Shizuyo è preoccupata, dobbiamo lasciare l’Iran domenica 26 oggi è martedì, abbiamo più di 2000 km da fare, dobbiamo pagare la benzina mangiare e pagare il visa per entrare in Armenia e non abbiamo più soldi.
Ogni tanto, e a volte timidamente mi chiede che cosa facciamo.
Io che probalbilmente sono un irresponsabile e un po fatalista non riesco a darle una risposta migliore di, non ti preoccupare, qualcosa mi inventerò, lei che è giapponese, molto precisa e ordinata, questa mia risposta mi sembra preoccuparla maggiormente.
Ma io sono così, non c’è niente che mi preoccupa, e non riesco a pensare a una soluzione se non costretto, qualcosa mi verra in mente, una soluzione se esiste la trovo sempre, a volte in maniera rocambolesca ma la trovo, la tranquillità non fa parte del mio karma.
È l’alba abbiamo molta strada da fare, il sole è gia caldo, sono le 7 partiamo.
Percorriamo la strada a ritrosa passando per Gorgan Behshahr e Sari, tirando il collo anche oggi alla poderosa, mi sento bene, e la poderosa gira che è un piacere, decido di continuare, voglio arrivare a Teheran.
Alle 4 dopo 600 km arriviamo a Teheran, è grandissima ed è un gran caos, le banche sono chiuse, ci rivolgiamo al più grande albergo, niente le carte straniere non vengono accettate, dalla reception ci facciamo scrivere la direzione della banca centrale iraniana di teheran, dobbiamo aspettare domani,
Compriamo della frutta, teheran confronto al resto dell’Iran da noi visitato è carissima, comunque dobbiamo trovare un posto per la notte, sono le 9 quando riusciamo ad aver ragione di questo caotici traffico e a trovare, ai bordi della citta, in una spece di bidonville un angolo non molto pulito per montare la tenda, molte persone ci sconsigliano di dormire in questo posto, poi oggi ci sono stati scontri con la polizia con spari, ma io dico a Shizuyo che va tutto bene, sistemo la tenda e la moto in posizione strategica, poi preparo un the, tranquillizzo Shizuyo e andiamo a dormire, stanotte si dorme vestiti.
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