Ancora a
Dili..ma che ci fate…vi piace così tanto?…direte voi.
Già, ancora a
Dili, non è che ci piace
particolarmente, è che come sapete questo era l’unico paese, che con un po’ di
fantasia, ci avrebbe fatto entrare
anche senza Carnet .
Qua i nostri
piani prevedevano una sosta giusto il tempo per riavere un nuovo Carnet, ma si
sa come sono andate queste cose.
Come ho
raccontato nel post precedente sembrava tutto risolto, dopo aver parlato con il
Dott. Paolo Diamante il grande capo dell’ACI di Roma, il quale ci aveva concesso,
proprio come favore personale per permetterci di poter rientrare in
italia, un nuovo Carnet a
patto di fare una nuova fideiussione, ora solo mancava trovare una compagnia di
assicurazioni che emettesse questa benedetta fideiussione.
La compagnia
da noi utilizzata l’anno precedente ora non si occupa più di fideiussioni,
allora bombardo letteralmente di mail un numero spropositato di agenzie in
tutta italia isole comprese, risultato…-no, noi non facciamo questo tipo di
pratiche…no con i privati niente fideiussioni…no..ci dispiace-…le risposte
erano tutte più o meno simili.
Ho chiesto
anche aiuto a altri amici viaggiatori, Fabrizio, Massimiliano, Ture.. ma anche da queste agenzie
consigliate dai miei amici la risposta è stata sempre la stessa…- no, da
quest’anno non facciamo più questo tipo di pratiche-. Solo una, la Coface del sig. Bianchi
dopo una settimana di tentennamenti ha accettato, ma pretendeva che mia sorella
andasse a firmare di persona a Teramo…questa della firma è davvero una cosa
strana.
Che fare? Roma
dall’alto del suo colle nella sua grande magnanimità ci aveva concesso un’altra
possibilità e noi adesso non riusciamo a fare sta c..avolo di fideiussione.
Mia sorella
Rita mossa a compassione chiede aiuto alla sua banca, interminabile sia la
lista di documenti che le chiedono e a parte il costo il tempo necessario per
espletare la pratica, niente di sicuro ma le dicono che ci sono buone
possibilità che ci concedano la fideiussione sotto la sua garanzia.
Nel frattempo
io continua a cercare in rete altre soluzioni, visito siti stranieri e capito
sulla pagina del Touring Club Svizzero, e sorpresa loro
rilasciano il Carnet anche ai non residenti in svizzera.
Fanno le
pratiche online e lo spediscono in tutto il mondo, anche sulla luna non appena
la Nasa metterà a disposizione un servizio di space shuttle postale.
Che mi costa,
proviamo. È venerdì mattina, invio una timida mail per chiedere se la cosa
fosse vera e come fare, poi continuo a mandare mail a altre assicurazioni in
italia, preferisco la fideiussione assicurativa a quella bancaria.
Sono le
12 35 sono ancora qua che smanetto con il pc quando ricevo la mail di risposta
dalla svizzera…che rapidità, quando scrivo all’ACI non ricevo risposta prima di
¾ giorni…ma poi penso… la svizzera è piccolina, ci abita solo il nonno con
Heidi e 4 caprette…questi non hanno niente da fare tutto il giorno, è normale
che siano così veloci, invece Roma…all’ACI di Roma…ehh quanto si lavora…
La risposta è stata questa,
grazie per la tua mail, certamente noi
possiamo darti il Carnet.
Compila il questionario
e invia la copia del passaporto libretto e
patente.
Facci sapere dove
spedirti il Carnet(ambasciata o hotel)
se vuoi posta o corriere dhl.
Dopo il pagamento ti
inviamo il Carnet.
Ti dirò la spesa dopo
che riceverò i tuoi documenti. Questo in
sintesi e conclude..
Spero che ti sia tutto
chiaro e rimango a tua disposizione. Saluti ecc ecc.
Apro una piccola parentesi, questa invece è la chiusura
dell’ennesima mail ricevuta dall’ACI con sempre nuove e mai conclusive richieste:..
