È ora, facciamo colazione e andiamo, ma
ieri ho portato la poderosa forse un po’ troppo sulla spiaggia, ora affonda e
non riesco a tirarla fuori.
In nostro aiuto arriva Ferdì con un suo
amico, Ferdì è un pescatore che stava passeggiando sulla spiaggia che come ci
ha visto in difficoltà è corso da noi.
Ci hanno aiutato a sollevare e tirare
fuori la pode dal solco che avevamo scavato nella sabbia, poi mi hanno
accompagnato su una zona più compatta, hanno portato i nostri bagagli e mi
hanno aiutato a fissarli, ma non se ne sono andati, sono rimasti per controllare se ancora avessimo bisogno
di loro nel breve tratto di sabbia che ancora ci separa dall’asfalto. A Timor
Est questo non sarebbe mai successo.
Facciamo sosta per il pranzo a Mbay, mangiamo nasi campur, ovvero riso pesce e una zuppetta di verdure, il tutto per 20000 rupie, 1 euro e 60, bene vero.
Facciamo sosta per il pranzo a Mbay, mangiamo nasi campur, ovvero riso pesce e una zuppetta di verdure, il tutto per 20000 rupie, 1 euro e 60, bene vero.
Poi di nuovo in marcia, vi sembrerò
noioso e ripetitivo ma che spettacolo questa Indonesia.
Le montagne che sembrano nascere
direttamente dal mare hanno tutte le tonalità del verde, sono di un
verde…proprio verde, ci sono fiumi
ruscelli e le strade gli corrono affianco disegnandone il percorso, piccoli villaggi appaiono all’improvviso incastonati tra piccole calette o nel bel mezzo
della foresta, insomma davvero incantevole.
C’è un tratto molto brutto, shizu
scende e mi segue a piedi, io vado ma la stanchezza della giornata non mi aiuta
di certo e questa volta cado malamente.
Sbatto con violenza il palmo della mano
su un sasso, la gamba mi rimane incastrata sotto la moto e dal serbatoio, siamo
in pendenza, la benzina mi si riversa addosso.
Non riesco a tirare fuori la gamba, ma
è il piede quello che mi fa più male, è bloccato sotto il peso del motore e uno
spuntone di pietra sta massacrando la mia caviglia, in più sono fradicio di
benzina, la gamba destra dal ginocchio al culo.
Cerco di alleggerire il peso sul piede
schiacciando ancora di più la moto
verso di me con il risultato di inzupparmi maggiormente di benzina,
spiego a shizu cosa dovrebbe fare ma è agitatissima e non riesce a capire
semplici parole come piede alza o pietra, pensate che gliele ho tradotte anche
nelle lingue che conosce, ma niente.
Ho dovuto prima tranquillizzarla,
convincerla che andava tutto bene, shizu shizu guardami, io sto bene... la
benzina... mi sta rinfrescando le palle,
non preoccuparti.
Ora fai cosi, devi mettere una pietra
sotto la ruota quando io la tiro a me,
no shizu... guarda ..fammi vedere con la mano dov’è sotto, sotto
non sopra, ecco brava..no io non sento niente sto bene..adesso afferra la
ruota..no… la ruota, quella ..no..li li ..dove prima..brava..ferma cosi,
adesso…ci sei..devi quando te lo dico sollevare, tirare su…non giù, su verso il cielo capito…aspetta, ma con tutta
la tua forza, io proverò a sfilare il piede..ci sei..
Davvero ancora no so da dove ha tirato fuori quella forza, poco a tanta non ha importanza, senza di lei non ce la potevo fare, grazie ancora shizu, sei grande.
Davvero ancora no so da dove ha tirato fuori quella forza, poco a tanta non ha importanza, senza di lei non ce la potevo fare, grazie ancora shizu, sei grande.
Sono in piedi, zuppo di benza, con una
mano gonfia, la tibia contusa e ferita, il piede dolorante e la pode ancora
straiata che piscia benzina dal tappo del serbatoio.
Proviamo ma da soli non ci se la fa,
non fa niente shizu, cerchiamo di sollevarla appena quel tanto per non perdere
tutta la benzina, io sono morto, non riesco a muovere la mano, montiamo la
tenda qua, guarda qua ci sta precisa, poi domani riproviamo, se abbiamo fortuna magari passa un
camion e carichiamo tutto su. Dai dai, guarda che bel posto anche oggi che ti
regalo.
Passiamo la sera a discutere, gli
spiego il mio pensiero sul dolore sulla vita
e su quanto siano importanti certe cose, alla fine mi farà promettere di
non andare più di proposito a cacciarci in situazioni brutte soprattutto se
siamo stati avvisati.
Stiamo montando la tenda quando
arrivano 2 signori che spingono, aiutati dal motore, due scooter su per questa
salita, subito ci aiutano a sollevare la moto e a sistemarla bene, poi anche
loro ci ricordano che la strada è bruttissima e certi punti sono impossibili.