direzione della banca centrale iraniana di teheran, dobbiamo aspettare domani,
Compriamo della frutta, teheran confronto al resto dell’Iran da noi visitato è carissima, comunque dobbiamo trovare un posto per la notte, sono le 9 quando riusciamo ad aver ragione di questo caotici traffico e a trovare, ai bordi della citta, in una spece di bidonville un angolo non molto pulito per montare la tenda, molte persone ci sconsigliano di dormire in questo posto,  poi oggi ci sono stati scontri con la polizia con spari, ma io dico a Shizuyo che va tutto bene, sistemo la tenda e la moto in posizione strategica, poi preparo un the, tranquillizzo Shizuyo e andiamo a dormire, stanotte si dorme vestiti.


20 luglio 2009

DAY64 verso teheran

Ci alziamo presto, colazione doccia e vai, il consolato apre alle 8,30.
Altra sorpresa, oggi è festa islamica il consolato forse aprira più tardi.
Il consolato è situato in una piccola stradina e ha l’aspetto di una normalissima casa , se non fosse per la targa attaccata al muro che recita, consoato del Turkmekistan, e per un gabbiotto di 1 metro per 1 metro piazzato sul marciapiede, con dentro per la metà una brandina dove un militare senza ne calze ne scarpe riesce a straiarsi, e un kalashnikow buttato sotto.
In questo consolato non si entra si fa tutto da una feritoia nel muro, il visto costa 55 dollari , e accettano solo dollari, e mi dicono che per passare il turkemenistan devo prima avere il visto del kazakistan.
Perfetto, tutto da rifare, parliamo al telefono con una agenzia  che si occupa di visti, ma niente, dobbiamo andare via, abbiamo ancora 6 giorni di validità del visto iraniano, e non è possibile riuscire a fare niente, non importa ci sono altre strade, questo è il viaggio.
Decidiamo di andare a Teheran, ci dicono che li alla banca centrale accettano le carte straniere, e poi proveremo a entrare in Azerbaigian e di li in Russia.
Carichiamo la moto,ci facciamo un frullato di melone nel bar vicino l’hotel, e andiamo, il sole picchia duro, direzione Teheran, oggi sto mettendo alla frusta la poderosa che sembra aver capito la situazione e viaggia senza il minimo sforzo sul filo dei 130, magnifica poderosa.
Il caldo anche oggi è bestiale, e tra le foto, dovete sapere che qua siamo assaliti continuamente da gente che vuole farsi fotografare filmare insieme a noi, è pazzesco, e non solo quando siamo fermi , si accostano anche in macchiana in movimento, e ci chiedono di fermarci, foto e poi the e poi dolci e poin saluti, abbiamo fatto solo circa 400 km,ne mancano ancora quasi 600 per Teheran, due giorni, e noi dobbiamo lasciare il paese il 26,
.Tra una foto un the una stretta di mano riusciamo ad arrivare a Bojnurd, troviamo come sempre un posto tranquillo e montiamo la tenda, buonanotte.



19 luglio 2009

DAY63

Ore 12 arriviamo a Mashhad, un gentile signore in moto ci accompagna davanti al consolato del Turkemenistan, una fortuna , sarebbe stato impossibile riuscire a trovarlo da soli, ma amara sorpresa oggi è domenica e il consolato è chiuso, bisogna aspettare domani, cerchiamo un hotel economico, Shizuyo vuole fare il bucato, questa volta ha ragione, non abbiamo piu niente di vagamente pulito, addirittura io indosso una mutanda regalata a Shizuyo da una nostra nuova amica iraniana,  dignitosa ma un po’ equivoca.
Lo troviamo vicinissimo al consolato, perfetto, un problema è risolto, ora i soldi, non ne abbiamo, cerchiamo una banca che accetti una carta, ma niente, nessun circuito internazionale è accettato, proviamo con i grandi hotel, stessa risposta :”no visa, no mastercard, no no no”.
Non ci resta che aspettare domani per vedere quanto costa il visa e se in Tukemenistan accettano le nostre carte.
Ceniamo in stanza, come sempre zuppa, riso, cetriolo, pomodoro e sgombro, una cena da favola, e anche la notte è da favola.