Gentile
sig. Pasqui, bla bla. su incarico del dr. Diamante bla bla bla..Nella delega
bla bla bla ..Anche Sua sorella bla bla bla
Credo sia tutto
Cordiali saluti
Marisa Grillo
Credo sia tutto…!!.. si può rispondere così all’ennesima richiesta di
informazioni..va bè, chiusa parentesi.
Mi metto subito al lavoro, scarico il questionario sul pc, è in
formato PDF, io non ho un programma per scriverci sopra così lo converto in
immagine JPG e con un semplice programma di fotoritocco ci scrivo su.
Compilo tutti campi, nome…nascita…moto…modello..numero..la data e…
eccoci ci siamo… “dove”…ma in fondo a sinistra, proprio qua vedete.. c’è
scritto firma…è da un po’ di tempo che quando
sento questa parola non so,
mi viene l’agitazione. E
adesso che faccio, questi sono precisi, sapete come si dice precisione
svizzera, devo stare attento, scegliere bene, non posso correre
rischi. Passo
in rassegna tutti i caratteri di word e alla fine dopo tante prove sfinito ma
entusiasta opto per il carattere Vivaldi,
un corsivo elegante ma con carattere, mi piace, fa tanto retrò. Ecco fatto, ancora una prova
per azzeccare la dimensione e lo spessore poi lo sistemo per benino proprio
sopra la riga tratteggiata… mmmh…ottimo lavoro sembra vero.
Shizu, portami la camera, faccio la foto al passaporto al
libretto e alla patente, le scarico nel pc le converto in PDF e invio tutto a
Evelyne, cosi si firma la tipa che segue le pratiche del Carnet.
Due ore dopo…si ho detto due ore dopo, ricevo la risposta, -tutto
ok in allegato trovi il modulo da firmare con l’importo della garanzia, firma e
rinvia… come riceveremo i soldi invieremo il Carnet… tempo approssimativo 5
giorni, grazie saluti ecc ecc.-
Il lunedì faccio il bonifico on line, non resta che aspettare.
Venerdì, dopo 5 giorni approssimativi, ricevo l’mail , -il carnet è pronto in allegato
trovi le prime due pagine e
anche alcune utili informazioni sui paesi che visiterai, buon viaggio distinti
saluti ..ecc ecc.-
Fantastico anche le schede informative dei paesi che
attraverseremo, e poi guarda shizu che bello il nostro nuovo
Carnet.
O mio dio, ma questo che cos’è.? Il numero della targa non è questo,
però è quello che io ho scritto sul questionario, ma dove c..arnet avevo la
testa.
Ok, non perdiamo la calma
devo scrivere a Evelyne, gli scrivo cosi: cara Evelyne, il numero sul Carnet
non è quello della targa, questo può essere un problema? Un’ora dopo la risposta:- Caro sig: pasqui. Si, certamente che è un problema!
questo non è il numero di targa? È il numero che tu hai scritto sul
modulo. Fammi sapere urgentemente che richiamo subito la spedizione.
Grazie.
Questo è
quello che mi ha scritto, ma in realtà avrebbe voluto dirmi ben altre parole,
lo so, anche voi lo pensate vero, su dai non fatevi problemi, lo penso anch’io,
sono proprio un coglione, non dovevo far altro che ricopiare 4 semplici numeri,
chissà cosa mi passava per la testa .
A mio favore solo il fatto che stavo male, molto male, ho preso la
dengue, ho avuto per tre giorni, notte e giorno, la testa che sembrava
esplodere, un dolore fortissimo dietro gli occhi, deambulavo a fatica,
mai mi ero sentito così,
comunque ora sto bene .
Non pensiamoci più, ho inviato un mail di risposta a Evelyne ma
adesso sono le 5, l’ufficio è chiuso e per la risposta dobbiamo aspettare
un'altro lunedì… come si dice.. per far presto è tardi…e allora che ci
vuoi fare…è un vero peccato,
lo avevo tra le mani…ma va bè, cambiamo discorso, parliamo di nuovi amici.
In questo tempo di attese per risparmiare ci siamo trasferiti in
spiaggia, sembra strano, ma questo ad oggi è uno dei paesi più cari, siamo a
livello Australia, pensate che basta attraversare la frontiera 120 km più su,
entrare in Indonesia e il costo della vita si riduce della metà.
In spiaggia come sempre la vita è tranquilla, io sono esperto
pescatore e quasi ogni giorno prendo un pesce, tranne una domenica.
