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oggi è un bel giorno per morire

04 settembre 2011

BRISBANE arrivederci

È tempo di andare, queste sono state due settimane interessanti, nessun giro per musei o giardini botanici, in australia tutte le città, piccole o grandi hanno il loro giardino botanico, ma siamo stati impegnati nella ristrutturazione di una casa, impianto elettrico, idraulico, costruzione porte, pavimenti, veranda e altre cosette.
Io me la cavo bene con i lavori di carpenteria e siccome  Giuseppe e Maria avevano bisogno di un tuttofare, quale migliore occasione per ricambiare la loro gentile ospitalità.
E così un giorno taglio di una parete, la casa è di legno, per spostare una porta, la casa è sprovvista di bagno e allora via con l’impianto idraulico, scaldaacqua nuovo, caspita quanto costano da queste parti, raccordi rubinetti tubi di rame ee… stasera doccia calda.
-Questa stanza è grande, possiamo fare una partizione-, così la chiama Giuseppe,
- mettere una porta- … Giuseppe, dimmi cosa vuoi e io lo faccio, no worries…
e ancora ha voluto fare la zona lavanderia fuori, sotto tettoia della veranda, ma ancora la veranda non c’era e neppure la tettoia.
Ci siamo divertiti, anche un po’ stancati a dir il vero, ma lavorare mi piace e un po’ mi mancava.
Sicuramente l’ho già scritto, i nostri amici Giuseppe e Maria sono immigrati più di 40 anni fa dalla Sicilia, la loro storia è interessante.  Sempre a colazione a pranzo a cena, noi abbiamo sempre mangiato con loro, ci raccontano qualche fatto, storie di vita in Sicilia e cose passate qua in Australia.
Non parlano proprio bene l’italiano, per me non è un problema, ma  Shizu non capisce quasi niente e quello che pensa di aver capito… è sbagliato.

Grazie alla generosità di Giuseppe e Maria ora possiamo continuare il nostro viaggio, abbiamo potuto anche comprare una nuova camera digitale, quello che è successo alla nostra”vecchia nuova” camera lo sapete.
Questa volta non ci facciamo fregare, abbiamo scelto un Olympus TG610 impermeabile, antiurto, antipolvere, resistenti al freddo e ai graffi, di meglio non si può…lo spero.


Siamo pronti colazione e Maria ci fa ancora un regalo, mi dice  -prendi questi-, mostrandomi un paio di jeans nuovi, -questi non hanno le prese d’aria come i tuoi-, e già, i miei pantaloni tutti rattoppati non ne potevano più, sistemo uno strappo e se ne apre un altro, una storia infinita.
Ma non basta, ci da anche due giubbotti pesanti, proprio quello che stavamo cercando, il caso la fortuna.
Ok, però ora basta, noi andiamo, - e adesso, non ritornate più… sarà difficile vero…- ci chiede Giuseppe, poi si commuove ed entra in casa.
Indossiamo i caschi giro la chiave pigio l’interruttore della poderosa che silenziosa, la saldatura fatta a Broome ancora regge, risponde immediatamente.
Maria ci scorta al cancello, mentre Giuseppe da sopra la terrazza piange e ci saluta con la mano,- state attenti, torna quando vuoi-.



Ora siamo ancora in zona, ci siamo accampati a Monte Coot-tha, 200 metri slm.un gran bel posto che domina la città, una foresta tenuta in maniera ordinata, non molto naturale , a mio parere, ma perfetta per passeggiare andare in bicicletta, fare picnic o semplicemente per osservare  respirare la natura.









Noi siamo accampati in questa foresta da due giorni, non nello stesso posto, a noi  piace cambiare, la prima sera abbiamo messo la tenda accanto a un ruscello, ieri invece in un’area picnic, e stamane al risveglio c'erano 2 furgoni della manutenzione, stavano aspettando che noi ci alzassimo per iniziare a lavorare, pitturazione tavoli e tettoie.







