è domenica 4 luglio, stiamo cazzeggiando con la moto in giro fuori Okinawa cercando un tratto di mare che ci stimoli, e soprattutto con l'acqua,... non dico che voglio la fossa delle marianne, ma almeno con abbastanza acqua da non dover strisciare le ginocchia sulla sabbia quando nuoto, è forse chiedere troppo..!!
Comunque, proviamo qua...no, non va bene, Shizuyo dice gira a sinistra, ma la strada è senso unico, e che problema c'è, sono italiano, i marciapiedi sono la mia strada...salgo e percorro non più di 20 metri, Shizuyo, sempre lei, dice che non si può, allora entro in una piccola viuzza, ma non posso girare, vedo una scalinata, sono solo pochi scalini, ma abbastanza per risvegliare il funambolo di un tempo, in piedi sulle pedane e do gas, ragazzi io sono sempre stato un amante dei grossi mono, ma quando apri con un bicilindrico...che dire...goduria doppia.
Per fortuna erano solo quattro, non credo che ce l'avrei fatta a continuare,....no, non per la scalinata, ce ne fossero a kilometri, è Shizuyo, non la smetteva più, eehhh che sarà mai, quattro, solo quattro piccoli scalini, manco avessi fatto la scalinata di Montaldo, (genova) a dir la verità lo fatta, ma erano altri tempi e tutta un'altra storia.
Ristabilita la situazione e, come da consiglio di Shizuyo, incollato il culo alla sella percorriamo una stradina stretta, quando qualcosa attira la mia attenzione, devo fare inversione, procedo sino a un piccolo slargo, giro e eccomi qua, questo è quello che aveva stimolato i miei sensi visivi
Non capite, non vi dice niente questa foto….dovete guardare oltre, immaginazione…
Io un posto come questo lo gia visto, ci ho vissuto tanti anni, è come la mia officina, in sardegna.
Il mio pensiero va al mio amico Marco famoso meccanico e a quando a ore improbabili si discuteva di moto e di motori, e poi smontavamo, trasformavamo, davamo nuova vita a qualsiasi cosa, quante serate quante notti con gli amici, quanta birra, e quante risate…
Quanti ricordi, una sera io e Marco, il famoso meccanico, insieme a Marco, un altro pazzo inventore, e anche a tanta birra, nella mia officina, tirare fuori da vecchi scatoloni pezzi di motore, carburatori, ruote, dadi bulloni corone fili elettrici e……. montare, rismontare, modificare, inventare, rivettare qualche tubo idraulico di rame per farne un qualcosa di simile, solo nell’aspetto, ma forse neanche poi tanto, a una marmitta; e alle tre di notte portare la moto nel cortile davanti l’officina, ancora un sorso di birra ancora un’altra sigaretta, e senza dire niente, cercando di non fare rumore in un paese deserto ancora immerso nei sogni abbassare la pedivella e.... niente, il primo si sà…è il primo, un altro calcio alla pedivella e il Mandingo…
chi è il mandingo?….
Uuffi, è vero, scusate quell’opera d’arte si chiamava il mandingo, ci piace dare nomi alle moto, di norma il nome è femminile, perche la moto è la tua compagna, ma in quel caso, non lo sappiamo, sarà stata la serata particolare o forse la birra, chissà, ma questa moto ci sembrava davvero cazzuta, cosi l’abbiamo battezzata il mandingo.
Ma non divaghiamo, dicevo, in silenzio, cercando di non fare rumore diamo un altro calcio alla pedivella e il mandingo suona, aspettate, per dirla tutta URLA che è un piacere, WRUMM..WRUMMMM...!!..prima gas e via, seconda terza e....eeehh!!.
Le case si illuminano a festa, ma la festa non era per noi, o meglio la festa ce la volevano fare a noi, un putiferio, mancava solo la guardia nazionale, ma non ci importava niente, il mandingo girava che è un piacere e le sue urla erano musica per le nostre orecchie, solo questo contava.
Quante storie in que pochi metri di officina…quanta vita...
Torniamo a tempi più recenti, oggi …Shizuyo dice che come ho messo giù il cavaletto e sono entrato in punta di piedi nel cortile di quello che lei ancora non capiva che cosa era, il mio sguardo è cambiato, come quando guido in fuoristrada o come quando mangio un dolce, come un bambino dice lei.
Forse ha ragione, ma se poteste vedere cosa vedo io quando mio guardo attorno, a voi sembreranno solo ferri vecchi, ma qua io mi ci perdo, che musica, e gli odori, non riesco a tenere lo sguardo fermo, ho gia controllato tutto, ho già visto cosa può servirmi, penso a Marco, quando vedra le foto di questo posto, si rode dall’invidia.
Io parlo e Shizuyo traduce, voglio sapere se ci puo affittare uno spazio, se posso usare la sua attrezzatura e intanto continuo a girare guardare e toccare, meraviglioso.
Il tipo dice - affittare- non se ne parla, dice che mi ha capito perfettamente, che sa cosa voglio ed è contento di aiutarmi.
Che vi avevo detto, sarà l’officina a trovarmi, è così, non è casualità.. è la mia vita…
E parliamo per ore, tutto il pomeriggio sino alle nove di sera, mi spiega che non ci sono piu posti e meccanici cosi.
Ci si saluta con un bicchiere di the, niente birra, a domani, proprio così, possiamo iniziare domani, che grande giornata, fantastico, sono contentissimo.
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