Non solo io sono stato sfortunato, anche un pescatore locale che
tutti i giorni viene a pescare qua davanti la spiaggia con il suo fucile di
legno, oggi ha fatto la sua solita nuotata ma è ritornato a terrà senza neanche
un pesce, dice che è colpa del tempo, stanotte ha fatto burrasca.
Ora capisco, non è che ho perso il mio tocco, è colpa del tempo,
dai andiamo shizu tanto oggi non si può continuare, ho perso l’ultimo, il solo
amo che avevo.
Ci incamminiamo verso la tenda, noi si va a pescare su una scogliera non troppo lontana
dalla spiaggia, ci stiamo avvicinando e vediamo che il nostro accampamento è
circondato da gente e macchine delle UN, nazioni unite, sapete che queste
organizzazioni non godono della mia simpatia.
Sono tutti uomini, chi prende il sole chi nuota e altri hanno
allestito un barbecue vicino alla nostra tenda, al lato del grande albero,
credo che questo posto per così dire sia il loro, sicuramente si sistemavano
sotto l’albero all’ombra, al posto della nostra tenda.
Qualche sguardo, un accenno di saluto niente di più, fino a che
non esce dall’acqua Carlos, è cosi che si presenta, si avvicina e ci chiede se
siamo italiani, poi dice che ha un amico in Italia, un carabiniere conosciuto
in missione in Kosovo.
Lui Carlos è un militare Portoghese, in forza a Dili con le
nazioni unite, fa parte delle forze speciali, quella polizia multinazionale nata in Europa
ma a quanto pare sotto il controllo degli americani...come dire...umh...meglio non dire, va va, passiamo oltre
È un motociclista e
come tutti i motociclisti ha un sogno, quello di viaggiare in moto, ma lo farà
dice appena va in pensione.
Si parla di moto di raduni, ci chiede del viaggio ci racconta di
lui del suo lavoro delle sue esperienze, si beve birra facciamo conoscenza
con il resto della squadra e poi tante foto assieme alla poderosa e per finire
gradita e desiderata sorpresa ci invitano a pranzo, oggi era dura eravamo rimasti
solo con riso e due banane, perfetto le conserveremo per la cena.
Che mangiata, pane fatto in casa, chorizo originale portoghese,
asado, pollo alla brace, bacalao portoghese, insalata frutta birra vino e
caffè.
E poi ancora a raccontare, sono tutti molto simpatici, qualcuno è
già un po’ brillo in questo caso la simpatia aumenta, quando se ne vanno ci
lasciano un paio di kili tra arance e mele, una grande papaia, acqua e succhi di
frutta e ancora pollo bacalao insalata pane, tanto buon pane e un paio di litri di
vino, ma non basta, ci invitano a pranzo per il lunedì.
Verso sera passa a salutarci Carlos, non Carlos il militare ma il
pescatore, non quello con il fucile, ma un altro, e ohh… si chiamano tutti
Carlos.
A parte Carlos il pescatore con il fucile conosciamo un altro
Carlos, pescatore pure lui ma
questo Carlos ha la barca, ufff
che fatica… avete capito però.
Allora diciamo così, Carlos pescatore con la barca passa a
salutarci, sta raccogliendo lattine per poi venderle a Dili, dice che oggi e
domani non c’è pesce, colpa del tempo e poi si è rotto il motore della barca.
Gli raccontiamo la nostra giornata e dividiamo con lui il vino e il cibo,
per noi erano troppe cose, prima di andare ci invita a casa sua.
Abita, così dice, nel primo villaggio lungo la costa prima di arrivare sulla
strada, la terza tenda quella con la scritta, ma la spiegazione è un po’
confusa, rimaniamo comunque che ci saremmo andati domani mattina verso le 10
appena smontato il campo.
La mattina il tempo è ancora incerto, la notte ha piovuto e sembra
aver voglia di continuare, le nuvole sono minacciose e ogni tanto ci scaricano
addosso un po’ d’acqua.
Smontiamo la tenda e la riponiamo bagnata come tutto il resto,
carichiamo la poderosa e con attenzione andiamo, la strada è fango e buche, a
shizu un paio di volte toccherà scendere per controllare il passaggio meno
rischioso.