Sono rimasti tranquilli, come dicono da queste parti no worries, ad aspettare che noi  raccogliessimo tutte le nostre cose e poi hanno iniziato a lavorare, molto, moltooo tranquillamente, alla maniera australiana.
Stasera dove mettiamo la nostra casa,  quale panorama al risveglio?  Ancora non lo sappiamo, 

Australia in progres

Finalmente, ci si rivede.
Siamo qua.
26 giorni fa vi scrivevo dalla piccola biblioteca di Darwin oggi siamo nella grande biblioteca di Brisbane.   Grande e quello che più conta free, anche perché sono ormai 2 settimane che la nostra chiavetta ha smesso di funzionare e non è stato più possibile collegarci.
Ricordate eravamo al caldo, 32 gradi, spiagge papaya…ahh…che vita.
A Darwin avevamo fatto un bel programmino, giù dritti sulla stuart higway verso Alice Springs nel centro dell’Australia,  visitare Uluru, Ayers Rock la grande roccia sacra per il popolo aborigeno.   Poi dovevamo, sempre secondo il nostro programma, dopo la roccia trovare una strada  per Sydney, cosa non facile, qua le strade sono solo sulla costa, fare i turisti un paio di giorni e poi Camberra la capitale, scattare un altro centinaio di foto e poi Melburne, giro turistico e poi al porto per farci traghettare sulle coste della Tasmania,
 dicono che sia un incanto, qua pensavamo di fermarci una decina di giorni e scorrazzare sugli sterrati dell’isola in compagnia di altri amici motociclisti, eee…e lo sapete come vanno queste cose con noi, dopo appena 430 kilometri  complice una notte passata al freddo, secondo Shizuyo,… è così, stiamo scendendo verso l’interno dell’Australia, i kilometri non sono molti ma la temperatura è differente, la notte si abbassa di molti gradi, quel bel programmino aveva già l’aria stanca.
Giorno 11. La mattina al risveglio brrrr…che freddo, ho ripreso i piumini che avevo incastrato compresso e dimenticato, quanto lo speravo, nelle valige.
Mentre facciamo colazione Shizuyo mi fa: - magari sul mare fa più caldo- umm, è possibile.
500 kilometri dopo fermi ad un rifornitore in una località chiamata three ways, e di direzioni  davvero ce ne sono 3, si puo andare a nord a Darwin da dove siamo venuti o continuare su questa stessa strada verso sud sino ad Adelaide, oppure prendere la barkly higway  che va a est e dopo solo 1500 kilometri arriva al mare.
 Che si fa, dove andiamo chiedo a shizu, -perché qualè la nostra strada- guarda dritti si va a sud, questa invece va ad est, al mare, -fa più caldo- forse, ma guarda che non arriviamo in spiaggia stasera.
Ok deciso, andiamo al MARE, ancora 100 kilometri, oggi di strada ne abbiamo fatto tanta dritta e noiosa, montiamo la tenda in una radura in mezzo a dei cespugli, ceniamo presto e poi di corsa in tenda, come va via il sole brrr…si mette su un freddino.

Giorno 12.   Questa barkly higway è davvero pallosa e  continua a fare freddo.
Shizuyo la chiama la strada della morte, dice anche che puzza di morte.
C’è sempre capitato di vedere canguri mucche cavalli cinghiali struzzi e altri animali sfracellati morti a terra, ma questa strada è un vero cimitero,  tanto che si sente anche la puzza.     
A proposito di morte e di canguri, stamane poco dopo esserci messi in strada - hey cavolo ma quello è ancora vivo,- freno e ritorno indietro.
Metto la moto affianco a un piccolo canguro terrorizzato, perdeva sangue dalla bocca dal naso,  non poteva muovere le gambe posteriori, era stato messo sotto da qualche auto o camion, ma non era morto.
Che facciamo, lo controllo e secondo il mio parere di veterinario aveva un emorragia interna, era stato colpito sul fianco, e aveva l’addome gonfio perdeva sangue dalla bocca , forse anche la colonna rotta, dico a Shizuyo che dobbiamo farlo fuori, -che cosa, non puoi spostarlo fuori dalla strada come con l’altro-  tempo fa avevamo incontrato un altro animale ancora vivo dopo uno scontro, proprio nel mezzo della strada, era un grande pappagallo bianco, gli mancava il becco superiore, tutto, e aveva un’ala strappata, ma proprio dalla schiena che potevi vedergli dentro, quella volta ho preso il pappagallo urlante e l’ho spostato fuori strada nei campi, ma ora con il cangurino è diverso, gli uccelli non hanno espressività, lui mi guarda, è spaventato, non riesce nemmeno a gridare, cerca di muoversi ma è paralizzato, devo sopprimerlo.
-No, mettilo li poverino- devo farlo, ormai è finito, è meglio.
Mentre dico questo si ferma un camper e il tipo mi chiede se avevo danneggiato la moto,
- no no, non sono stato io, mi sono fermato per controllarlo, ma  credo che bisogna  ucciderlo.-
Il tipo scende, anche lui controlla il canguro, la sua diagnosi coincide con la mia, si procede, va alla macchina e ritorna con un bel coltello, la moglie e shizu si allontanano noi spostiamo il canguro eee… 
Siamo entrati nel Queensland, oggi abbiamo fatto 650 kilometri, , se penso che ce ne sono altri 1000 cosi sto male.
Siamo fermi in un distributore a Cloncurry per fare il pieno di benzina e acqua, conosciamo un motociclista australiano che sta facendo un giro in solitaria, anche per lui questa strada è noiosa, ci dice mostrandoci una mappa, se andate a nord la strada è divertente, arriva a Karumba, è un bel posto sul mare e ci sono coloratissimi tramonti.
Nord!!!! Ma noi stavamo andando a sud…Shizu che pensi…va bè.. dai dormiamoci su, salutiamo dopo le foto il nostro amico e cerchiamo un posto per accampare.

