lllllllll

oggi è un bel giorno per morire

23 novembre 2010

SONO INCAZZATO COME UNA LOCOMOTIVA A VAPORE

Siamo rientrati ad Osaka giovedì 18, speravo di aver risolto con la documentazione del carnet de passage, invece siamo ancora lontani.
Telefono all’Aci di roma, alla sig Marisa, la responsabile dell’ufficio relazioni internazionali, dice di aver ricevuto i documenti e di aver anche avuto contatti online con la JAF,(aci giapponese) e  verificato la mia posizione ha riscontrato il pagamento della tassa di importazione, ma vuole un documento, un foglio ufficiale della dogana giapponese dove sia scritto che nulla è dovuto e che non richiederà mai in futuro dazi doganali sul mio vecchio carnet, o qualcosa del genere, dice anche di aver inviato una mail con la richiesta, ma di non aver ancora ricevuto risposta, e mi chiede io in che rapporti sono con la JAF, con la dogana…!!!????? 

In che rapporti sono con la JAF, con la dogana!!!!! 
…siamo amici di lunga data, ci vado a cena tutti i fine settimana…
..sento puzza di fregatura o.. è la mia impressione ? 
Noooo, mauri pensa positiva, è solo un’impressione, è tutto ok, è la prassi, sicuro, tranquillo, vedrai…

Ok, grazie per ora,  -si figuri-   domani vado alla JAF, (così intanto ci si organizza per la cena)  spiego la storia e sento cosa mi dicono,
             -bene, allora ci riaggiorniamo, ora la lascio andare che  spende un sacco di soldi
ok, a presto e ancora grazie.

E’ venerdì 19, sono negli uffici della JAF, qua ad Osaka, racconto il fatto, spiego quello che l’ACI vuole, l’impiegato è un po’ stranito, non ha ricevuto nessuna comunicazione dall’italia, ma aspetti, forse hanno scritto alla sede centrale a Tokio, così mi dice, e subito chiama, ma a Tokio non sanno niente, però dicono che il responsabile dell’ufficio carnet oggi è in festa, forse lui sa qualcosa.
 ma che bello, oggi è venerdì, forse l’unico che sa è in vacanza, ci tocca aspettare sino a lunedì, che palle, e speriamo che rientri perché martedì è festa nazionale.
Lunedì 22, siamo in posizione, davanti al pc, aspettiamo le 9, orario di apertura della JAF, telefoniamo, risponde il sig.Minami, responsabile dell’ufficio CPD ,  perfetto penso, ma c’è subito un problema, lui dice di non sapere niente, il suo ufficio non ha mai ricevuto nessuna richiesta da parte dell’ACI, ne scritta ne telefonica, mi chiede di informarmi a quale ufficio hanno inviato la mail, o con chi hanno parlato, e ci salutiamo.
Passo una buona mezzora in silenzio, …ma no, ….sicuramente c’è stato un problema di comunicazione, italiani Giapponesi, non si sono capiti, o forse…no, dai non può essere….ora non ci voglio pensare, dobbiamo aspettare la sera per poter chiamare Roma, e non voglio passare la giornata a farmi elucubrazioni mentali.

È arrivata l’ora della verità:
drin drin…. signora Marisa, buongiorno, sono maurizio…ho parlato con l’ufficio della Jaf  di Osaka e anche con la sede centrale di Tokio e loro dicono che non hanno ricevuto nessuna vostra comunicazione, 
                - si guardi c’è stato un errore, mi sono sbagliata, c’è un altro italiano nella sua                              situazione, avevo le due pratiche assieme sulla scrivania e sicuramente le ho confuse, no, non era  lei, scusi,.---

no, si figuri, può succedere, capita..questo è quello che gli ho detto, e questo è  quello che stavo pensando. ....e sti c££$$&%i.. ma va$£56/&$”o..li m%&$£i .
La telefonata va avanti ancora un bel po’, scopro che l’altro italiano non è proprio  nella mia situazione, e alla fine alla mia ennesima richiesta di aiuto, visualizzo tra le parole della sig. Marisa un bel   si arrangi:
…non perdo la calma, magari ci sta anche, io ho fatto scadere il carnet, comunque …..rimaniamo che ci risentiremo mercoledì 24, dopo che avrò parlato nuovamente con la JAF, come finirà questa storia………….?!! Non lo so, oggi è martedì 23, qua è festa e non ci voglio pensare, almeno fino a domani.