                             

17 luglio 2009

DAY61 verso il Turkmenistan...

Sono le 8 quando ci alziamo, Farzim ci rinnova l’invito a rimanere, oggi hanno in programma una gita in montagna, sarebbe bello ma vogliamo andare, ci piace stare in compagnia, ma anche rimanere da soli ha il suo fascino, abbiamo nostalgia della nostra casa.
Partiamo  pensiamo di arrivare a Gorgan la frontiera con il Turkmenistan.
Oggi abbiamo fretta, abbiamo voglia di arrivare in Turkmenistan.
Ci arriviamo e una gentilissima guardia ci dice che per entrare abbiamo bisogno del visa e che lo rilasciano solo a Mashhad o a Theeran , che palle,la strada è un lungo nastro di asfalto assolato in mezzo al deserto ma la voglia del Turkmenistan è forte, cosi si riparte,ci accampiamo a Quacan, credo…

                                       

                


16 luglio 2009

DAY60

Sveglia alle 5, colazione e aiutiamo i nostri amici a preparare le bici, sistemare gli zaini, poi la moglie prende una brocca d’acqua, il corano e fa un qualcosa di antico, una benedizione, un gesto con l’acqua tirata al suolo dietro a loro che significa, più o meno “ritornate a casa”.
Sono partiti, ora tocca a noi, sistemiamo la poderosa.
La moglie ci riempie di provviste, la figlia regala foular e abiti a Shizuyo, c’è anche Arman che è venuto a salutarci.
Un the, ancora qualche raccomandazione, sono le 10 quando lasciamo Rezvanshahr, direzione non sappiamo, sempre avanti.
Nel pomeriggio arriviamo a Mazandaran, siamo fermi a un incrocio cercando di capire quale strada prendere, quando si accosta un auto,  il ragazzo ci parla spagnolo, che strano, pensiamo, ma siamo contenti, una lingua che possiamo parlare e capire.
Il ragazzo ci invita a seguirlo per un the, ok sono già le 6, non abbiamo ancora fatto la spesa, forse insieme al the ci da anche i biscottini, speriamo.
Lo seguiamo sino a una casetta in mezzo al verde, una casa fatto con il fango.
Farzim, cosi si chiama il nostro nuovo amico, è iraniano, è sposato con Alejandra, una venezuelana conosciuta a Londra,e  hanno costruito questa casa da soli, per farne un b&b.
Dopo il the la doccia e poi l’invito a rimanere tutto il tempo che desideriamo, intanto ci invita a cena, e invita anche suo amico che ha sposato una giapponese.
Mentre aspettiamo la moglie con il loro figlio e gli amici, lo aiuto a irrigare la piccola piantagione di the che circonda, nella parte posteriore la casa.
Sono arrivati tutti, la moglie con il figlio e la sorella, gli amici con i due figli e, i genitori di lui. 
Stasera possiam parlare in una lingua che ci appartie .
Una divertente serata, salta fuori anche della vodka, poi, un po’ stanchi e un po’ rincoglioniti si va a dormire.



15 luglio 2009

DAY59 La colazione è già in tavola...

La colazione è già in tavola, o meglio sul pavimento, the pane marmellate formaggio e altre cosette.
Shizuyo rimane a casa, io vado con il padre e il figlio all’associazione culturale, questa mattina si terrà la presentazione del tour in Azerbaigian, ci sarà anche la televisione regionale, che riprenderà  la partenza, qua entriamo in gioco io e la poderosa, dobbiamo trasportare il cameramen, seguiremo i due ciclisti che salutati dalla folla e benedetti con un rito islamico si avviano pedalando verso l’Azerbaigian con il messaggio no droga no alcol.
Oggi non è la vera partenza, quella vera ci sarà domani, alle 5 del mattino, e saremo solo noi.
Questa sera ci portano  a un matrimonio, un matrimonio di famiglia, che esperienza e che casino,gli uomini delle due famigle con me presente discutevano animatamente riguardo alla dote,si parla di soldi, molti soldi, tutto questo davanti a un muscidin?? Che trasrive tutto su un libro poi a turno i capi  delle due famigle firmano,e finalmente si mangia, senza le donne , loro mangeranno solo quando gli uomini avranno finito.
Poi arrivano gli sposi, rapido giro tra i parenti, video, foto stile” mamma mia” non ti si può guardare.
Alle due si torna a casa,su un taxi, in 7,qua si fa così, fin che ce ne stanno, e anche di più.
Che serata,.