Giorno 13  sapete com’è andata…è andata come doveva andare, abbiamo percorso 569 kilometri…verso nord, una strada solitaria e meno noiosa di quella dei giorni scorsi.
 Siamo a Karumba, c’è un posto dal nome interessante, Alligator Point, abbiamo trovato vicino al mare tra le mangrovie un posto per la notte, di alligatori niente ma come abbiamo scaricato la poderosa siamo stati assaliti dai famigerati sandfly, un minuscolo moscerino, più pericoloso delle pericolose zanzare australiane, questi  ti mordono ma non te ne accorgi subito, solo dopo 2 giorni ti escono dei bubboni come quelli delle zanzare e il prurito è fortissimo e non servono creme e cremine, bisogna aspettare cercando di non grattarsi, perché se inizi non smetti più, non importa rimontare tutto e via di corsa lontano.
Dopo mezzora trovo una radura bruciata da poco, ci sistemiamo tra due alberi, il posto è bello ma a dirla tutta un po’ nero o meglio: noi alla fine eravamo tutti neri, ma a shizu non importa, è sempre felice quando non ci sono le  zanzare.
Notte passata tranquilla, shizu è contenta sia per la mancanza di zanzare e perchè fà di nuovo caldo, e ora verso est direzione Cairns.

Giorno 14
Sono quasi 700 i kilometri che ci separano da Cairns, la strada è divertente, niente di particolare ma non noiosa, il paesaggio cambia spesso, le radure e i cespugli adesso sono campi e colline di un verde pieno, con mucche pezzate a pascolare, sembra quasi di stare in montagna, sembra quasi !!! siamo a 700 metri, fa un freschetto mica da ridere.
Montiamo la tenda affianco a un grande albero, sono le 5 e il sole è al tramonto e fa freddo.
 Abbiamo già la zuppa sul fuoco quando una pazza signora a bordo del suo quad saltando a tutta velocità in mezzo ai campi  viene da noi e ci chiede:- ma dormite qua, fa freddo la notte, è buio e poi pioverà.
 Io sto in quella fattoria laggiù-,  grazie ma abbiamo tutto montato e poi la zuppa sta cuocendo, - ok, comunque volete fare una doccia calda un caffè un the, se stanotte avete bisogno di aiuto, laggiù quella casa bianca tra i due capannoni-.
Potevamo smontare tutto e andare con la tipa, caffè caldo, doccia  cena, dormire in un letto al caldo, si si, tutte belle cose, però che volete che vi dica, nessuna scintilla nessuna vibrazione, e sapete noi come viaggiamo, come viviamo cosa cerchiamo..
Come abbiamo passato la notte, con cappello guanti calze giacche abbracciati in un dormiveglia con un vento freddo a tenerci compagnia, che romantico vero!
                          

