È passato un anno da quando siamo partiti dall’Italia, siamo ancora a Okinawa, e ci stiamo “organizzando”, organizzando così mentalmente ogni tanto se ne parla, per la prossima partenza.
Shizuyo ha trovato un lavoro, solo 2 mesi, gli piace, la paga è buona e questo ora è importante.
Io continuo sempre uguale, studio, vado a scuola di shodo e suibokuga, (calligrafia e pittura giapponese con inchiostro),
Spesso scansiono la rete per reperire informazioni che non userò mai, ho
Spesso scansiono la rete per reperire informazioni che non userò mai, ho
messo giù un elenco di cose, di attrezzature che ci serviranno, molte di quelle che avevamo in questa nostra inizio avventura si sono rivelate inutili, e a volte addirittura di intralcio, l’esperienza si fa sul campo.
Ho anche disegnato, sull’altra valigia la mappa del mondo per poter tracciare strada facendo il nuovo percorso, è venuto un bel lavoro.
La cosa più importante però è sistemare la Poderosa, cambiare la frizione, sistemare le sospensioni, rinforzare il telaio reggi valigie, raddrizzare il paramotore, ricordate, si era rotto in Russia nello scontro con un animale, e tanti altri lavori, povera Poderosa, ha veramente bisogno di una sistematina, e poi se lo merita, non vi pare.
Per questo mi serve un posto attrezzato dove poter effettuare i lavori, ancora non l’ho trovato, veramente non l’ho proprio cercato, ancora c’è tempo e poi preferisco affidarmi al caso al mio istinto, e ora mi dice di aspettare.
Sono sicuro che un posto per la Poderosa lo trovo, o meglio, come già accaduto altre volte sarà lui a farsi trovare.
Molti amici che seguono il nostro viaggio mi chiedono se non è troppo tempo che siamo fermi, quando ci rimettiamo in strada?…. presto, presto, ma ancora per un po’ staremo a Okinawa, le sorelle di Shizuyo hanno bisogno di un aiuto, la famiglia è importante.
Sono stato riconosciuto,
un giorno mentre camminavo per strada, stavo andando in un negozio, di quelli tutto a 100 yen, (un euro per intenderci) e sono stato fermato sulla porta da una signora che mi faceva i complimenti e mi ringraziava, io non capivo bene, pensavo si rivolgesse a me in senso ironico per un qualche mio “errore” o magari mi ha confuso con un altro, fino a quando non mi ha mostrato il polso, aveva uno dei nostri braccialetti: cristalli di Boemia colore ambra e distanziali in argento tibetano, modello da signora, molto elegante, ahhh, allora ho capito, deve essere una cliente del nostro kiropratico, incredibile, pensavo fosse matta, ha continuato ancora un pò facendomi i complimenti, poi dopo diversi tentativi, sicuramente non troppo “giapponesi”, sono riuscito a sganciarmi.
Non che volessi essere maleducato, ma in Giappone certe situazioni per un non giapponese sono un casino, mi spiego meglio:
Mettiamo il caso che esci da un ristorante, da un negozio, dallo studio del dentista…….o semplicemente incontri una persona e poi ti commiati e te ne vai, qui inizia la fase critica, è un continuo inchinarsi e ringraziare, grazie- grazie- arrivederci allora vado, ci vediamo, alla prossima, grazie, ok, grazie, grazie, ok, ok, grazie, io vado va bene, grazie, oddio… non sai mai quando è l’ultimo, quando fermarti, se fai il gentile e rispondi anche l’altro fa il gentile eee.. non si finisce mai allora a un certo punto uno deve prendere una decisione, andarsene mentre l’altro ancora continua a parlarti.
A Shizuyo riesce molto bene, io ancora non sono capace, e volte sono tentato di girarmi e …e Shizuyo mi dice, non farlo, se no non si finisce mai. Che fatica, però, come dire…simpatico.
Mi ha telefonato Maika, sapete mia figlia, dice che va in Tunisia, per un lavoro sino a fine ottobre, anche lei è una viaggiatrice, auguri Maika.
Ora vi lascio con un aforisma o qualcosa di simile, tratto dal libro Hagakure di Yamamoto Tsunetomo.
…Ogni istante è importante e quindi è necessario concentrarsi sempre sul momento presente…
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