14 luglio 2009

DAY58 Ci svegliamo all'alba..

Ci svegliamo all’alba, il mare ci aspetta, Shizuyo da una parte e io dall’altra, già, qua siamo in un paese islamico, donne e uomini separati, devo nuotare da solo, pazienza, rimaniamo nell’acqua quasi un’ora, peccato, ora è tempo di andare.
Siamo fermi dentro a un locale a bere un frullato, quando entra un signore e ci chiede della moto , se siamo turisti o se stiamo facendo un giro piu grande,  poi ci invita a pranzo a casa sua, abita  a 40 km sulla nostra strada, ci scrive il n di telefono e ci dice di chiamarlo appena arriviamo al suo paese,
Arriviamo a Thalesh alle 2, quasi quasi chiamiamo quel signore della mattina, ok, ma noi non abbiamo il telefono, mi fermo vicino a due signori, e gli chiedo di telefonare al nostro amico,detto fatto, ci si intende al volo, dopo 10 minuti arriva in bici il nostro amico, lo seguiamo sino a casa, dove la moglie e i due figli ci stanno già aspettando.
Solo il padre e la figlia parlano inglese,e siccome la figlia lo parla molto meglio di noi ce lo fa pesare avendo un atteggiamento altezzoso, ma è simpatica e giovane, la perdoniamo.
Subito una doccia e tutta le nostre cose finiscono nella lavatrice, non abbiamo più niente, Shizuyo viene rivestita completamente, io rimango lo straccione di sempre.
La moglie ci prepara un ottimo pranzo, veramente buono, non so cosa abbiamo mangiato, ma era buono.
Il padre insieme al figlio, su due vecchie biciclette, tra due giorni partiranno alla volta del Azerbaigian per un un tour, con lo scopo di senzibilizzare la popolazione sui danni della droga e dell’alcol.
Il padre venuto a conoscenza della mia professione mi chiede se posso sistemare le bici,il tempo è veramente poco e non ho i pezzi di ricambio, così sono costretto a inventare, ma una bici mi rimane senza il freno dietro.
 Sono tutti molto contenti, io sono convinto che non ce la faranno mai, le bici.
Passiamo il resto della giornata io con il figlio e un amico, Shizuyo con la figlia, poi un giro per il paese, la sera una cena favolosa.
Per dormire ci offrono la lora stanza .


13 luglio 2009

DAY57 Partiamo per la costa..

Partiamo per la costa del mar caspio, Arbeille e poi Talesh.
Arriviamo a Talesh verso le 5 ci fermiamo in una bottega per comprare della frutta , dei ragazzi ci invitanio a bere un the e ci offrono dei dolci, poi foto,  tante foto, riusciamo a sganciarci e ripartiamo, vaghiamo sulla strada lungo la costa cercando un accesso al mare per piazzare la tenda sulla spiaggia, quando due ragazzi in moto ci affiancano  e ci chiedono di seguirli, vogliono portarci dal loro insegnante di inglese, accettiamo, si torna indietro.
Incontrirmo l’insegnante e ci invitano a rimanere in paese, ci portano in un camping, niente a che vedere con  quello che potete immaginare, i campiung iraniani sono….come lo spiego…meglio guardare le foto.
 Passiamo una splendita serata, faccio anche una rilassante nuotata nel mar caspio, insieme a un paio di ragazzi.
La  gente che è venuta per incontrarci è  davvero tanta, cosi che, verso mezzanotte è arrivato, crediamo noi, sia un autorita in paese un signore, che ha disperso la folla e ordinato di non disturbarci più, poi ci ha chiesto se ci serviva qualcosa o se ci fossero stati dei problemi, poi se ne va, non prima di richiederci se volevamo andare in un hotel, sulla spiaggia rimangono anche due militari, nel loro “cador”.
Che dire incredibile, non proprio, c’è un suo perché, ma lo capiremo più avanti, per ora ci godiamo
Il mare e questa meravigliosa gente
.
                                      

            



11 luglio 2009

DAY55 Svegli all'alba...