 giorno 15 
Uscire dalla tenda stamattina è stato molto rapido, siamo già vestiti, ci manca solo il casco.
Colazione poi impacchettiamo tutto e via verso Cairns, ci separano solo un centinaio di kilometri,  passiamo Atherton,  Mareeba e poi percorrendo piccole strade secondarie eccoci dentro la città, che caldo.
E adesso, che si fa.  Shizu ha l’indirizzo di un ostello che ha  recuperato da un blog di viaggiatori japan, dicono sia super economico, riso caffè the lavatrice internet tutto free, il costo 10 dollari a notte ma se vuoi puoi stare gratis facendo le pulizie.!!!!
Questo ostello non ha insegne, non è pubblicizzato e non lo trovi su internet, ci arrivi solo col passa parola, certo, solo se capisci il giapponese.
Arriviamo in questa specie di ostello, va be, per farla breve, il proprietario dell’ostello è giapponese, ma lo da sempre in gestione a motociclisti giapponesi, qua sono tutti ragazzini, giapponesi, ed è un vero casino,  è pieno,  il ragazzo che lo gestisce dice che se vogliamo possiamo dormire a terra nel corridoio, ummm…no grazie.
Parliamo un po’ di viaggi e di moto, conosciamo un ragazzo di Tokio in vacanza lavoro, anche lui motociclista, ci beviamo un caffè, tanto è free, poi foto e scambio di email.
 Di nuovo in strada, andiamo all’aeroporto per fare una doccia free, questo aeroporto ha delle docce davvero belle e siamo anche riusciti a non pagare il parcheggio.
 È  mezzogiorno, non ci interessa fermarci in questa città, individuato un centro commerciale andiamo al super per le provviste, e guarda tu il caso, che sorpresa chi ci troviamo davanti…Enzo…tu qua, ma che ci fai, sei solo, da quanto tempo …sei arrivato stamane alle 9…anche noi,  e Michael…
Incredibile, Enzo lo avevamo conosciuto ad Adelaide, insieme a Michael, siamo stati ospiti nel loro appartamento per 12 giorni, ci eravamo salutati con tanto di abbracci e lacrime 60 giorni  e  12200 kilometri fa, e un’altra cosa strana è che avevamo appena comprato una cartolina per lui.
Da Darwin avevamo spedito alcune cartoline di saluti, una anche a Michael, ma ci eravamo  dimenticati di salutare a Enzo. E adesso della cartolina cosa ne facciamo…
Siamo stati una mezz'ora a parlare poi ha scattato una foto e subito l’ha inviata a Michael che è ancora nella fredda Adelaide e ancora sta lavorando.
Ma perché sei qua…ahh, in vacanza 10 giorni…e allora divertiti, ciao alla prossima.
Sono le due quando dopo uno spuntino ci rimettiamo in viaggio, si va a sud e faremo la costa, costa per modo di dire, l’unica strada passa parallela alla costa ma un po’ all’interno.
30 kilometri e si sale, poca cosa, qualche 100 metri, ma il tempo peggiora il cielo è cupo, andiamo avanti ma alle prime gocce, piede a terra e si torna indietro, avevo scorto un passaggio tra un canneto e la ferrovia che mi sembrava un buon posto.
Avevo visto bene, lo spazio tra le canne e la ferrovia è abbastanza largo e pulito.  Veloci montiamo la tenda e sistemo anche il nailon sopra a mo di tettoia, e subito comincia a piovere, una burrasca tipo tropicale, credo, ma la nostra tettoia funziona a meraviglia e poi non fa freddo. Un paio di ore e tutto torna alla normalità, al di la della ferrovia ci sono le piantagioni di canna da zucchero, vado e ne taglio un paio, a noi ci piace molto, avete mai provato..? provate, è dolce e succosa, spremuta poi è una delizia, ma anche succhiata così stile natura selvaggia è deliziosa.



Notte splendida sotto un cielo stellato, la mattina siamo svegliati da un acquazzone, colazione facciamo asciugare la tenda e si continua, dopo 396 kilometri alle 15 arriviamo a Ayr.
In una piccola rest area dove ci fermiamo a riposare ci sono 2 palme cariche di cocchi, ma sono altissime, fortuna che un cocco è caduto al suolo, quale miglior occasione per fare una sana merenda.
Alla fine siamo rimasti anche per la notte e speravamo tanto che qualche altro cocco  cadesse, non in testa, ma hai nostri piedi, però non è successo, pazienza.