La spiegazione era veramente confusa, ma dopo un paio di andate e
ritorno finalmente vedo l’entrata.
Il nostro amico Carlos abita davvero in un bel posto, una baracca
una tenda niente di più, ma sulla spiaggia.
Ad attenderci lui con la giovane moglie Celestina e i due figli piccoli, il cane e due
maiali.
Anche la moglie vuole sapere del viaggio, facciamo foto, mangiamo
calamari giochiamo con i bimbi, Carlos ci invita a stare li da lui, possiamo
montare la tenda sulla sua spiaggia vicino alla sua.
Non pensiate sia stato facile capirci, loro parlano solo Tetum, no
inglese e niente portoghese, solo qualche parola sciolta, ma come sempre alla
fine ci si capisce.
Carlos ci racconta che ha anche un’altra moglie e un’altro figlio
in Baucau, faccio un paio di battute lo prendo un po’ in giro e Celestina ride
divertita, contenta lei…ma questa è un’altra storia ed è arrivata l’ora di
andare a Dili.
Arriviamo in caserma, al quartiere della GNR, la Guardia Nazionale
Repubblicana.
Che
accoglienza, Carlos Nuno Rodriges Cavaco e gli altri, ci presentano anche al
capitano che dice che per qualsiasi cosa possiamo contare con il loro aiuto,
officina infermeria insomma
tutto.
Pranziamo nella mensa insieme a tutti i militari, il cibo ottimo,
non avevamo dubbi, i cuochi sono gli stessi del barbecue in spiaggia, poi
un caffè espresso sotto la
veranda del bar.
Giro della caserma, la foto con il plotone davanti lo stemma del reggimento e
ancora saluti e strette di mano, poi cominciano i regali…-i regali ?-… si
si proprio così.
Un bel paio di anfibi militari , qualcuno si è accorto che i miei
stivali erano rotti, il tenente mi porta un paio di pantaloni e una maglietta,
Carlos ancora un pantalone, quelli che indossano i ragazzi che fanno la scorta
al presidente, anche a shizu nonostante sia piccolina è toccato qualcosa, una
maglietta.
Anche dall’infermeria ci fanno un regalo, una scorta di farmaci di
prima necessita e abbondante spray antizanzare.
È stato un accoglienza calorosa, brava gente.
Carlos ha fatto diverse missioni, è stato in kosovo in Afganistan
e qua, già diverse volte, la prima nel 2006 durante la rivolta, dice che era
impressionante, sempre battaglie per le strade e case che venivano incendiate
ogni notte, davvero pericoloso, ma ora è super tranquillo, tanto che le forze
di polizia delle UN lasceranno Timor Est in dicembre.
Ora andiamo, Carlos
prima di salutarci dice che dobbiamo ritornare per cena, dico no Carlos è troppo davvero ti ringrazio ma no..e
lui - ma non sono io che ti
invito, la cena è offerta da Rodriguez,
comincia ad abituarti perché qua siamo 140 e ride, - ok allora 7,30 solo oggi però.
Ora ogni fine settimana facciamo pranzo o cena in caserma, ospitalità
portoghese, e i regali continuano, questo fine settimana hanno regalato più
cose a shizu, quasi quasi mi offendo.
Questo sabato come al solito
siamo andati a pranzo in caserma, siamo seduti sotto la veranda a bere il caffè, shizu sta guardando le sue nuove magliette, quando vediamo arrivare Joao. Joao è un poliziotto che abbiamo conosciuto il giorno del nostro arrivo a Dili, lo incontriamo ogni giorno e ogni giorno ci fermiamo a
parlare con lui. Joao è amico dei portoghesi e regolarmente passa in caserma,
noi si pensava che il tipo fosse un semplice adetto al traffico, invece è il
capo della polizia stradale di Dili, un pezzo grosso.
Come ci vede... ma voi che fate... ah siete amici dei portoghesi... avete
problemi... vi do il telefono qualsiasi cosa... un problema…fate il mio nome, poi
ci penso io... prima di andare via ha voluto fare una foto con noi, Carlos mi dice che è una brava
persona, 28 anni nella polizia, ed è un tipo corretto, cosa non abituale da queste parti.