Ma vediamo, dove eravamo rimasti…..
venerdì 12 carichiamo la poderosa e via verso Shizuoka,  piove fa freddo ci fermiamo dopo 162 km a Yokkaichi, come capita spesso da queste parti troviamo la sponda di un fiume dove piazzare il nostro campo.
La percorro avanti e indietro sino a trovare un posto che fa per noi, sistemo la tenda con l’entrata sotto il cono di luce di un lampione, che fortuna, stasera cenetta romantica e risparmio sulla bolletta elettrica.
   Un signore ci viene a far visita, ci ricorda, come se non ce ne fossimo accorti, che a dormire in tenda fa freddo, e che se abbiamo bisogno di acqua di andare a casa sua, abita li vicino, al di là della strada.
La notte è passata, e davvero è stata fredda, ma questa mattina c’è il sole, forse ci scalderà.
Preparo la colazione, mentre delle persone fanno jogging e altre passeggiano con il loro cane, alcune ci vengono a far visita e a chiedere del viaggio, sapete c’è il percorso disegnato sulle valige della poderosa, rimangono affascinate, qualcuno ci dà consigli e altre sono invidiose, una signora dice che da giovane è stata in italia, gli piace molto, c’è anche un meccanico ormai in pensione che fa osservazioni sui dischi freno della poderosa ormai consumatissimi, e un signore che non è mai uscito da questa provincia e non può pensare a un viaggio in Giappone figuriamoci intorno al mondo dice.
Poi ci salutano lasciandoci con il nostro caffè fumante ormai freddo, riaccendo il trangia per dargli una scaldata e vedo avvicinarsi una ragazza, l’avevo già notata prima, quando ero uscito dalla tenda la prima volta all’alba, mi è rimasta impressa perché passeggiava con un cane al guinzaglio e uno in una borsa sulla schiena.
Si avvicina, inchinandosi  ci saluta, timidamente ci fa un sacco di domande, chiede il permesso di fare delle foto, io indicando il cane, un bel bassotto che porta nella borsa, è stanco, gli dico,                                             -           -no, no, è cieco, va sempre a sbattere da tutte le parti-   
ohh capisco.
Continua ancora a parlare con Shizuyo, poi ci allunga un cestino viaggio, 
    - questa è per voi, avete un lungo viaggio, sono i più buoni tramezzini dolci della provincia, spero vi piacciano, buona fortuna e state attenti, ciao-   
ciao ciao.
I tramezzini, buonissimi, nel cestino cerano anche due mele, fantastico.
Andiamo è tardi, ci sono solo 164 km che ci separano da Shizuoka, la prendiamo comoda, ci fermeremo spesso, arriviamo che è già buio, ci vorranno un po’ di tentativi per trovare la casa della sorella, ma alla fine eccoci, io lascio le sorelle parlare e mi infilo sotto la doccia, ero congelato, poi cena e buonanotte, domani ci aspettano i nipotini, Kuga e Kanon, passeremo l’intera giornata con questi due terremoti, è stato molto divertente, ma che stanchezza.

Martedì 16 salutiamo Machico,(sorella di shizu) e andiamo verso il Fujisan, la più grande montagna del Giappone, 3776 metri, in realtà un vulcano,  la sua cima è innevata per 10 mesi l’anno, è considerata montagna sacra ed è uno dei simboli del Giappone.
Lo vediamo, è bello, la sua cima è innevata, è li davanti a noi ma ci vorranno ancora un paio di ore prima di arrivare alle sue pendici.
Che freddo, la temperatura è di 6 gradi, la notte a nevicato, arriviamo sino a 1800 metri, poi la strada almeno per noi con la moto è impraticabile, ci viene in aiuto un signore che dice che ci porta su lui, con il suo 4x4, è un peccato arrivare solo sino a qua, dice: il tipo è particolare, uno strano personaggio, contrabbandiere di piante….!!!ma molto simpatico.
Arriviamo sino a quota 2400, oltre non è consentito, solo a piedi, ma oggi non è il caso.
Il paesaggio è stupendo, fa freddissimo, neve e ghiaccio, ma anche la freddolosa Shizuyo si scioglie ai piedi della sua montagna.
Le solite foto, poi si scende, salutiamo il nostro amico che ritorna ai suoi “movimenti”e ci fermiamo in una piazzola a quota 1600 per bere un  the caldo che abbiamo nel thermos, vorrei piazzare qua il campo, tra questi boschi, ma Shizuyo non vuole sentir ragione, ha detto no, qua su non si può, troppo freddo.
Allora torniamo giù a valle, trovo un posto vicino al mare, un bellissimo parco, con campi da pallone e da baseball, sistemo la tenda al riparo dietro una siepe, come panorama abbiamo la grande montagna, ci sono 4 gradi, tira un vento fresco e anche in tenda si sente, certo che viaggiare l’estate è tutta un’altra cosa.
La mattina il Fujisan non si vede, è nascosto dalle nuvole, piove, rimaniamo in tenda, aspettiamo che smetta, poi il vento asciuga la tenda mentre facciamo colazione, impacchettiamo tutto e andiamo, si torna ad Osaka, giovedì abbiamo un appuntamento telefonico molto importante.
ci sono 430 km per Osaka ci metteremo due giorni.