Ci svegliamo alle 6, nel cielo qualche presenza di nubi, la temperatura è diversa di quella dell’Iran, oggi ci vuole la giacca.
Abbiamo un paio di km di sterrato da fare per ritornare sulla strada, il carico, e le gomme ormai arrivate, non hanno aderenza, perdo il controllo cerco di tenerla su ma finisco in un canalone, do gas ma niente non riesco, cadiamo, fortunatamente senza conseguenze.
Un paio di pastrori che da lontano hanno visto ci vengono correndo in contro e ci danno il loro aiuto , indispensabile per risollevare la poderosa, poi da solo, senza Shizuyo metto in moto do gas e mi porto con la poderosa che saltava a destra e a sinistra sulla strada, aspetto Shizuyo ringraziamo i pastori e andiamo, verso Jerevan la capitale dell’Armenia.
Mi accorgo subito che c’è qualcosa che non va, un rumore al posteriore mi preoccupa alquanto, la caduta deve aver fatto qualche danno, ci fermiamo e controllo, sembra semplicemente il paracatena che tocca nella corona, lo riadrizzo con l’aiuto di un ramo, sembra ok andiamo.
Troppo facile, il problema continua, anzi sembra peggiorare, ci fermiamo, devo controllare meglio, ora mi accorgo che il telaio reggiborse di sinistro è storto, e la valigia leggermente piegata, fortunatamente ho costruito questo telaio in tre pezzi, inbullonati tra loro, lo studiata bene, o forse è stato solo culo, non so, comunque smonto il telaietto e lo riadrizzo con l’aiuto delle leve smotagomme, un controllo, un altro colpetto, sembra ok, no no, è perfetto, rimonto il tutto, siamo pronti per ripartire, quando un camionista iraniano con il suo enorme vecchio e sgangherato bestione si ferma per chiedere se serve aiutio, tutto ok faccio io, lui viene vicino controlla la moto e mi invita a lavarmi le mani nel suo camion, poi ci invita a pranzo, tira fuori un tappeto lo stistema sull’erba affianco al camion, tovaglia, poi pane e formaggio, pomodori, cetriolo e anguria, anche oggi il pranzo è assicurato e gratis,
Mangiamo ridiamo cercando di capirci, Hassed cosi si chiama il camionista parla solo il Farsi, noi no, ma tutti e tre continuamo a parlare e gesticolare e alla fine abbiamo capito che lui è di Tabriz e con il camion fa sempre la spola tra Iran Armenia Georgia e Turchia, è sposato e ci ha anche spiegato dove fermarci per fare rifornimento di un ottima e freschissima acqua di fonte, che spettacolo questa gente.
Poi le foto , ma per l’occasione Hassed ha voluto cambiarsi, è salito sul camion e ne uscito nuovo di zecca, dopo la foto scherzando si è lamentato perché io sono troppo alto e lui appare basso, è simpaticissimo, ci fa delle raccomandazioni, di andare tranquilli che la strada è pericolosa, e poi ci salutiamo.
Arriviamo a Jerevan alle 5 patendo anche un pò il freddo, la temperatura è di almeno 20 gradi inferiore che in Iran, queste montagne sono fredde, ci fermiamo a un internet, niente il collegamento è cosi lento che non riusciamo a connetterci, proveremo in georgia.
È tardi le ambasciate sono chiuse, domani è domenica e per non perdere altri giorni decidiamo di proseguire verso la frontiera georgiana, compriamo 3 patate 1 zucchina e il pane e le banane per la colazione, andiamo verso nord , vogliamo entrare in Georgia passando la frontiera di Sadachio per essere piu vicini a Tbilisi
Piazziamo la tenda a Karakilis il tempo promette pioggia, dico a Shizuyo che si potrebbe cucinare e cenare sotto una tettioia con tavolo e panche , dove i locali vengono a fare barbacoa, ma lei, non so e non lo voglio neanche sapere, sono delle sue manie, dice di no, che preferisce davanti alla tenda , ok come vuole, inizio a preparare e incomincia a piovere, ci si bagna un casino, cosi si va a dormire arrabbiati, lei neanche mi saluta…………………………….speriamo che domani ..certo domani.
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