Sveglia all’alba, il sole come dice Shizuyo gia “picchia”, sono le 8 andiamo.
Sulla strada verso la frontiera incontriamo i resti di quelle che un tempo erano citta, edifici di 8, 10 12 piani, semi abitati e consumati dal tempo, fabbriche chiuse, percorriamo grandi viali inanimati, le aiuole divorate dalle erbacce e dalla spazzatura,  qualche vecchio seduto sui resti di una panchina, poi bambini e due donne con i sacchetti della spesa, parabole stellitari, ed enormi nuovi cartelloni che pubblicizzano compagnie di telefonia mobile, questi li puoi vedere ovunque, sono le sole cose nuove che abbiamo visto.
Arriviamo alla frontiera, ma ci sono volute 3 ore, passando da un ufficio all’altro, alla fine ci danno la visa  prima pero dobbiamo pagare 100 euro, non accettano altra valuta neanche la loro, devo ricambiare i soldi, due cambi nella stessa giornata e  non molto favorevoli, paghiamo e ora abbiamo un altro bell’adesivo sul passaporto, ma non è ancora finita ora tocca alla poderosa.
Mi fanno smontare le valige aprire tutto poi, mosso acompassione, e vedondomi completamente disfatto il doganiere mi dice di richiudere tutto, e di andare nell’altro ufficio con il carnet de passage della moto.
Qua una coda infinita, e qua non rispettano le code, qui ti si affiancano e ti spostano.
Il primo, il secondo il terzo, poi mi incazzo e gli urlo diverse brutte parole in italiano e mi impossesso letteralmente dello sportello e di quel cazzone di inpiegato, dopo mezzora sembra tutto concluso, ma vuole una fotocopia del passaporto, gli dico “falla” lui, mi dice che devo andare fuori, dietro l’ufficio, vado  qui trovo una piccola stanza, dove un ragazzo fà fotocopie a pagamento, faccio la mia fotocopia e esco senza pagare, il ragazzo mi urla qualcosa, io mi fermo, giro la testa e la guardo o piu esattamente lo fulmino, lui smette di gridare si porta una mano sul petto e accenna un inchino, io ricambio con un cenno del capo e un sorriso.
 Riporto la fotocopia, ritiro il carnet de passage timbrato e firmato e vado a recuperare Shizuyo, poi andiamo verso l’uscita, anche qua un nuovo controllo, documenti  e poi si può uscire, siamo in IRAN.
La strada e assolata, non c’è un albero, la gente anche qui è ospitale, ogni fermata che facciamo per chierdere informazioni è un invito.
Arriviamo a Tabriz, Shizuyo consiglia, più precisamente ordina di fermarci 2 giorni per riposare, Tabriz è una citta grande,  il traffico, qua in Iran è un caos, nessuno rispetta nessuno, tutti possono fare come vogliono, macchine e moto contromano,  passando sui marciapiedi.
 Qua tutto viene fatto sulla strada, sulla strada si vende, sulla strada si dorme, sulla strada si mangia.
 Allucinante, incredibile, le macchine si fermano a caricare e scaricare la gente dovunque, in curva, seconda, terza fila, in mezzo a una rotonda o a un incrocio, è lo stesso, le strade non sono usate come da noi, qua ci puoi fare un po’ di tutto, puoi stendere il tuo tappeto e dormirci, puoi piazzare la tua tenda e fare camping, qua ora molto trandi.
A parte questo particolare modo di guidare, la gente è simpaticissima, tutti ci fermano ,ci danno il benvenuto, ci offrono cose, è molto bello, ma anche stancante,  non riusciamo a fare quello che vogliamo.