Non riesco a trovare del ferro a sezione rettangolare di spessore adeguato per rifare il telaio posteriore e il rack porta valige, usero lo spezzone di tubo che il proprietario di un magazzino idraulico mi hanno regalato, farò saltanto il telaietto posteriore.
Allora, piegatubi, mazza, fiamma, misure, si fà per dire, così un pò ad occhio.
Anch’io facevo cosi, dice Hiroshi, però a volte sbagliavo e sprecavo materiale, adesso faccio prima il disegno su carta.
No no, dico io, va bene cosi, è un prototipo, non è il materiale che volevo, la poderosa anche se no è preciso non si lamenta e poi qualcuno diceva che un "po storti siamo tutti",….va bene cosi.è perfetto.
A parte gli scherzi, mi sono meravigliato anch’io, alla fine è venuto un lavoro, un lavoro… ci sembra nato, capite.
Sull’onda dell’entusiasmo per cosi tanta bravura continuo, e siccome il lavoro come ho detto sta venendo bene, cerco di proseguire su questa scia, volevo mettere i soliti dadi a mo di spessore, ma visto l’andamento decido di passare al tornio e costruire due distanziali precisi e cilindrici, poi reparto saldatura, prova , ancora un’agiustatina qua, una molatina da questo lato, pieghiamo un poco di qua…..ma non è sangue quello che scorre nelle mie vene, è arte allo stato liquido.
È bellissimo, la mia intenzione era di saldare tutto il telaietto al telaio della moto, ma è venuto cosi perfetto e cosi rigido imbullonandolo che decido di lasciarlo cosi.
Ora sistemo il codino e il portatarga, sono di plastica, niente che non possa fare con un buon paio di forbici, ho un pò esagerato, ma non si vede niente, la sella nasconde tutto, e poi mi è sempre stato antipatico quel codino.. Shizuyo che mi conosce ride.
Ancora non so se ho risolto o migliorato il problema della poderosa, ma il feeling che sento è positivo, solo la strada mi dirà la verità.
Devo aspettare ancora un giorno, anzi due, domani non posso venire.
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