Giorno 17.  La mattina si torna indietro, la costa che viene ora l’abbiamo gia vista a marzo quando siamo stati a far visita al nostro amico Luigi ad Airlie Beach, cosi è deciso, si torna indietro.   40 kilometri, svolta a sinistra verso Charters Towers e poi giù a Clermont, 570 kilometri su una noiosissima strada e come se non bastasse difficile incontrare un posto per accampare, a volte bisogna accontentarsi .

Giorno 18.  Stessa strada stessa noia, solo il salto della catena ha creato un po’ di movimento, niente di grave, scarichiamo tutto e cominciano i lavori, ma ci occorre una pietra da mettere sotto per tenere sollevata la ruota posteriore.
Niente, siamo andati avanti indietro destra sinistra dentro ai campi, niente ne una pietra ne un pezzo di legno o qualcosa che potessi usare,  pensare che la notte avevamo dormito in un posto infame, tutto pietre.
Alla fine con l’aiuto di shizu ho incastrato sotto la pedalina una valigia che ha fatto il suo lavoro in maniera perfetta, dopo un’ora  ci stavamo di nuovo annoiando.
La notte abbiamo bivaccato affianco a una stazione di trasmissioni radio telefoniche, un ripetitore, questo è interessante lo dico perché magari vi può essere utile. Se cercate un posto per campeggiare e individuate un ripetitore radio o telefonico o antenna televisiva e riuscite ad arrivarci, non è sempre facile, il posto è una meraviglia, generalmente è sempre in piano, ben tenuto e con la vegetazione tutt’intorno tagliata bassa.
                                           


Giorno 19.  Allora è vero, tutte le strade portano a Roma.
Siamo a un bivio, noi dovremmo svoltare a sinistra verso est, ma sappiamo che 150 kilometri più giù, a Glenmorgan c’è un Camp Spot con  doccia calda e free,  sono ormai parecchi giorni che non abbiamo contatti  con l’acqua, a parte quella piovana, decisione presa, si va a sud… Glenmorgan apri le docce arriviamo.
Oggi abbiamo fatto solo 224 kilometri, pochi ma buoni si potrebbe dire.
Ragazzi dopo una doccia tutto appare diverso, anche gli odori cambiano, e ti credo..!!!


 Giorno 20.  lavati puliti e profumati è una bella sensazione, dai colazione visita al museo e andiamo, Brisbane ci aspetta.
Il programma è un pochino cambiato… mah..vediamo  che succede.

Dopo Dalby la strada comincia a farsi divertente, Crows Nest e poi Hampton, ma fa un freddo, siamo a quasi 700 metri.  sono le 2 si potrebbe arrivare a Brisbane in giornata, mancano solo 100 kilometri, ma passando nel National park di  Ravensbourne il paesaggio che ci circonda è proprio bello, da questa collina potremmo la mattina vedere una splendida alba, penso controllando la direzione sulla nostra bussola, ci fermiamo e montiamo la tenda proprio nel punto più alto, cena rapida e subito dentro, tira un vento freddo che mi è sembrato di intravedere dei pinguini.









 Giorno 21. ,Apro un poco la tenda e lascio che i primi raggi del sole entrino e ci scaldino, shizu è ancora dentro il sacco, ma anche se fa freddo non resiste, si tira su, mette gli occhiali deve dare una sbirciatina…-ohh che bello…ma freddino…io sto ancora dentro..ok-.

Fatta colazione il tempo cambia, siamo in montagna, comincia a piovere, indossiamo le tute e poi via in un sali e scendi continuo sino ad Esk, poi costeggiamo il lago Wivenhoe, ma complice il freddo e la pioggia  sbaglio strada e ci ritroviamo a soli 20 kilometri da Brisbane su una orribile dritta strada a due corsie.

La cosa non ci piace neanche un po’, torniamo indietro, dobbiamo trovare la strada per monte Glorius.   Dopo un ora e 50 kilometri eccola, non si vedeva proprio, una strada nascosta su una curva,  anche solo a guardarla promette bene, sin dai primi metri divertente, poi un continuo crescendo di goduria motociclistica, scollinamenti, curve destra sinistra, poi sale, tornanti, corti rettilinei dove spalancare il gas e poi staccate e curve e ancora giù, WoW!!... avrei solo voluto avere la moto scarica le gomme buone e l’asfalto asciutto per poter dare maggior sfogo alla nostra pazzia…ci siamo divertiti davvero, sino adesso la più bella strada dell’Australia.   Mt. Glorius… the best road.








