Mi sveglio,
strano penso, o mi sono svegliato troppo presto o il tempo è brutto.
Esco dalla tenda, la
seconda è quella giusta, nuvole in cielo, a ovest è aperto ma verso est, che è
la nostra direzione, ci sono nuvole di tempesta, basse e grigie.
Non importa, mi tuffo
nuoto e poi galleggio guardando il cielo che cambia al passaggio delle nuvole.
Aspetto shizu che ancora
assonnata entra in acqua, rimaniamo ammollo ancora un po’, poi facciamo colazione, smontiamo il campo e via verso
est.
Vogliamo fare il giro di
Timor e ritornare a Dili, ma credo di avervelo già detto questo.
La strada è divertente ma
non ci si può distrarre un attimo. È pericolosa sia per lo stile di guida,
diciamo disinvolto, dei locali che per
le sue strade, l’asfalto quando c’è è in pessime condizioni e bisogna fare
attenzione a quando finisce, a volte puoi trovarti davanti a una gigantesca
buca, voragine, quasi mai segnalata.
A tratti piove, a volte
così violentemente che siamo costretti a fermarci.
Tutto il giorno così,
verso sera stanchissimi e sotto la
pioggia, dopo aver percorso solo 160 kilometri, arriviamo in un posto
imprecisato tra Laga e Lautem.
È tutta una palude, bufali d'acqua che fanno bagni di fango e campi
di riso ovunque che arrivano sino al mare, non riesco a trovare un posto per la
tenda.
Finalmente vedo una
stradina tra alcune capanne che mi sembra arrivi al mare.La prendo poche decine di
metri di fango scivoloso, shizu li farà a piedi, e siamo in un piccolissimo
villaggio fatto di baracche, chiedo e mi dicono che posso accamparmi dove
voglio sulla spiaggia.
La spiaggia in effetti non
esiste, è solo una piccola lingua di sassi e subito la terra fangosa.
Piove siamo stanchi e sta
arrivando il buio, decidiamo di fermarci qua.
Cerco un posto dove
sistemarci ma è tutto fango, -dai mettiamoci qua e tutto uguale, un posto vale
l’altro, è un casino comunque- dico a
shizu.
Siamo circondati da una
folla di bambini, e dopo poco si uniscono anche degli adulti, nessuno parla
inglese e nemmeno portoghese cosicché è un caos per capirsi, ma alla fine sarà
stata una divertentissima serata..
Tutti hanno voluto vedere
l’interno della tenda, commentavano tra loro animatamente ma l’unica cosa
comprensibile per noi era il pollice
alzato.
È notte e c’è ancora un
gruppo di ragazzi a tenerci compagnia fino a quando arriva una signora, si
chiama Rita…ops signorina, come lei stessa ha sottolineato, che in un titubante
inglese ci chiede se può guardare com’è dentro la tenda, ne rimane meravigliata
e quasi si scusa per pioggia, dice che ci bagneremo e che possiamo andare nella
sua casa.
Shizu allora le racconta
che sono ormai tre anni che viviamo in tenda è che la pioggia non è un
problema, -davvero- fa lei –e
non hai paura- poi grida qualcosa
ai ragazzi che vanno via e ci saluta – ci vediamo domani- a domani.
Passavo e vi lascio un saluto!
RispondiEliminaChe bella la vita in spiaggia! e soprattutto che invidia per il bagno mattutino!
Buona strada!
Agata e Thomas
Ciao ragazzi, è bello sentirvi. Ho letto sul vostro blog che siete rientrati in Italia...e avete abbandonato serena...questo non si fa.
Eliminaa presto e... fate presto la strada vi aspetta
maurizio shizuyo e la poderosa