Partenza da Svilengrad, verso la frontiera Turca.
Pochi km, la frontiera è grandissima, passiamo 8 controlli tra Bulgaria e Turchia, passaporti, documenti moto, carta verde, e ancora passaporti e tutto il resto, all’ultimo controllo ci rifanno tornare indietro, qualcuno si è dimenticato di trascrivere la targa della moto su un documento, dopo circa due ore ci siamo, benvenuti in Turkia.
Passando per Edirme, Luleburgaz, Corlu e Silivri, tutto su strada normale, arriviamo a Istanbul.
Quante strade, e che confusione, qua tutti guidano come vogliono, anarchia totale.
Vogliamo uscirne ma è un problema, non sappiamo dove andare, i nomi delle città scritti sui cartelli, non trovano riscontro sulla nostra misera mappa.
Siamo fermi a bordo strada, cercando di capire da che parte è l’est, per poi imboccare una qualsiasi strada che vada in questa direzione, quando si ferma un motociclista , BMW 1200 adventur.
E’ un ragazzo, anche lui viaggiatore, ci spiega che a Istambul le moto hanno l’immunita, possono passare dove vogliono, ci dice di seguirlo, che ci fa vedere come si guida la moto da queste parti.
Incredibile, suoni di claxon, sorpassi a destra, marciapiedi, contromano, e poi la polizia, anche loro con BMW, ci precedono per un po’, con claxon a manetta zigzagando in mezzo al traffico, poi ci salutano, facendoci segno con la mano: claxon claxon e andare.
Prendo rapidamente confidenza con questo nuovo stile di guida, e dopo un po’, comincia a diventare divertente, per me, Shizuyo è terrorizzata.
Ci fermiamo, il ragazzo va da un’altra parte, ci indica la strada, dobbiamo fare un tratto di autostrada, così ci regala la sua tessera, una “viacard”, con questa possiamo viaggiare su tutte le autostrade turche, gratis, un gesto che non ti aspetti da uno che hai appena conosciuto, ci salutiamo, scambio di email, foto ricordo, e poi andiamo, claxon manetta e il traffico sparisce.
In poco più di 45 minuti siamo fuori, Istambul è alle nostre spalle.
Shizuyo è ancora scossa, ci fermiamo, facciamo benzina a un distributore, di quelli con il bar e piccola vendita, Okan il ragazzo che lavora qua è molto gentile, molte domande, ci offre ospitalità, ma noi dobbiamo andare, beviamo il the offertoci e ci salutiamo.
Arriviamo a Sile, sulla costa del mar nero alle 7, supermercato, compriamo anche mezzo pollo alla griglia e cerchiamo un bel posto per passare la notte.
Troviamo un campo con l’erba appena tagliata, circondato da alberi, ci sembra ok
Dopo poco due ragazzi si uniscono a noi, lei francese, lui americano, stanno andando in Armenia, in autostop.
Stasera zuppa per quattro, accompagnata da una bottiglia di vino comprata in Macedonia.
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