Ieri abbiamo percorso tutta la costa sino a Tumpat, quando
ci siamo fermati il parziale segnava 313 kilometri, le strade come sempre
belle, 4 corsie più, naturalmente,
quella per le moto, è incredibile sono tutte illuminate e dalla quantità di
lampioni credo che viaggiare la notte sia come di giorno. ma la bolletta elettrica chi la paga..
Abbiamo montato il campo a una manciata di kilometri dalla
frontiera, anche oggi in una pineta a ridosso di una spiaggia e anche oggi un
fantastico rilassante bagno, l'ultimo in Malesia.
La frontiera non è
lontana, ma quando ci arriviamo ci lascia un poco perplessi, non sapevamo che
questa frontiera si attraversa con un ferry. Per un bel tratto la frontiera tra
Malesia e Thailandia è disegnata da un fiume, in questo punto addirittura sono
due fiumi che si uniscono, uno malese e uno thailandese.
Che si fa adesso,
volevamo attraversare la frontiera via terra, ne cerchiamo un’altra…boh..siamo
qua, anche con il ferry è una nuova esperienza, dice shizu, ok entriamo, ma si
entra qua…e non so, però la strada finisce e l’unica è questa …andiamo.
Gente non vi dico, questa è proprio l’ultima frontiera, e
si… oltre c’è l’oceano.
Cerchiamo qualcuno che ci sappi dire dove andare per
timbrare il famoso “carnet de passage”, ma panico…nessuno sa di che cosa
parliamo e questo strano documento sembrano non averlo mai visto, siamo messi
bene.
Dopo giri a destra e a manca telefonate varie, meeting tra
funzionari che sfogliano libri guida, riusciamo a spiegare all’impiegata passo passo dove deve mettere
il timbro, quale parte del documento deve tenersi e dove firmare, alla fine ci
chiedono scusa e ci augurano bon voyage…in francese..Boh..
Ora all’ufficio passaporti ci mettono un bel timbro di
uscita e arriviamo davanti la banchina del ferry. Credo che quella al di la del fiume sull’altra sponda sia la
Thailandia.
Un attesa di 15 minuti e siamo a bordo, 2 ringhi e 10 il
costo del biglietto, meno di 1 euro, 5 minuti e siamo dall’altra parte, vediamo
la bandiera, si si, siamo in Thailandia.
Scendiamo dal ferry, da questa parte sembra tutto più
improvvisato, comunque procediamo, passiamo davanti a due militari armati
piazzati sotto a un gazebo che non dicono niente, continuo e mi
fermo davanti a un ufficio con la scritta informazioni.
Fuori il cavalletto
scendo mi avvicino e chiedo cosa devo fare, - stai entrando- come scusi
–devi entrare in Malesia- no, io
vengo dalla Malesia e voglio entrare in Thailandia, cosa devo fare.
Gli faccio vedere il “carnet” e cominciano a sfogliarlo, poi
uno dei due telefona e poco dopo arriva un signore, anche lui sfoglia il carnet
e mi chiede cosa voglio, ah ah…siamo messi peggio che dall’altra parte, gli
spiego passo passo con molta calma anche a loro cosa devono fare, dove mettere
il timbro dove firmare e quale parte del documento devono tenersi, il tipo fa tutto preciso e anche
lui alla fine ci chiede scusa, ma è la prima volta dice.
Gli chiedo possiamo
andare è tutto apposto, si si, ci ridà i passaporti e ci augura buon viaggio.
Salutiamo e andiamo, siamo ormai fuori e shizu dice: ma li
hanno timbrati i passaporti…li mortacci….torno indietro…scusi ma non dovete
timbrare i passaporti…li ricontrolla e …-dovete tornare indietro,
all’ufficio immigrazione- e dov’è.. -la come scendi dal ferry-..
dico no, non c’è nessun ufficio, ho visto solo bancarelle con cibo…-no no si
mette a ridere è li dietro- dice,
ok andiamo a vedere, è vero l’ufficio c’è, è un container in mezzo alle
bancarelle, e non si vede proprio, tanto che un signore mi ci accompagna
davanti e ancora io non riuscivo a vederlo.
Qua ancora comiche, dallo sportello guardando dentro dava
l’idea di una normale stanza di una normale casa, ma di normale non c’era
niente visto che si tratta di un ufficio doganale, uno mangiava e uno dormiva
in modo rumoroso davanti a una tv accesa, consegno i passaporti ma il tipo me
li ritorna assieme a un modulo da
compilare.
Compiliamo e riconsegniamo, l’uomo legge e mi fa,- ci
vuole il visa- se guardi il passaporto lo vedi, comunque li apro alla
pagina del visa e li riconsegno.
Li guarda in maniera strana, ehi è un visa thailandese preso
in un tuo consolato, lo legge come fosse la prima volta che ne vede uno poi fa
su strani calcoli, prende un timbro di quelli con le date che puoi modificare
mi guarda e mi fa, -due mesi due
mesi- lo so, è quello che c’è
scritto, è un problema…continua a guardarmi poi abbassa il braccio e timbra i
passaporti.
Stiamo salendo in moto quando esce dall’altro
ristorante…ops, forse anche questo è un ufficio, un doganiere che rivolgendosi
a shizu in lingua tailandese, ma poi visto le strane facce di lei in inglese,
gli dice che dobbiamo portare la moto all’ufficio custom…si si grazie, solerte
doganiere, torna a dormire, abbiamo già fatto.
Ripassiamo davanti all'ufficio degli amici di prima, un saluto e...Welcome to Thailand
Seguiamo l'indicazione per Bangkok, le strade anche in Thailandia sono spaziose e ben tenute, la cosa che abbiamo notato che ci sono tanti posti di blocco con militari armati, nelle città e fuori, arrivati a Narathiwat decidiamo di fermarci e cerchiamo un ostello.
kilometri oggi 106
Grande Maurizio e Shizu... Thailandia... wooow!
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