La strada ci conduce a Brisbane ed entriamo in città attraversando trionfali lo Story Bridge, ancora Wow!!.
Facciamo la spesa e poi cerchiamo un parco dentro la città dove sistemarci.
È un piccolo parco appena fuori dal centro, 5 minuti dalla biblioteca, è perfetto ha anche il barbecoa free  una grande tettoia con tavolo, l’acqua corrente e i bagni , c’è anche Kevin, un aborigeno con il quale facciamo subito amicizia, è un po’ stordito, ma un bravo ragazzo.
Facciamo il  caffè e invitiamo Kevin, ci racconta qualcosa della sua giornata e ci facciamo dare qualche informazione su dove dormire e mangiare free.
Nel mentre arriva una macchina, scende un ragazzo viene verso di noi e mi chiede se la moto è mia, io continuo a stare con Kevin, alzo appena lo sguardo e rispondo ah ah, perché?
Sei in giro per l’Australia,  allora mi alzo faccio il giro del tavolo e mi avvicino, si siamo in giro per il mondo e ora qua, ee…gli faccio  aprendo le braccia  indicandolo come a dire  tu che vuoi..
-Anche io ho una moto, ho fatto il giro dell’Australia, guarda- e mi mostra il telefonino, scorrendo alcune foto. Oh, belle, quanto tempo, quanti silometri, sei stato a…no, noi abbiamo fatto..si però tutta offroad…davvero! da dove ?..
Ma dove dormite, stanotte staremo qua, credo monterò la tenda là, vicino alla pianta, Josh, così si chiama, mi dice ma puoi anche andare al ma ggg, non è lontano, mi fa una mappa o grazie, domani andremo li.
Josh non sembra convinto, gli chiedo, ma ci sono forse dei problemi, qua non è molto tranquillo, se vuoi vi accompagno al ma ggg. Avevo gia scaricato la moto, ma mi dava l’idea che se non andavo con lui ci rimaneva male, così… ricaricare tutto, salutiamo Kevin e seguiamo Josh.
Ci porta in un posto fantastico, da quassù si vede tutta la città, ci sono un sacco di aree per fare barbecoa, e  c’è un bosco dove possiamo trovare qualche angolo nascosto per montare la tenda.
Caro  Josh, questo ci sembra perfetto, scambio di  email  telefono poi dalla macchina prende una piccola bustina, è una doccia da camping, chiusa ti sta in tasca, grazie, ma che forse voleva dire qualcosa??
Ci salutiamo sale in macchina ma ci ripensa, scende e ci chiede se vogliamo andare a casa sua, va bene andiamo, seguitemi, 20 minuti non è lontana.
A casa c’è il fratello Luke e un amico che vive con loro Jahnno, una calda doccia, tutte le nostre cose finiscono in lavatrice, poi stappano una bottiglia di rosso  e facciamo  un ottima cena, il cuoco è Jahnno, pasta con sugo, la serata si conclude con una partita a bigliardo, ma da brillo non sono un gran che, ho steccato un sacco di volte.

Luke fa il meccanico, affianco alla casa ha l’officina, cosi ne ho approfittato per cambiare la catena e il pignone, poi ho anche fatto il cambio dell’olio e del filtro, avevano 23000kilometri!!!!Luke mi ha anche regalato 4 candele.

Carichiamo la poderosa e dopo un buon pranzo preparato da Kelda la fidanzata di Josh ci accompagnano all’ufficio dei trasporti, dobbiamo rifare la registrazione e l’assicurazione, la nostra è scaduta da più 3 mesi fa, e siccome siamo stati fermati un’altra volta dalla polizia per pulire la targa, e fanno due, non vorrei che alla terza ci chiedano i documenti, meglio mettersi in regola e assicurare la moto.
La notte dormiamo in un parco e la mattina ci svegliamo con una sorpresa, nella tenda è entrata acqua, materassini sacchi tutto bagnato, ha piovuto tutta la notte, e il nailon che sistemiamo sotto non era messo bene.

Continua a piovere decidiamo di andare in un ostello per asciugare le cose.
Andiamo al woodduck che già conosciamo perchè abbiamo passato qua la prime settimane di Australia, casualmente incontriamo a Maria e Giuseppe che vivono accanto e alla fine niente ostello e sono 13 giorni che viviamo a casa loro.