lllllllll

oggi è un bel giorno per morire

17 febbraio 2012

venerdì 17


 Mi sveglio, strano penso, o mi sono svegliato troppo presto o il tempo è brutto.
Esco dalla tenda, la seconda è quella giusta, nuvole in cielo, a ovest è aperto ma verso est, che è la nostra direzione, ci sono nuvole di tempesta, basse e grigie.
Non importa, mi tuffo nuoto e poi galleggio guardando il cielo che cambia al passaggio delle nuvole.
Aspetto shizu che ancora assonnata entra in acqua, rimaniamo ammollo ancora un po’, poi facciamo  colazione, smontiamo il campo e via verso est.
Vogliamo fare il giro di Timor e ritornare a Dili, ma credo di avervelo già detto questo.
La strada è divertente ma non ci si può distrarre un attimo. È pericolosa sia per lo stile di guida, diciamo disinvolto,  dei locali che per le sue strade, l’asfalto quando c’è è in pessime condizioni e bisogna fare attenzione a quando finisce, a volte puoi trovarti davanti a una gigantesca buca, voragine, quasi mai segnalata.









A tratti piove, a volte così violentemente che siamo costretti a fermarci.
Tutto il giorno così, verso sera stanchissimi e  sotto la pioggia, dopo aver percorso solo 160 kilometri, arriviamo in un posto imprecisato tra Laga e Lautem.
È tutta una palude, bufali d'acqua che fanno bagni di fango e campi di riso ovunque che arrivano sino al mare, non riesco a trovare un posto per la tenda.









Finalmente vedo una stradina tra alcune capanne che mi sembra arrivi al mare.La prendo poche decine di metri di fango scivoloso, shizu li farà a piedi, e siamo in un piccolissimo villaggio fatto di baracche, chiedo e mi dicono che posso accamparmi dove voglio sulla spiaggia.

La spiaggia in effetti non esiste, è solo una piccola lingua di sassi e subito la terra fangosa.
Piove siamo stanchi e sta arrivando il buio, decidiamo di fermarci qua.
Cerco un posto dove sistemarci ma è tutto fango, -dai mettiamoci qua e tutto uguale, un posto vale l’altro, è un casino comunque- dico  a shizu.
Siamo circondati da una folla di bambini, e dopo poco si uniscono anche degli adulti, nessuno parla inglese e nemmeno portoghese cosicché è un caos per capirsi, ma alla fine sarà stata una divertentissima serata..
Tutti hanno voluto vedere l’interno della tenda, commentavano tra loro animatamente ma l’unica cosa comprensibile per noi  era il pollice alzato.
È notte e c’è ancora un gruppo di ragazzi a tenerci compagnia fino a quando arriva una signora, si chiama Rita…ops signorina, come lei stessa ha sottolineato, che in un titubante inglese ci chiede se può guardare com’è dentro la tenda, ne rimane meravigliata e quasi si scusa per pioggia, dice che ci bagneremo e che possiamo andare nella sua casa.
Shizu allora le racconta che sono ormai tre anni che viviamo in tenda è che la pioggia non è un problema, -davvero-  fa lei –e non hai paura-   poi grida qualcosa ai ragazzi che vanno via e ci saluta – ci vediamo domani- a domani.



2 commenti:

  1. Passavo e vi lascio un saluto!

    Che bella la vita in spiaggia! e soprattutto che invidia per il bagno mattutino!

    Buona strada!

    Agata e Thomas

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    Risposte
    1. Ciao ragazzi, è bello sentirvi. Ho letto sul vostro blog che siete rientrati in Italia...e avete abbandonato serena...questo non si fa.
      a presto e... fate presto la strada vi aspetta
      maurizio shizuyo e la poderosa

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