È una bellissima giornata, salutiamo la sorella e le nipotine e andiamo verso Osaka, oggi è domenica, i km non sono molti ma sulle strade giapponesi a 40 all’ora diventano infiniti.
Incrociamo molti motociclisti, i motociclisti giapponesi sono molto strani, nessuno ti saluta, normalmente tra motociclisti quando ci si incrocia o quando ci si sorpassa si fà un saluto, e se la moto appare interessante, ci si affianca per qualche secondo, come un gesto di rispetto, un saluto e via, in qualche caso scatta un non so che, si alzano le visiere, uno sguardo un gesto e ci si trova bordo strada a fare domande e a scambiarsi informazioni.
In Giappone no, nessuno ci ha salutato, ho provato anche con i made in USA, quelli delle harley, niente, allora con gli ultimi nati, quelli degli scooteroni, niente, solo un paio, e dico un paio hanno accenneato un inchino con un cenno del capo.
Fa caldo, 27 gradi, arriviamo a Osaka alle 4 sistemiamo le nostre cose in pensione una doccia e andiamo dallo zio , ci sta aspettando,
- la moto, la moto-
la vuole vedere, è contentisssimo, la guarda la tocca, fa una marea di domande,
- che invidia-
entriamo in casa, lasciamo lo zio fuori, vicino la poderosa che ancora ripete che
- grande che grande-
È immobile e continua a guardarla, chissà probabilmente sogna viaggi pensati e mai fatti.
Siamo già seduti quando rientra, vorrebbe continuare ancora a parlare del viaggio della moto ma la zia lo interrompe subito, cambia discorso e parla con Shizuyo.
Finita la cena ci salutiamo, i Giapponesi, anche tra familiari, ne baci ne abbracci, un semplice grazie, un arrivederci detto quasi con indifferenza senza distogliere l’attenzione da quello che stanno facendo, tutto l’opposto di noi.
Sulla strada per l’hotel ci fermiamo a un LAWSON, compriamo la colazione per domani.
Arrivati in stanza visto che qua può lavare e asciugare gratis, Shizuyo ne approfitta , mi rilascia un’altra volta in mutande, ah no, vuole anche queste e va in lavanderia.
Buonanotte
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